[autismo-biologia] Italia e Gran Bretagna a confronto il prossimo ottobre a londra

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Gio 17 Giu 2010 19:53:33 CEST


L’Italia e l’Inghilterra hanno in comune una cosa molto importante: il Servizio Sanitario Nazionale, un bene che chi ce’ha se lo deve tenere caro e difenderlo dagli attacchi a cui viene quotidianamente sottoposto, tra cui un disprezzo talora fatto ad arte per favorire interessi privati e vendita di terapie truffaldine.
Se ci allontaniamo dalla medicina propriamente detta e ci spostiamo sui sistemi educativi e sociali, troviamo approcci e mentalità a volte abbastanza lontane. 
Sulla lista autismo-scuola nell’estate del 2006 c’è stato un vivace scambio di esperienze tra persone che lavoravano in varie nazioni. Al dibattito ha partecipato Angela Ottaviani, pedagogista romagnola che da anni lavora in Gran Bretagna come direttrice di una scuola speciale per allievi con autismo. La discussione è in rete http://www.autismo33.it/autismo_edu/docu_2conv/schopler.pdf


Oltre alla vexata question se dare più importanza alla inclusione o alla protezione, c’è un altro tema in cui Italia e Gran Bretagna divergono: la prevalenza dell’autismo o, meglio, dei disturbi dello spettro autistico.
In un articolo del 2006, ( Lancet. 2006 Jul 15;368(9531):210-5.
Prevalence of disorders of the autism spectrum in a population cohort of children in South Thames: the Special Needs and Autism Project (SNAP).
Baird G, Simonoff E, Pickles A, Chandler S, Loucas T, Meldrum D, Charman T.) Baird e coll. hanno trovato, in una popolazione di bambini di 9-10 anni, una prevalenza di disturbi dello spettro autistico  dell 11,6 per mille. Nella 
“Rilevazione delle certificazioni di autismo o disturbi pervasivi dello
sviluppo a.s. 2007-2008” compiuta dall’Ufficio Scolastico regionale dell’Emilia Romagna su tutti gli allievi di ogni ordine e grado di scuola della regione  la prevalenza è risultata dell’1,6 per mille.

E’ chiaro che una differenza così grande non puo’ essere reale. Deve essere spiegata da un diverso approccio diagnostico, da una soglia diversa nel limite tra normalità e patologia o tra patologie diverse. 
Questo è grave perché la letteratura scientifica è internazionale e si rischia di non intendersi affatto quando si parla di autismo. Viene il sospetto che si usi la stessa parola intendendo realtà diverse, nonostante in teoria si usino gli stessi sistemi di classificazione codificati nel DSM Americano e nell’ICD dell’Organizzazione mondiale della Sanità. 

Gli aerei da e per Londra sono frequenti, comodi e a buon mercato. La lingua per gli scambi internazionali c’è e dunque perché non parlarsi faccia a faccia? All’antica, e non con la posta elettronica o con skype?
Ed ecco una iniziativa che risponde a questa esigenza, mettendo l’accento soprattutto su uno degli aspetti più critici: l’età adulta e, in particolare, la transizione dall’età evolutiva all’età adulta. 

Si confronteranno esperti, medici clinici, medici dell’organizzazione e dirigenti delle associazioni di genitori dei due paesi il 22 ottobre prossimo a Londra in un “Summit on Autism, An Italy-UK workshop
organized by the Italian Embassy in London in collaboration with,
and co-sponsored by, GE Healthcare
supported by the Italian Medical Society of Great Britain” 

Il programma e gli altri dettagli dell’evento li trovate al link http://www.angsaonlus.org/22oct2010_autism_summit.pdf




      



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