R: Re: [autismo-biologia] Aripiprazolo

alberto.panerai a unimi.it alberto.panerai a unimi.it
Lun 4 Gen 2010 11:41:43 CET


Aripipraxolo ha l'unico vantaggio come neurlettico di essere un agonista parziale DA e non un antagonista per cui ha meno effetti collaterali
Per il resto non vedo cosa ci sia da aspettarsi di più' rispetto ai neurolettici classici
Ap
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-----Original Message-----
From: Paola Visconti <Paola.Visconti a ausl.bologna.it>
Date: Mon, 04 Jan 2010 11:14:07 
To: <autismo-biologia a autismo33.it>
Subject: Re: [autismo-biologia] Aripiprazolo

brava Daniela,purtroppo penso che per qualsiasi farmaco valga questa 
riflessione finale che condivido appieno... un augurio di buon anno, Paola
----- Original Message ----- 
From: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
To: "lista autismo-biologia" <autismo-biologia a autismo33.it>
Sent: Wednesday, December 02, 2009 5:52 PM
Subject: [autismo-biologia] Aripiprazolo


Segnalo la pubblicazione del seguente lavoro

PEDIATRICS Vol. 124 No. 6 December 2009, pp. 1533-1540 
(doi:10.1542/peds.2008-3782) Aripiprazole in the Treatment of Irritability 
in Children and Adolescents With Autistic Disorder
Randall Owen, MDa, Linmarie Sikich, MDb, Ronald N. Marcus, MDa, Patricia 
Corey-Lisle, PhDa, George Manos, PhDa, Robert D. McQuade, PhDc, William H. 
Carson, MDc and Robert L. Findling, MD

http://pediatrics.aappublications.org/cgi/content/abstract/124/6/1533

Il farmaco è risultato superiore al placebo nel diminuire i sintomi da 
irritabilità, termine col quale gli autori intendono “tantrums, aggression, 
self-injurious
behavior, or a combination of these”

Copio dal lavoro alcuni stralci per fare poi qualche osservazione.

“164 patients were enrolled and
98 patients were randomly assigned to
receive treatment with placebo (n _
51) or aripiprazole (n _ 47). Seventyfive
(76.5%) patients completed the
randomized, double-blind treatment
phase”

98 pazienti hanno partecipato alla randomizzazione e solo il 75 per cento ha 
completato lo studio. La numerosità del campione è modesta, ma non 
trascurabile in considerazione del fatto che si arruolavano solo pazienti 
con autismo (autistic disorder) e non con lo spettro, e con sintomi di 
irritabilità che superassero una determinata soglia ai test specifici.

“there were significantly more responders
in the aripiprazole group
than in the placebo group (52.2% vs
14.3%; P_.001)

the mean ABC irritability
subscale at end point was only slightly
lower than the minimum entrance criteria.

Conclusions regarding the relative
benefits of aripiprazole compared with
other antipsychotic agents in this population
cannot be drawn from the findings
of this study; additional studies
that include active comparator treatment
arms would be required

Additional
long-term controlled trials to evaluate
the efficacy and safety of aripiprazole
in this population may be warranted,
along with studies to compare aripiprazole
with other agents”.


Essendo l’aripiprazolo un neurolettico, non sorprende che la sua efficacia 
sia superiore al placebo sui sintomi da grave irritabilità, dal momento che 
già per il risperidone e per l’aloperidolo è stata documentata una 
superiorità rispetto al placebo.  Dal lavoro non si puo’ evincere se l’aripiprazolo 
sia superiore al risperidone.
Lo studio è durato otto settimane e pertanto non si puo’ conoscere l’efficacia 
e la tollerabilità della terapia, se prolungata oltre tale periodo.
Una cosa di cui si dovrebbe tenere conto nella prescrizione del farmaco è 
che  i responders sono stati solo il 52% verso il 14,3% dei responder al 
placebo, vale a dire che solo il 38% ha realmente risposto al farmaco. 
Questo dovrebbe indurre nella pratica ad un monitoraggio attento dei 
pazienti a cui il farmaco viene prescritto. Se la metà non risponde, 
bisognerebbe essere pronti a sospenderlo e a contrastare la forza d’inerzia 
in base alla quale troppo spesso un farmaco, una volta iniziato, viene 
continuato senza che ci si chieda se realmente ne vale la pena
Anche l’entità della risposta appare modesta dal momento che “the mean ABC 
irritability
subscale at end point was only slightly
lower than the minimum entrance criteria.”

Questo e altri lavori eseguiti secondo le regole condivise della 
sperimentazione non giustificano il trionfalismo che abbiamo sentito 
riferire qualche mese fa da Simonetta da parte di un clinico proprio su 
questo farmaco. Invitano invece ad una grande prudenza e ad un monitoraggio 
stretto e attento, ogniqualvolta i sintomi di irritabilità in un bambino o 
adolescente con autismo sono tanto gravi da giustificare il ricorso ai 
neurolettici

Alla prossima
   Daniela















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