[autismo-biologia] anticorpi materni e autismo

Prof.Francesco Barale frabar04 a unipv.it
Lun 4 Maggio 2009 01:58:19 CEST


Cara Daniela,
grazie. Solo due parole, peraltro ovvie, sui modelli animali (uomini e
topi). I caveat sono certo opportuni, ma la ricerca va avanti così, è
necessariamente riduzionista; poi si tratterà di procedere con tutte le
cautele del caso, cercando di tener conto di come le cose si complicano (e i
fattori in gioco da considerare si moltiplicano) passando a sistemi sempre
più complessi (dal topo all'uomo...dal dato neurobiologico semplice,
all'assetto neuropsicologico... alla clinica...). Ma se non si fa in questo
modo non si va avanti; possiamo solo contemplare la complessità del Tutto e
procedere a tentoni in esso. I modelli animali dunque sono indispensabili.
Diversi gruppi, del resto, anche in Italia, lavorano già con
modelli murini geneticamente modificati. Il gruppo di Keller, ad esempio,
come tutti sappiamo, lavora da tempo con
topini knock out per la relina. Noi a Pavia, assieme ai colleghi del Centro
per la Connettività, stiamo cercando di impostare una ricerca con topi knock
out per  geni che codificano per altri fattori  implicati nel neurosviluppo
e nell'allineamento sinaptico; topini che sviluppano un comportamento
"autistic like". Sviluppano un comportamento"autistic like", certo, non l'
Autismo. Ma chi fa ricerca è ben consapevole della complessità del puzzle e
tutti abbiamo imparato a diffidare degli scopritori della "Causa"
dell'autismo. Le difficoltà non stanno quindi nella metodologia. Ci sono
intelligenze, competenze ed entusiasmi disponibili. Il problema è che queste
cose costano...e che i giovani, anche i più motivati, sono poi
comprensibilmente sensibili alle necessità della vita...
Un cordiale saluto
Francesco Barale

----- Original Message ----- 
From: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
To: "lista autismo-biologia" <autismo-biologia a autismo33.it>
Sent: Saturday, May 02, 2009 11:52 PM
Subject: [autismo-biologia] anticorpi materni e autismo



Il 9 aprile sorso è stato pubblicato l’articolo seguente:
Prenatal exposure to antibodies from mothers of children with autism
produces neurobehavioral alterations: A pregnant dam mouse model, J
Neuroimmunol. 2009 Apr 9, Singer HS, Morris C, Gause C, Pollard M, Zimmerman
AW, Pletnikov M.
La ricerca di una componente immunitaria nella genesi dell’autismo ha una
lunga storia.
Nel 1985 Todd  e Ciaranello  hanno pubblicato un lavoro in cui riferivano di
avere trovato anticorpi anti recettori della serotonina in un bambino con
autismo (Demonstration of inter- and intraspecies differences in serotonin
binding sites by antibodies from an autistic child, Proc Natl Acad Sci U S
A. 1985 Jan;82(2):612-6, Todd RD, Ciaranello RD). Nel 1993 Singh e coll.
trovarono anticorpi anti mielina in bambini con autismo (Antibodies to
myelin basic protein in children with autistic behaviour, Brain Behav Immun.
1993 Mar;7(1):97-103,Singh VK, Warren RP, Odell JD, Warren WL, Cole P.) e
nel 2006 Conolly e coll. trovarono anticorpi contro antigeni neurali nell’autismo
e in altri disturbi neurologici ad esordio infantile (Brain-derived
neurotrophic factor and autoantibodies to neural antigens in sera of
children with autistic spectrum disorders, Landau-Kleffner syndrome, and
epilepsy, Biol Psychiatry. 2006 Feb 15;59(4):354-63. Epub 2005 Sep
21,Connolly
 AM, Chez M, Streif EM, Keeling RM, Golumbek PT, Kwon JM, Riviello JJ,
Robinson RG, Neuman RJ, Deuel RM.)

Col tempo la ricerca delle cause dell’autismo si è spostata nel periodo
prenatale, da cui la ricerca di fattori immunitari potenzialmente patogeni
nella madre (Maternal mid-pregnancy autoantibodies to fetal brain protein:
the early markers for autism studyBiol Psychiatry. 2008 Oct 1;64(7):583-8.
Epub 2008 Jun 20, Croen LA, Braunschweig D, Haapanen L, Yoshida CK, Fireman
B, Grether JK, Kharrazi M, Hansen RL, Ashwood P, Van de Water J.)

Questo articolo ha rilevato che una reattività alla bamda 39 kDa si trovava
nel 7% delle madri di 84 bambini con autismo contro il 2% delle  madri di
160 bambini a sviluppo normale e lo 0% delle  madri di 49 bambini con
ritardo mentale. La reattività simultanea alle bande 39kDa e 73kDa fu
trovata solo in 3 madri di bambini con autismo

L’interpretazione di questi dati non era univoca.
Gli anticorpi erano presenti in un sottogruppo di madri di bambini autistici
ma anche in madri di bambini normali. Inoltre non vi era la prova che gli
anticorpi giocassero un ruolo patogeno.

Da queste premesse e per dare risposta a questi quesiti è stata disegnata la
ricerca di Singer ora pubblicata.

In questa ricerca sono state isolate le Immunoglobuline G (IGG) dal siero di
63 madri di bambini con autismo e da 63 madri di bambini a sviluppo normale.
Le immunoglobluline delle madri di bambini con autismo sono state mescolate
insieme e così pure quelle delle madri di controllo.
23 topine gravide sono state sottoposte ad iniezione intraperitoneale di
IGG. Ad un gruppo è stato iniettato il pool di IGG proveniente dalle madri
di autistici e ad un altro il pool di IGG proveniente dalle madri di bambini
a sviluppo regolare. I  topini nati dai due gruppi di madri sono poi stati
sottoposti a diversi test neuropsicologici nel corso dello sviluppo.
I topi esposti al siero delle madri di autistici da adolescenti presentavano
iperattività e, da adulti, presentavano sintomi simil ansiosi e di alterata
reazione  ai suoni, nonchè alterazioni nelle interazioni sociali. I cervelli
dei topini esposti alle IGG della madri di bambini con autismo presentavano
segni compatibili con attivazione delle citochine e della glia.
Gli autori sono molto prudenti nell’interpretare questi dati.
“Paragonare gli uomini ai topi ha sempre i suoi caveat”, ha commentato
Singer, “ma le nostre scoperte ci fanno pensare che i comportamenti
osservati nei topi del nostro esperimento sono simili a quelli delle persone
affette da autismo”. “L’autismo e’ una malattia complessa e sarebbe
semplicistico voler ricercare una sola causa”, ha continuato Singer. “Piu’
probabilmente e’ l’effetto cumulativo di diversi fattori e noi pensiamo di
averne trovato uno”.


Ogni ricerca richiede che risultati simili  siano ottenuti da  gruppi
indipendenti per ritenere verificata l’ipotesi di lavoro
Per quanto riguarda una possibile componente immunitaria nell’autismo, in
accordo ai dati della letteratura è verosimile che l’effetto patogeno del
pool dei 63 sieri sia dovuto ad un sottogruppo di essi e non alla totalità.
Come risultati di questa ricerca è difficile pensare che, se confermati,
potranno derivare terapie per chi è affetto da autismo. Vi sono invece le
basi  per ipotizzare una terapia preventiva diretta contro eventuali
anticorpi  rilevabili in gravidanza.

Mi farebbe piacere sentire il parere dei colleghi sul lavoro,  su cosa
pensano dei  modelli animali di autismo, sulle prospettive di ricerca aperte
da questo lavoro che, nel suo genere, è nuovo e, avendo rilevato delle
positività, incoraggia  gli scienziati a non abbandonare la ricerca sull’autismo
e gli sponsor pubblici e privati a investire molto più denaro di quanto non
abbiano fatto sino ad ora













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