[autismo-biologia] speranza e ricerca scientifica

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Lun 15 Giu 2009 14:23:02 CEST


Dal capitolo “Autismo, ricerca per la speranza” di  Paolo Rizzini” 
tratto dal libro
“Malattia, famiglia, salute, speranza
a cura di Roberto Vesentini e Giuseppe Recchia
Il Segno dei Gabrielli Editori, 2008
S. Pietro in Cariano, Verona” 
 pp 195-210 
ricopio le seguenti parti che condivido pienamente

 “L’autismo è ancora una malattia avvolta dalla nube delle ipotesi e dei dubbi e le cause sono ancora sconosciute. Non essendoci evidenze documentate sulle cause, si è venuto a creare un enorme spazio per le ipotesi causali più varie e più fantasiose e, cosa più grave, poco o per nulla documentate. 
Come è possibile mettere a punto una terapia o un farmaco quando non si conosce la causa che genera la patologia? Per questo la ricerca farmaceutica, nei passati decenni e fino ad oggi, non ha dedicato sforzi paragonabili a quelli che ha potuto profondere in altre aree terapeutiche”

“La scienza non deve fare previsioni e dare speranze che sono false perché non verificate e provate, deve cercare solo certezze, che spesso si raggiungono un pezzo alla volta; solo così la ricerca puo’ non negare la speranza alle famiglie che vivono un angosciante dramma circondate e bombardate da un esercito di presunti curatori e guaritori che non regalano ma vendono illusioni”

“ Per poter avere basi da dove partire per sviluppare ricerche farmacologiche bisogna conoscere i meccanismi da correggere o da modificare. E non ci si puo’ arrivare se non si conoscono le sedi dove il meccanismo è alterato”

“La ricerca che dà speranza non è quella miracolistica e troppo spesso priva di fondamento che i media che devono vendere il loro prodotto editoriale o che i “santoni” che devono vendere le loro presunte capacità terapeutiche ci sventolano ogni giorno davanti. La speranza viene dall’impegno costante di tanti ricercatori che lavorano insieme in progetti di ricerca tra loro collegati, in uno sforzo sinergico, continuo e perseverante negli anni, l’unico in grado di affrontare con successo patologie complesse come quelle del Sistema Nervoso Centrale, e l’autismo ben rappresenta questa complessità.”

“Anche la ricerca ha bisogno di speranza per progredire nel difficile percorso verso il successo, e questa speranza viene solo dalla collaborazione e dalla fiducia dei malati e delle loro famiglie; chi annienta questa fiducia creando false speranze fa quindi un danno enorme, perché così facendo spegne anche quella ricerca costante che è l’unica che puo’ continuare a mantenere accesa la luce della speranza.
Generare speranza, quindi, non nuove illusioni. Ma la speranza è un attributo del futuro. E il futuro, per queste famiglie, puo’ cambiare , e le speranze divenire realtà, solo con l’impegno condiviso in ricerca di tutta la comunità, scientifica e sociale.”



      


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