[autismo-biologia] metalli pesanti

Daniela Mariani Cerati daniela.marianicerati a autismo33.it
Mer 18 Apr 2007 16:00:40 CEST


> pongo qualche domanda agli esperti:
> > 2- se è vero che negli autistici si registrano diminuzioni  di questi
> metalli non contrasta la ipotesi del Dan che invece per casi limiti di
> aumento prevedono addirittura la chelazione?
> > saluti
> g marino

Premetto che io segnalo l'articolo e chiedo un parere sullo stesso ai
colleghi invitandoli a leggere l'originale, a farsi una loro idea e a
comunicarla agli iscritti alla lista.
L'ipotesi degli autori è che i metalli pesanti, in particolare il
mercurio, una volta assorbiti, non vengano eliminati in quantità adeguate
e si verifichi un accumulo in vari organi e particolarmente nel cervello.
Questo per una diminuita capacità detossificante dovuta a carenza di
enzimi deputati all'eliminazone di tali sostanze tossiche, in particolare
del glutatione.
Di per sè il riscontro di livelli di metalli pesanti inferiori alla norma
potrebbe interpretarsi in senso contrario, cioè che essi fanno bene, dal
momento che i sani hanno livelli superiori. Nel testo si dice che i
livelli di metalli nei capelli dei bambini normali, che hanno dagli uno ai
sei anni, sono direttamente proporzionali all'esposizione a tali metalli
da parte delle madri, dato ricavato da una semplice intervista. Nei
bambini con autismo invece non c'è questa proporzionalità. Io vorrei che i
colleghi leggessero e commentassero il testo. Ci sono tante cose che mi
hanno lasciata perplessa. Si tratta di bambini da uno a sei anni, sia per
i casi che per i controlli. E' pensabile che l'amalgama dentaria della
madre si faccia sentire ancora sul livello di metalli pesanti di bambini
di sei anni? Fra l'altro l'amalgama è incriminata per il mercurio e in
questo caso il mercurio dei bambini con autismo è sì più basso, ma non a
livelli statisticamente significativi. Gli autori comunque nelle
conclusioni sono molto prudenti, invitano a fare nuove ricerche e mettono
in evidenza loro stessi i limiti della loro ricerca. E' per questo che il
lavoro mi è sembrato quantomeno degno di essere letto e meditato. Alla
prossima
   Daniela




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