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Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria in armonia e continuità

Edo è stato seguito dai Servizi sanitari ed educativi sin dal suo ingresso alla scuola dell’infanzia con un progetto personalizzato. Il passaggio alla scuola primaria è stato pensato in tutti i suoi aspetti, compreso quello edilizio, con notevole anticipo. La continuità è stata favorita, tra le altre cose, dalla permanenza di due educatrici che hanno seguito il bambino alla scuola primaria. Realisticamente i genitori sanno che il progetto educativo per Edo deve tenere conto dell’età mentale, ben lontana da quella anagrafica e collaborano con i servizi educativi e sanitari in piena armonia.




Siamo i genitori di Edoardo, un bimbo di quasi 8 anni (il 31/1/2010),  con
diagnosi di Autismo Atipico con ritardo cognitivo medio.

Vorremmo portare la nostra esperienza di scuola elementare a conoscenza
degli Organi dell'Istruzione, della Neuropsichiatria e, soprattutto, di
tutte le famiglie che hanno un bambino come il nostro.

Edoardo non è verbale e ha fatto un anno in più di materna.

E' seguito dalla D.ssa Carlotta Gentili, che ne segue l'evoluzione e
coordina gli interventi educativi.

Incontro fortunato è stato quello al Campo Solare l'anno scorso con
Francesca Giovannini, che ha osservato Edoardo (allora come Educatrice e
oggi come team Autismo). Ci ha fatto capire che forse Edo poteva raggiugere,
lavorando sodo, risultati per noi importantissimi. Esempio: autonomia dal pannolino.

Detto fatto, a giugno di questo anno abbiamo cominciato questo percorso
sostenuto caldamente dalle due Educatrici Roberta Zocca e Caterina Guidi
(quest'ultima ha continuato il lavoro anche al campo solare).

Ed ecco che Edoardo, con meraviglia di chi non credeva, è diventato quasi
autonomo nei suoi bisognini. Chiaramente ci sono ancora degli incidenti di
percorso, ma anche a casa spesso va in bagno da solo.

La scelta della scuola elementare è stata a lungo meditata: da una parte
avevamo una carissima amica insegnate che ha visto nascere Edoardo e che
cominciava proprio la prima elementare alle scuole Carducci di Casalecchio;
dall'altra la Scuola Elementare Tovoli da tutti consigliata.

Abbiamo fatto a giugno una riunione ed abbiamo conosciuto i due maestri:
Marcello De Caro e Franca Monti e, in seguito, Raffaella Troiano, già
Insegnante di sostegno alla Scuola Tovoli. Le due Educatrici Roberta e
Caterina ci hanno seguito dalla scuola materna (erano arrivate l'ultimo
anno).

L'unico neo nella scelta di questa scuola era l'assenza di una auletta dove
poter far lavorare Edoardo (spazio necessario per bambini con questi
problemi). A questo proposito il Comune di Casalecchio di Reno in accordo
con la USL durante l'estate ha fatto dei lavori edili ricavando lo spazio
per Edo (una auletta tutta per lui e un bagno personale dove è stata messa la sua foto sulla
porta per completare il lavoro dell'autonomia).

Cosi abbiamo cominciato l'avventura della prima elementare.

La Scuola Tovoli è una scuola piccolina di Casalecchio di Reno (Succursale
della Scuola Vigano') ed ha solo 5 classi in tutto. Si respira un'aria
familiare e ci siamo trovati subito bene.

Edoardo frequenta a tempo pieno la 1^ C con i due Maestri
Marcello e Franca.  Roberta, Caterina e Raffaella, si alternano così:

                    LUN        MAR         MER        GIO         VEN
8.30-9.30     Raffaella   Caterina     Caterina    Roberta    Raffaella
9.30-10.30   Raffaella   Caterina     Caterina    Roberta    Raffaella
10.30-11.30 Raffaella   Caterina     Caterina    Roberta    Raffaella
11.30-12.30 Raffaella   Caterina     Caterina    Roberta    Caterina
12.30-13.30 Roberta    Caterina     Raffaella   Caterina    Caterina
13.30-14.30 Roberta    Roberta      Raffaella   Caterina    Caterina
14.30-15.30 Roberta    Roberta      Raffaella   Caterina    Caterina
15.30-16.30 Roberta    Roberta      Raffaella   Caterina    Caterina

La classe è composta da 20 bambini, di cui solo 4 femmine.

Le bambine si sono dimostrate subito attentissime alle esigenze di Edo e già
dai primi giorni si sono alternate con lui nell'auletta.  A questo punto i
maschietti hanno reclamato e i maestri hanno stabilito i turni per
accompagnare Edo in auletta (solo però chi si comporta bene).

EDOARDO QUINDI  E' DIVENTATO UN PREMIO.

Spesso vengono organizzati dei piccoli gruppi di basket (Edo adora la palla
e i canestri). Gli stanno insegnando ad aspettare il suo turno e a
lanciare la palla ai compagni.

Altra cosa molto bella è la corrispondenza giornaliera che abbiamo con
gli Insegnanti. Tramite il Diario scolastico ci relazionano su come è
andata la giornata e scrivono le loro impressioni, dando consigli e
chiedendo informazioni. A scuola viene anche tenuto (dietro direttive della
D.ssa Gentili) un monitoraggio del comportamento di Edoardo che, come
tutti i bimbi come lui, alterna momenti di tranquillità a momenti di
(anche forte) agitazione.

Inizialmente ci doveva essere un progetto piscina (una volta alla settimana)
con tutta la classe. Non è passato. Si era pensato di aderire a quello della
Seconda Elementare, dove già cè un altro bambino disabile seguito da
Raffaella e ci sono tutti i compagni che hanno fatto tre anni di scuola
materna con Edoardo.

Le Educatrici si erano dimostrate disponibili ad accompagnare Edo in piscina
ma il Dirigente Scolastico ci ha fatto sapere che per motivi burocratici non
si poteva fare. PECCATO, anche perchè Edo adora l'acqua (lo portiamo in piscina
ogni domenica) dove si muove con sempre maggiore autonomia.....e dove trova
benefico sfogo nei suoi momenti di maggiore agitazione.
Speriamo che la situazione in primavera si sblocchi e
chiediamo ai Dott. Graziella Roda e Rosario Calarco
se si può fare qualcosa in merito.

ECCO ALCUNI PASSI DEL DIARIO SCOLASTICO:

CI SONO MOMENTI TRANQUILLI:

28 settembre:

                    "Molto meno agitato rispetto la settimana scorsa! E'
sempre da contenere, ma siamo nella normalità. Nella mattinata è stato con
Marcello perchè Raffaella non c'era: Quando sono arrivata alle 12.30 non
aveva ancora fatto la pipì.... La cosa straordinaria è che aveva bevuto
tanto! Beh l'ha fatta alle 13,45 . Nel dopo pranzo siamo stati al campetto e
ho cercato di farlo giocare con un piccolo gruppo di compagni. C'è ancora
molto lavoro da fare perchè vorrebbe tenere la palla sempre lui. Poi qualche
gioco e coccole in auletta con solo le bimbe che sono molto attente alle sue
esigenze. Infine abbiamo lavorato in classe poi merenda". ROBERTA

6 Ottobre:

                "Mattina: Edo è stato molto tranquillo. Siamo stati in
classe fino alla ricreazione e ha colorato, tagliato e dipinto con le mani.
Poi abbiamo fatto un piccolo gruppo nella sua auletta con alcuni bimbi.
Abbiamo usato le tempere e gli stampi. Ha mangiato tutto e la pipì non l'ha
fatta per tutta la giornata. Oggi mi sembra più recettivo”. CATERINA

14 Ottobre

                "Abbastanza calmo, in mensa ha mangiato tutto e la
ricreazione l'abbiamo fatta in auletta con 2 compagne.Ha giocato tantissimo
con loro (non l'ho mai visto ridere così) Dopo è rimasto vispo tutto il
tempo, abbiamo lavorato un po' in classe poi abbiamo fatto un giro in
giardino. Niente pipì tutto il pomeriggio." ROBERTA

27 Novembre

                "Mattina molto bene. Siamo stati in classe a lavorare. Con
Marcello abbiamo letto la filastrocca "L'amico Speciale", è stato un
bellissimo momento. Dopo la ricreazione abbiamo fatto inglese con Marcello
che ha messo su delle canzoncine ed Edo ha ballato con i suoi compagni. Pipì
tutto ok. RAFFAELLA

21 Dicembre

            "Pomeriggio: molto molto bene. Ha un buon equilibrio di
attenzione e movimento. Ha lavorato bene interagendo sia con l'adulto che
con i compagni." ROBERTA

CI SONO MOMENTI IMPEGNATIVI:

9 Novembre

            "Iperattivo. Ho fatto molta fatica a contenerlo e farlo lavorare
un minimo, in quanto vorrebbe solo giocare. E' presente ma disobbediente,
quindi bisogna ripetergli le richieste tante volte. Ha fatto la pipì addosso
nel momento della ricreazione con i compagni in auletta, nonostante l'avesse
fatta 20' prima. Raffaella mi ha riferito
che in mensa ha mangiato tutto e
volentieri ed è stato agitato anche con lei". ROBERTA

1 Dicembre

        "Furbetto e dispettoso" è il titolo di oggi pomeriggio. Alcune
consegne non voleva proprio farle ed escogitava qualsiasi cosa per averla
vinta. Ha fatto fatica a stare fermo al banco., ma ha comunque lavorato
abbastanza". ROBERTA

2 Dicembre

        "Molto molto mosso. Durante la mensa ha detto Caterina che non si è
comportato benissimo ed ha lanciato oggetti. Anche durante la ricreazione ha
cercato di lanciare gli oggetti che prendeva. Abbiamo lavorato un po' in
classe ma difficilmente portava a termine le consegne. Siamo usciti poi a
fare un giro intorno alla scuola”. RAFFAELLA

8 Dicembre

        "Mattina. Edo era parecchio agitato. E' Stata molto dura farlo
lavorare perchè voleva alzarsi e lanciava spesso i giochi. Siamo comunque
stati in classe a tagliare e incollare. Pipì tutto ok." CATERINA

============================================

Abbiamo riportato alcune giornate tipo di Edoardo. Siamo molto contenti di
come stanno andando le cose. Ci siamo resi conto che tutti gli Insegnanti
sono tra loro perfettamente in linea ed in totale accordo (ciò che non
sempre accade nei lavori di gruppo, ma
che è essenziale per la riuscita di un progetto).
Di loro, oltre alla competenza e all'attenzione, colpiscono la sensibilità e
la passione che riversano in ciò che fanno.
In particolare, i due Maestri Marcello e Franca stanno facendo una cosa
molto importante:

STANNO EDUCANDO GLI ALTRI BAMBINI A VOLER BENE A EDOARDO.

Abbiamo costantemente la supervisione di Francesca Giovannini del Team
Autismo che è sempre disponibile con noi e con le Educatrici. Il tutto
sempre coordinato dalla D.ssa Carlotta Gentili.

Sicuramente siamo stati fortunati a trovare un gruppo come questo.

MA UNA COSA (CHE NON RIENTRA TRA I "DOVERI DEL MESTIERE")
LA DOBBIAMO EVIDENZIARE:

STANNO LAVORANDO TUTTI CON IL CUORE. GRAZIE

la mamma Marialba Corona MAIL: framary@inwind.it

il papà Pierfrancesco Rumpianesi


ALLEGO LA RELAZIONE TECNICA FORNITA DA INSEGNANTI, EDUCATORI E TEAM AUTISMO

-----Messaggio originale-----
Da: daniela marianicerati [mailto:marianicerati@yahoo.it]
Inviato: venerdì 6 novembre 2009 13.21
A: Corona Marialba (UniCredit Banca); marialba corona
Cc: Roda Graziella
Oggetto: esperienza di scuola

Cara Marialba,
  la tua esperienza dell'inizio della scuola elementare è molto
interessante. Siamo abituati ad un coro di lamenti in confronto ai quali i
cori delle tragedie greche di Eschilo e Sofocle sono un'allegria. Tu hai
sempre parlato bene della scuola e della Sanità e anche il passaggio alla
scuola elementare è stato ben preparato e ha avuto un ottimo esito. Il tutto
senza ricorrere a costosi maghi stranieri, ma valorizzando le risorse del
pubblico: scuola e sanità. Vorremmo fare tesoro della tua esperienza per
capire cosa c'è di esportabile in modo che le buone prassi diventino la
regola e non l'eccezione. Come vedi, ci legge in copia lì'ottima Graziella
Roda, la cui esperienza è insostituibile come maestra elementare prima e
come coordinatrice di esperienze regionali all'Ufficio Scolastico Regionale
poi. Siamo ben oltre il dovere e la sintonia con la nostra associazione di
volontariato trova in lei un'alleata e una compagna di viaggio, oltre che un
 buon Cireneo, senza pari. Attendo che tu ci racconti per bene la tua
testimonianza. A presto
   Daniela


PROGETTO EDUCATIVO E DI INTEGRAZIONE PER E.

L’ESPERIENZA DELLE SCUOLE ELEMENTARI TOVOLI

IL PASSAGGIO SCOLASTICO

A settembre E. ha iniziato a frequentare la classe prima presso le Scuole Elementari Tovoli a Casalecchio di Reno (Bologna). Con la supervisione della coordinatrice del team autismo è stato progettato un percorso individuale per E. con l’obiettivo di facilitare il passaggio scolastico favorendo la continuit

IL PASSAGGIO SCOLASTICO

A settembre E. ha iniziato a frequentare la classe prima presso le Scuole Elementari Tovoli a Casalecchio di Reno (Bologna). Con la supervisione della coordinatrice del team autismo è stato progettato un percorso individuale per E. con l’obiettivo di facilitare il passaggio scolastico favorendo la continuità con la scuola materna. La collocazione della scuola materna posta al piano sottostante quella elementare ha agevolato la realizzazione del progetto; due pomeriggi alla settimana per circa un’ora E. si recava alla scuola elementare insieme a una delle due educatrici che tuttora lavorano con lui. Con la disponibilità degli insegnanti è stato possibile organizzare momenti di incontro coi bimbi di alcune classi che per l’occasione preparavano attività a cui potesse partecipare anche E. (musica, giochi motori). Inoltre ha potuto visitare le aule, ambientarsi conoscendo i nuovi spazi e avere un primo approccio relazionale con i suoi futuri insegnanti. Verso la fine dell’anno scolastico sono stati organizzati momenti di incontro tra le insegnanti e le educatrici della scuola materna, quelli della scuola elementare e i referenti dell’Asl per scambiarsi informazioni utili al passaggio scolastico di E.

Per preparare E. all’ingresso delle scuole elementari si è lavorato molto sulle autonomie, in particolare sul controllo sfinterico (E. fino a giugno portava il pannolino). Alla scuola materna l’ultimo mese dell’anno scolastico è iniziato il progetto di Toilet Training ed è proseguito durante l’estate presso i centri estivi del Comune che E. ha frequentato. La sequenza complessa della routine per andare in bagno è stata suddivisa in singoli elementi di azioni e si è lavorato su ciascuno di essi. Il percorso di acquisizione del controllo sfinterico è stato così strutturato stabilendo una precisa routine seguita da tutte le figure che lavorano con E. (abbassarsi i pantaloni, sedersi sul water, prendere la carta igienica e pulirsi, alzarsi dal water, tirarsi su i pantaloni e tirare lo scarico).

Il primo periodo E. necessitava di prompt verbale per mettere in atto ogni singola azione dell’intera sequenza; ora l’ha acquisita totalmente compiendo la routine automaticamente senza bisogno dell’indicazione verbale. E. veniva portato in bagno inizialmente ogni quarto d’ora; col passare dei giorni e l’osservazione dei suoi progressi è stato aumentato gradualmente l’intervallo di tempo fino a giungere all’ora e mezza di adesso. Per andare in bagno è stato usato come oggetto di transizione una scatola di salviette profumate vuota (oggetto molto apprezzato da E.) che gli veniva fatta appoggiare su di un’altra identica posta in bagno e quando usciva la riportava dove l’aveva presa all’inizio. Ogni volta che ci si recava in bagno si scriveva su una tabella l’ora, se la minzione era avvenuta nel water o se c’era stato un incidente di pipì nei pantaloni. Se E. faceva la pipì nel water come rinforzo abbiamo usato le bolle di sapone, tenute in bagno ma non in vista; in caso di incidente lo si cambiava facendogli semplicemente notare che era bagnato, senza sgridarlo e neanche coccolarlo. Dopo poche settimane dall’inizio del progetto E. aveva diminuito notevolmente gli incidenti e attualmente urina sempre nel water, a parte rari episodi. Allo stesso modo sono state strutturate altre routines, come quella di lavarsi le mani e i denti.

Da qualche mese ha iniziato ad associare le immagini uguali tramite giochi quali il Lotto; ciò ha permesso di strutturare il progetto scolastico in maniera più complessa utilizzando degli ausili visivi per la comunicazione e l’organizzazione delle attività.

IL PROGETTO SCOLASTICO

Il team scolastico è formato da due insegnanti di classe, l’insegnante di sostegno e da due educatrici: dall’inizio dell’anno scolastico si è lavorato programmando congiuntamente per creare il miglior contesto possibile alle esigenze di E., di potenziare le sue capacità, di valutare su quali potenzialità concentrarsi maggiormente, di sviluppare le sue competenze cognitive e di strutturare il percorso sulle autonomie. Spesso gli insegnanti, in particolare quella di sostegno, hanno momenti di programmazione con le educatrici per fare un aggiornamento sulla situazione, sui progressi e sulle difficoltà riscontrate modificando in itinere gli obiettivi, il materiale utilizzato e le attività. Inoltre si hanno frequenti incontri a scuola o in Ausl e contatti telefonici con la coordinatrice del team autismo.

Il punto di partenza è stata l’organizzazione e la strutturazione degli spazi per rendere l’ambiente scolastico più prevedibile e familiare per E.; gli sono stati forniti dei punti di riferimento incollando la sua foto sul suo banco, sulla sua “buchetta”, sul suo bagno (ora utilizza indifferentemente quello dei compagni) e dove appende la giacca.

La classe è stata disposta a “ferro di cavallo” perché si è ipotizzato che tale collocazione sia utile al potenziamento della relazione tra E. e i compagni. Il banco di E. è l’ultimo dal lato della classe vicino alla porta per facilitare gli spostamenti, soprattutto per andare in bagno. In classe abbiamo riposto in uno scaffale tutto il materiale che usiamo con E. quando lavoriamo in aula: giochi a incastri, puzzle, Lotto con associazione di immagini uguali, giochi per abbinare e riconoscere i colori,… Inoltre abbiamo riposto album di cartoncini colorati e bianchi, quaderni, pennarelli, tempere e colori a dita nella sua “buchetta” che usiamo per svolgere attività mirate allo sviluppo delle abilità fini motorie: abbinamento di cartoncini dello stesso colore, tagliare, incollare, colorare, pitturare con le mani.

Le attività individualizzate svolte da E. non avvengono solo all’interno della sezione ma per brevi periodi, soprattutto al pomeriggio quando è più stanco, nell’aula posta di fronte alla sua classe che il Comune ha provveduto a costruire e ad arredare in tempi molto brevi. Si è organizzato e strutturato in maniera funzionale alle esigenze di E. anche questo spazio: abbiamo creato un angolo “morbido” con un materasso posizionato vicino ad uno specchio sul quale a E. piace molto guardare la sua immagine riflessa mentre ride e dove si rilassa dopo aver lavorato la mattina.



Fig. 1: Angolo “morbido” creato nell’aula di sostegno.

Abbiamo inoltre posizionato un banco e due sedie per svolgere le attività con materiali che teniamo in quest’aula riposti in un armadio e in due cassettiere; alcuni materiali sono simili a quelli usati in sezione e altri sono costituiti ad esempio da dadi di gomma, costruzioni, una piccola pianola, uno xilofono…; inoltre teniamo alcune palle, di cui due di gomma, che rappresentavano uno dei principali interessi di E. prima che cominciasse ad associare le immagini. Ad E. è concesso giocare con la palla, sempre con un’altra persona, al termine delle attività come premio al lavoro svolto: tramite prompt verbale e, se necessario, anche fisico lo si guida a rilanciare la palla in direzione dell’altro (di solito un compagno).

Da quest’anno è stato strutturato un calendario visivo iniziale che verrà integrato gradualmente nel corso dell’anno con ulteriori foto valutando i progressi e le acquisizioni avvenute; lo schema visivo è stato posizionato nella sua aula e le foto rappresentano i quattro momenti principali della giornata scolastica di E.:

  1. il suo banco con raffigurato uno dei giochi che E. preferisce per indicare il lavoro svolto in classe;

  2. il suo bagno;

  3. il vassoio per la mensa per indicare l’ora del pranzo;

  4. l’auletta che indica il momento del rilassamento pomeridiano e del gioco coi compagni.




Fig. 2: Il calendario visivo.


E’ stato istituito un diario in cui viene riportato com’è andata con E. sia al mattino che al pomeriggio, se era tranquillo, agitato, collaborativo e le attività svolte; viene consegnato ai genitori all’uscita da scuola e riportato la mattina dopo. Tale strumento si è rivelato molto utile al fine di avere una visione completa e un continuo monitoraggio della situazione, soprattutto per quello che avviene nei weekend riportato sempre dai genitori.

LA GIORNATA SCOLASTICA DI E.: ATTIVITA’ INDIVIDUALI E COI COMPAGNI

Quando E. arriva a scuola lo si fa aspettare in fila coi compagni per entrare in classe tutti insieme; gli si fa togliere la giacca e posizionarla sul suo gancio dandogli un prompt verbale o fisico che lo stimoli a collocarla dov’è posta la sua foto. Dopo ci si reca in classe ed E. partecipa all’appello attaccando la sua foto di fianco al suo nome sul cartellone delle presenze (sempre dandogli un’indicazione fisica). In seguito lo si aiuta ad appendere la carta visiva indicante il lavoro in classe seduto al banco. I giochi utilizzati da E. sono quelli a incastri, con le forme, puzzle a pezzi grandi in cui inserire all’interno animali, giochi con bottoni colorati da collocare all’interno di immagini per potenziare il riconoscimento dei diversi colori, giochi basati sull’associazione di immagini uguali quali il Lotto.

Fig. 3: Alcuni dei materiali didattici utilizzati.

Le attività manuali svolte con E. sono finalizzate principalmente al potenziamento della motricità fine o manuale:

  • colorare, tagliare, incollare, pennellare;

  • riconoscimento dei colori e abbinamento: ad esempio disegno di due cerchi di colori diversi fatti colorare ad E.; dopo avergli fatto tagliare dei cartoncini dello stesso colore dei cerchi lo si aiuta a incollarli sul colore corrispondente dandogli un’indicazione verbale o gestuale;

  • riconoscimento delle forme: ad esempio disegno di quadrati, rettangoli, cerchi, triangoli che gli vengono fatti colorare o ritagliare e incollare; oppure tagliare due figure (ad esempio un quadrato e un cerchio) di circa quindici centimetri e tanti quadrati e cerchi di piccole dimensioni da fargli incollare all’interno della figura grande della stessa forma; le due figure grandi e le rispettive di piccole dimensioni spesso le si costruisce di due colori differenti per unire al riconoscimento delle forme anche quello dei colori;

  • pittura con le mani.



Fig. 4: Alcune delle attività svolte.

Le attività durante tutto l’arco della giornata sono intervallate circa ogni ora dal momento in cui ci si reca in bagno con E. Dopo aver acquisito quasi totalmente il controllo sfinterico, si sta ora cercando di trovare un modo perché E. ci segnali l’esigenza di andare in bagno (spesso si tocca per indicarlo); a tale scopo prima di recarsi in bagno, è stato scelto, oltre alla carta visiva, un gesto comune a tutte le figure che lavorano con E.: prendergli la mano e fargli leggermente tirare la cintura dei pantaloni esplicitando che si sta andando in bagno.

Verso metà mattina inizia la ricreazione ed E. resta in classe coi compagni a mangiare la frutta seduto al banco. Si cerca in quest’occasione di stimolare E. alla richiesta non verbale della frutta tramite il gesto “Da” con la mano aperta. Spontaneamente e in gran numero i compagni si dirigono verso il banco di E. e chiedono di svolgere alcuni giochi insieme a lui guidandolo e aiutandolo; finita la ricreazione si resta in classe e si continua a lavorare fino all’ora di pranzo quando ci si reca in mensa. Anche in questo momento i compagni chiedono di sedersi vicino a lui. Si stimola sempre E. alla richiesta non verbale quando desidera ad esempio l’acqua e ora ha imparato a comunicarlo prendendo la mano dell’educatore o dell’insegnante e portandola in direzione della caraffa. Nella ricreazione pomeridiana si organizza un piccolo gruppo di bimbi (massimo quattro) che si recano nell’auletta insieme ad E. per giocare con lui sul materasso, con la palla, coi dadi di gomma e vengono svolti giochi motori per rilassarlo prima di iniziare le attività pomeridiane; il lavoro fatto al pomeriggio è simile a quello del mattino ma è intervallato da attività individuali svolte non solo in classe ma anche nella sua aula perché è stato ritenuto troppo stressante restare tutta la giornata in classe. Infine, prima di uscire da scuola, si svolge la merenda in classe coi compagni.

La classe è stata da subito accogliente nei confronti delle esigenze di E.: i compagni lo coccolano molto e si sono dovuti organizzare un elenco di gruppi che a turno giocano in auletta con E. durante la ricreazione, perché ogni giorno i bimbi si contendono l’andare a giocare con lui. Si è cercato da subito di stabilire un clima inclusivo all’interno della classe ed è stato trasmesso ai bimbi che trascorrere momenti di gioco con E. è premiante. Come emerge ogni giorno i compagni hanno una sorta di ammirazione nei suoi confronti e delle sue esigenze speciali: lo dimostrano continuamente dandogli molte attenzioni e manifestando gesti di affetto nei suoi confronti. Grazie a questo contesto favorevole all’integrazione E. sta crescendo molto nella relazione socio-affettiva ed emotiva: spesso è lui stesso a cercare i compagni allungandosi verso di loro quando passano in prossimità del suo banco; ride molto quando gli fanno il solletico e mostra di apprezzarlo prendendo la mano del compagno e portandola verso di sé per indicare che lo desidera ancora. E’ stato enfatizzato molto l’aiuto e la collaborazione dei compagni (tutoring) nello svolgimento di attività insieme ad E. valorizzando l’apprendimento cooperativo.

L’IMPORTANZA DELLA RETE ATTORNO A E.

Il progetto scolastico è continuamente monitorato e aggiornato sui cambiamenti e sui progressi compiuti da E. dalla coordinatrice del team autismo che viene a scuola circa ogni mese e mezzo a supervisionare come evolve la situazione. Inoltre le educatrici hanno contatti tutte le settimane ed incontri frequenti con lei. Circa tre o quattro volte durante l’anno scolastico viene svolto il gruppo operativo con i tecnici dell’Ausl, la neuropsichiatria referente e il coordinatore degli interventi educativi; durante l’anno si hanno ulteriori contatti con i referenti dell’Ausl per aggiornarli sulla situazione e i genitori hanno incontri periodici con loro.

Inoltre si hanno contatti anche con altre figure che seguono E.: la logopedista che saltuariamente viene a scuola e la psicomotricista; E. frequenta il centro di equitazione Paddok che ha fornito alla scuola il progetto da loro realizzato permettendoci la condivisione degli obiettivi generali.

Il lavoro svolto fino ad ora e la possibilità di sperimentare quali interventi erano più funzionali e strumentali alle esigenze di E., di fornire nuovo materiale, di dare continuità al percorso sulle autonomie anche a casa è stato grazie al supporto, alla collaborazione e alla comunicazione sempre diretta con la famiglia di E. riguardo le necessità riscontrate nel corso del tempo. La cooperazione educativa tra tutti i nodi della rete (scuola, Ausl, famiglia, interventi specifici extra-scuola) ha reso possibile la presa in carico globale della situazione di E. facendo fronte tempestivamente alle esigenze che emergono lungo il percorso evolutivo.


Edoardo in quinta elementare!

Nostro figlio Edoardo è già in quinta elementare e ci prepariamo a chiudere un altro ciclo scolastico.Questi cinque anni sono trascorsi e il nostro Edo ha fatto progressi. Ci sono stati anni belli e tranquilli con insegnanti competenti e formati, altri più movimentati ma nel complesso siamo stati contenti della Scuola Tovoli dell'Istituto Comprensivo di Ceretolo.

L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie, la maestra di classe Anja Facchinetti ci ha consegnato uno scritto con indicato un lavoro fatto in classe con Edoardo e il relativo cartellone disegnato dai compagni. 

Arrivati a casa abbiamo letto e ci siamo commossi, la maestra Anja è arrivata questo anno (peccato non averla incontrata prima) e si è dimostrata particolarmente attenta alle esigenze di Edo cercando di coinvolgerlo nelle varie attività.

Vogliamo allegare la relazione della maestra unitamente al cartellone dei compagni.

Ringraziamo di cuore il maestro Marcello De Caro che ci ha accompagnato in tutti i cinque anni e ha condiviso con noi momenti belli ma anche momenti brutti cercando sempre di sdrammatizzare.

Grazie anche alla maestra di religione Antonella Campana, alle due insegnanti di sostegno Del Nero Cristina e Ferrara Diana. Infine grazie a Francesca Giovannini del Team Autismo che ha creato il progetto di Edoardo condiviso con Insegnanti ed Educatori.

Gli Educatori Riccardo e Valentina hanno lavorato sulle autonomie (autonomie di base, motricità ed esercizi fisici per migliorare l'ipotonia) e direi che hanno dato il massimo. Edoardo, infatti, va a scuola molto contento e mi dicono che ricerca il contatto dei compagni che sono molto disponibili a lavorare con lui,GRAZIE ANCORA A TUTTI.

Papà e Mamma di Edo

EDOARDO, IL NOSTRO AMICO SPECIALE


Mensa, coltello e vassoio

Edo fatica ad aspettare in corridoio.

Ha imparato ad apparecchiare

e, insieme a noi, a non rovesciare.

Però Edoardo non può studiare

perché ha qualcos'altro da fare;

con la palla palleggia all'infinito

Solo i compagni hanno capito

ci vuole pazienza ad insegnare

anche con lui si può giocare.

Mi mi mi ...ripete senza stancarsi

però fatica a concentrarsi

Edoardo ha paura di ogni cosa

STRINGILO IN UN FORTE ABBRACCIO!

Da un buco nero si sente attirato

sembra quasi essere comandato.

Non riesce bene a comunicare

noi però lo possiamo aiutare.

Edo gioca e rigioca, chiede e richiede

però a comunicare lui non ce la fa

la confusione agitare lo fa

e di certo non lo aiuterà.

Dice l'educatore, che è il suo dottore,

Edo ha paura e non esiste una cura

l'unico modo per amarlo è aiutarlo!

Noi siamo la Quinta C e siamo divertenti

grazie a Edoardo siamo diventati più accoglienti,

giocando rigiocando Edoardo sta imparando

e a poco a poco, sta migliorando.

Ci vuole tanto AMORE, ma quando fa arrabbiare

a lui una sgridata bisogna dare!

E se proprio tutto non può fare

c'è sempre qualcosa a cui può giocare.

Il tenero sorriso del nostro amico

I NOSTRI CUORI TUTTI HA COLPITO!


GLI ALUNNI DELLA QUINTA C


Relazione della maestra Anja

La maestra Anja: IL NOSTRO AMICO SPECIALE

Ho conosciuto gli alunni di questa classe lo scorso anno scolastico e sono stata subito colpita dallo spirito di unione che li caratterizza. Tra i bambini spicca un alunno speciale, Edoardo. E’ ben voluto da tutti e ognuno dei suoi compagni ha nei suoi confronti tante attenzioni. Proprio per questo clima accogliente che si è creato nel corso degli anni della scuola elementare e che cresce ogni giorno di più sono sempre più convinta che la diversità, in qualsiasi forma si presenti, sia una fonte di ricchezza per tutti. Gli alunni di questa classe alla fine della loro esperienza di scuola elementare saranno per tutta la vita delle persone attente ai bisogni dell’altro e che di fronte ai problemi altrui avranno perciò un occhio di riguardo. Anche noi insegnanti traiamo vantaggio da questa esperienza e io personalmente mi emoziono tutte le volte che Edoardo si siede sulle ginocchia di un compagno.

Studiando e andando a lezione, una delle prime cose che ti insegnano riguardo alle persone affette da autismo o in generale sui disturbi pervasivi dello sviluppo, riguarda la tendenza ad evitare il contatto fisico. La realtà è ben lontana dalle teoria, non mi sembra che Edo rifiuti il contatto dei suoi compagni, anzi a volte lo cerca proprio. Ogni persona è diversa da un’altra sia essa una persona con autismo o meno.

Il linguaggio di Edoardo è verbale non vocale, quindi si basa su segni cha ha interiorizzato nel corso degli anni e i PECS. Anch’io ho imparato i suoi segni, me li hanno insegnanti i suoi compagni che con lui comunicano benissimo.

Proprio sulla comunicazione abbiamo fatto un bellissimo lavoro. Comunicare non vuol dire solo parlare, quando ad Edoardo qualcosa non va si fa capire alla perfezione. E tutti ci impegniamo affinchè i suoi comportamenti siamo sempre meno problematici. Certo il fatto che io sia un’ennesima persona che ruota attorno a lui non lo aiuta perché sono convinta cha la continuità degli operatori sia tanto importante quanto la routine delle sue attività. Il doversi abituare in continuazione a persone nuove non fa altro che creare disagio.

Abbiamo riflettuto in classe sul significato di autismo e di quanto questo termine abbia un significato lontano da quello di autonomia pur avendo la stessa radice. La classe è un gruppo, l’integrazione di Edoardo è stata fatta e, secondo me, anche l’inclusione si è realizzata nel momento in cui tutto il gruppo classe è propenso ad accettare la diversità dell’alunno speciale non mostrando spavento o soggezione ma disponibilità e voglia di confrontarsi con la diversità. Ho presentato alla classe come strumento per approfondire il tema dell’autismo la filastrocca l’amico speciale. Ci siamo seduti in cerchio, ognuno ha ricevuto una copia del testo e, dopo averla letta più volte, abbiamo discusso sul suo significato. In un secondo momento i bambini sono stati divisi in sette gruppi, tanti quante sono le parti della filastrocca. Ad ogni gruppo è stato dato il compito di analizzare nel dettagli o la parte e trasformare il testo in disegni. Alla fine ogni gruppo ha attaccato su un cartellone intitolato Il nostro amico speciale il suo lavoro. Il cartellone è ricco di metafore frutto del lavoro dei bambini. E’ uscito un cartellone molto importante che ha trovato posto sulla parete di fronte alla classe in modo che sia ben visibile a tutti. Francesco, il protagonista della storia è stato sostituto da Edoardo.Sempre sulla comunicazione abbiamo guardato un film, Il ragazzo selvaggio. L’abbiamo commentato e i bambini hanno dedotto che quando Victor, il protagonista, un ragazzino di undici forse dodici anni, non riusciva a farsi capire emetteva dei comportamenti problema. E’ piaciuto tanto il film alla classe, forse perché il protagonista potrebbe essere un loro coetaneo e forse, aggiungo io, perché può capitare che anche chi parla a volte può avere difficoltà a farsi capire o non essere compreso. Tante liti si scatenano proprio per questo motivo.

Con Edoardo è impossibile litigare, anche le partite di basket a ricreazione diventano più stimolanti quando lui ti prende la palla e, soddisfatto, ti sorride.

Grazie caro Edoardo, sei proprio un alunno speciale!

Grazie al mio collega e a tutte le persone che lavorano con me per avermi dato la possibilità di lavorare in questa classe davvero SPECIALE!!!

Anja Facchinetti


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