<html>
<head>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=UTF-8">
</head>
<body>
<font face="Times New Roman">gentile sig. Antonio Fiorentino,<br>
la collocazione in gruppo o in situazione dinamica non è il punto
di partenza ma il punto di arrivo, è un obiettivo, cui si arriva
con un processo di progressivo adattamento all'incremento degli
stimoli, della velocità, delle diversità.<br>
Altrimenti si ha la condizione di risposta massiva, incontrollata
e nervosa che lei ha rilevato.<br>
<br>
Bisogna sempre partire dalla consapevolezza della condizione di
lentezza ad elaborare stimoli, messaggi, orientamenti. La velocità
d'azione (in realtà si tratta di fluidità, fluency) va esercitata,
costruita e spinta in avanti.<br>
La simultaneità, la con-correnza, la sinergia o sinestesia,
richiedono al cervello un più rapido scambio interemisferico.<br>
Anche l'immaginazione richiede tale incremento di velocità
d'azione, perché è uno spostamento o scorrimento di
rappresentazioni mentali (perciò il nuovo e l'improvviso lo
disturbano).<br>
<br>
La Velocità/Lentezza è fondamentale, poiché altera il vissuto
Spazio-Tempo.<br>
Viceversa, inefficienti Spzio-Tempo alterano la Velocità.<br>
Lo hanno detto i grandi fisici.<br>
<br>
La terapia tende alla velocità (fluidità) non all'accuratezza.<br>
</font>La bravura del terapista risiede nel tenere il tagazzino in
costante tensione ad una fluidità via via crescente ma in
equilibrio.<br>
Ciò richiede che il ragazzo ti dia fiducia (da costruire).<br>
Non è questione di presa in carico, ma di "presa in fiducia".<br>
Paradossalmente migliora l'autocontrollo con una terapia che lavora
sulla velocità/fluidità.<br>
Prof. Piero Crispiani<br>
<br>
<br>
<div class="moz-cite-prefix">Il 12/08/2023 15:18, antonio leonardo
fiorentino ha scritto:<br>
</div>
<blockquote type="cite"
cite="mid:CAMAz1WWNtF9ew6qJUym3BnfhF4ji8JKJZYj6jXYgT837be_p7g@mail.gmail.com">
<div dir="auto">Buongiorno
<div dir="auto">leggo con attenzione le news scientifiche
sebbene spesso come semplice genitore mi "perdo" nel
tecnicismo come è giusto che sia.</div>
<div dir="auto"><br>
</div>
<div dir="auto">Tuttavia cerco di raccontare la mia esperienza
ovvero quella vissuta con mio figlio che credo abbia assonanze
con il tema dei neuroni a specchio.</div>
<div dir="auto"><br>
</div>
<div dir="auto">- quando mio figlio ha effettuato terapie o
comunque ha vissuto momenti ludico-ricreativi o di semplice
intrattenimento sociale in gruppo con altri bambini in ASD di
durata variabile (da qualche incontro fino a diverse
settimane) spesso (mio figlio) ha "portato a casa"
comportamenti e stereotipie motorie e vocali mai avute (o
avute in principio e poi perse negli anni) o comunque mai
registrate pertanto penso che verosimilmente in questo caso i
neuroni a specchio abbiano funzionato;</div>
<div dir="auto"><br>
</div>
<div dir="auto">tutti conoscono l'adagio "chi va con lo zoppo
impara a zoppicare"</div>
<div dir="auto"><br>
</div>
<div dir="auto">per l'esperienza vissuta e nelle righe sopra
condivisa da semplice genitore credo dunque che sia
improduttivo o forse anche deleterio che un bambino in ASD
abbia esperienze di gruppo con altri bambini ASD (sia sociali
che terapeutiche/riabilitative) e al contrario credo sia
saggio promuovere momenti di condivisione con bambini
neurotipici per allenarli a "non zoppicare" ed è per questo
che ritengo fondamentale il ruolo della scuola che deve
funzionare come laboratorio si didattico ma anche educativo
sociale (non basta fare un ora di etica, religione, etc).</div>
<div dir="auto"><br>
</div>
<div dir="auto">al riguardo vorrei sapere cosa ne pensano gli
altri genitori ed osservatori ovvero se anche loro hanno
vissuto esperienze simili.</div>
<div dir="auto"><br>
</div>
<div dir="auto">saluti</div>
<div dir="auto">Antonio f.</div>
<br>
<br>
<div class="gmail_quote" dir="auto">
<div dir="ltr" class="gmail_attr">Il sab 12 ago 2023, 14:24
Piero Crispiani <<a
href="mailto:pierocrispiani@gmail.com"
moz-do-not-send="true" class="moz-txt-link-freetext">pierocrispiani@gmail.com</a>>
ha scritto:<br>
</div>
<blockquote class="gmail_quote">
<div> Gentile Dott.ssa Daniela,<br>
ringrazio della nota informativa che ci rimanda a certi
fenomeni di allargamento indebito di elementi biopsichici
come quello che l'equipe di Rizzolatti rinvenne, ovvero
l'assimilazione di patterns neuromotori dall'esperienza
visiva o uditiva.<br>
Questo fenomeno originario non è in discussione, e con
esso il merito di Rizzolatti, del resto non è una novità
che le cellule memorizzano gli stimoli (ovvero la propria
reattività agli stimoli) come nel caso delle cellule
gustative che memorizzano la sensazione di bisogno di
alcool, cioccolato, ecc.<br>
Del resto, così funziona lo "stimolo avversivo" che
memorizza ed automatizza gli effetti di certi stimoli.<br>
Rizzolatti e coll. hanno associato tale effetto al vedere
o udire fatti, eventi, movimenti, immagini, ecc. Fin qui,
bene.<br>
Ripenso alla saggezza popolare del "rubare con gli occhi",
"visto - fatto", "detto-fatto".<br>
<br>
Processo oggi in uso nella didattica avanzata, la
formazione sportiva e costruzione del "gesto tecnico",
ecc.<br>
Molti commentatori hanno invece dilatato il fatto
all'empatia, alla metacognitzione, all'interpretazione dei
visi, cioè la "hanno tirata per la giacchetta".<br>
<br>
Da 50 anni si sa - invece - che l'autismo comporta
difficoltà (lievi o severe) dell'immaginazione, quindi di
dare significati ai visi, ai fenomeni, alle espressioni
verbali, agli ambienti, alle novità, ai cambi di stile,
ecc.<br>
Il "disturbo dell'immaginazione" ... da Schopler in
avanti.<br>
<br>
Prof. Piero Crispiani<br>
<br>
<br>
<div>Il 10/08/2023 09:31, daniela ha scritto:<br>
</div>
<blockquote type="cite">Nell’inserto domenicale di
Repubbica dedicato alla cultura, Robinson, del 29 luglio
scorso, c’è una lunga intervista a Giacomo Rizzolatti,
il neuroscienziato che nel 1992, studiando le basi
neurologiche del movimento nelle scimmie, scoprì
l’esistenza dei neuroni specchio. <br>
Fu una vera rivoluzione per le neuroscienze e da questa
scoperta molti scienziati trassero ispirazione per
cercare di interpretare molte situazioni fisiologiche e
patologiche, in particolare chi studiava l’empatia trovò
nella presenza dei neuroni specchio le basi per spiegare
i diversi livelli di essa nei normodotati. <br>
Lo stesso gruppo di Rizzolatti e molti ricercatori nel
campo dell’autismo ipotizzarono che nei neuroni
specchio, o meglio che in una loro disfunzione, si
potesse trovare la causa dell’autismo. <br>
Ora Rizzolatti ammette con onestà, e con rammarico, che
l’ipotesi non ha retto all’evidenza delle prove, che
alla base dell’autismo non c’è un’assenza o un
malfunzionamento dei neuroni specchio, per cui questa
ipotesi deve essere abbandonata. <br>
Si tratta di un messaggio negativo, ma è importante che
le ipotesi di lavoro, anche quando del tutto lecite e
biologicamente plausibili, vengano abbandonate in modo
che si facciano nuove ipotesi e si cerchino nuove strade
che facciano luce sui reali meccanismi patogenetici,
premessa necessaria per arrivare a proposte terapeutiche
razionali. <br>
<br>
<br>
Daniela Mariani Cerati <br>
_______________________________________________ <br>
Lista di discussione autismo-biologia <br>
<a href="mailto:autismo-biologia@autismo33.it"
target="_blank" rel="noreferrer"
moz-do-not-send="true" class="moz-txt-link-freetext">autismo-biologia@autismo33.it</a>
<br>
Autismo-biologia e' una lista di discussione promossa
dall' A.P.R.I., Associazione Cimadori per la ricerca
italiana sulla sindrome di Down, l'autismo e il danno
cerebrale. <br>
<a href="http://www.apriautismo.it" target="_blank"
rel="noreferrer" moz-do-not-send="true">www.apriautismo.it</a>
<br>
<br>
Per cancellarsi inviare un messaggio a: <a
href="mailto:valerio.mezzogori@autismo33.it"
target="_blank" rel="noreferrer"
moz-do-not-send="true" class="moz-txt-link-freetext">valerio.mezzogori@autismo33.it</a><br>
</blockquote>
<br>
</div>
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Autismo-biologia e' una lista di discussione promossa dall'
A.P.R.I., Associazione Cimadori per la ricerca italiana
sulla sindrome di Down, l'autismo e il danno cerebrale.<br>
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