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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Un grazie sentito a tutti coloro che hanno
partecipato alla ricerca, alle famiglie disponibili, ai clinici che hanno
collaborato. Il vostro lavoro , troppo spesso misconosciuto, è davvero
prezioso.</FONT></DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial></FONT> </DIV>
<DIV><FONT size=2 face=Arial>Noemi Cornacchia </FONT></DIV>
<BLOCKQUOTE
style="BORDER-LEFT: #000000 2px solid; PADDING-LEFT: 5px; PADDING-RIGHT: 0px; MARGIN-LEFT: 5px; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=cgiulivi@gmx.com href="mailto:cgiulivi@gmx.com">Cecilia Giulivi</A>
</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A
title=autismo-biologia@autismo33.it
href="mailto:autismo-biologia@autismo33.it">autismo-biologia@autismo33.it</A>
</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Cc:</B> <A
title=autismo-biologia@autismo33.it
href="mailto:autismo-biologia@autismo33.it">autismo-biologia@autismo33.it</A>
</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Tuesday, February 20, 2018 5:56
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> Re: [autismo-biologia] su
Molecular Autism un articolo importante frutto di una collaborazione
italo-britannica</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV style="FONT-FAMILY: Verdana; FONT-SIZE: 12px">
<DIV>Per aggiungere altri lavori dal nostro laboratorio che pure hanno
dimostrato stress ossidativo in bambini con ASD sono quelli dimonstrando il
danno ossidativo at DNA mitocondriale in linfociti e granulociti, insieme
all' incremento della produzione di radicali liberi dai mitochondri, e
l'impatto della epigenetica (esposizione a pollutants, enviromental triggers)
piu di quello determinato dalla genetica. Come dice la dottoressa Marini,
questi non sono tests specifici per il diagnostico di ASD (questi
risultati sono simili a quelli che si trovano come parte
dell'invecchiamanento) pero aiuteranno a trovare modi di sollevare
la disabilita dell'ASD (antiossidanti? minizzare la esposizione a specifici
pollutants?). </DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>1. Wong S., Rose S., Giulivi C. Mitochondrial DNA
damage in autism. In: <I>Biochemistry of oxidative stress: Physiopathology and
clinical aspects</I> (ed^(eds Gelpi Rj, Poderoso, JJ, and Boveris, A.).
Springer Berlin Heidelberg (2016).</DIV>
<DIV>
<P>2. Wong S., Napoli E., Krakowiak P., Tassone F.,
Hertz-Picciotto I., Giulivi C. Role of p53, Mitochondrial DNA Deletions, and
Paternal Age in Autism: A Case-Control Study. <I>Pediatrics</I>
<B>137, </B> (2016).</P>
<P>3. Wong S., Giulivi C. Autism, Mitochondria and
Polybrominated Diphenyl Ether Exposure. <I>CNS Neurol Disord Drug Targets</I>
<B>15, </B>614-623 (2016).</P>
<P>4. Napoli E., Wong S., Hertz-Picciotto I., Giulivi C.
Deficits in bioenergetics and impaired immune response in granulocytes from
children with autism. <I>Pediatrics</I> <B>133, </B>e1405-1410 (2014).</P>
<P>5. Napoli E., Duenas N., Giulivi C. Potential therapeutic
use of the ketogenic diet in autism spectrum disorders. <I>Front Pediatr</I>
<B>2, </B>69 (2014).</P>
<P>6. Napoli E., Wong S., Giulivi C. Evidence of reactive
oxygen species-mediated damage to mitochondrial DNA in children with typical
autism. <I>Mol Autism</I> <B>4, </B>2 (2013).</P>
<P>7. Napoli E., Hung C., Wong S., Giulivi C. Toxicity of
the flame-retardant BDE-49 on brain mitochondria and neuronal progenitor
striatal cells enhanced by a PTEN-deficient background. <I>Toxicol Sci</I>
<B>132, </B>196-210 (2013).</P>
<P>8. Giulivi C.<I>, et al.</I> Mitochondrial dysfunction in
autism. <I>JAMA</I> <B>304, </B>2389-2396 (2010).<BR> </P></DIV>
<DIV class=signature>Prof. Cecilia Giulivi, PhD<BR>Dept Molecular
Biosciences<BR>University of California Davis</DIV>
<DIV>
<DIV>
<DIV
style="BORDER-LEFT: #c3d9e5 2px solid; PADDING-BOTTOM: 10px; MARGIN: 10px 5px 5px 10px; PADDING-LEFT: 10px; PADDING-RIGHT: 0px; WORD-WRAP: break-word; PADDING-TOP: 10px; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space"
name="quote">
<DIV style="MARGIN: 0px 0px 10px"><B>Sent:</B> Tuesday, February 20, 2018
at 2:49 AM<BR><B>From:</B> "Marina Marini"
<Marina.marini@unibo.it><BR><B>To:</B> autismo-biologia@autismo33.it<BR><B>Subject:</B> Re:
[autismo-biologia] su Molecular Autism un articolo importante frutto di una
collaborazione italo-britannica</DIV>
<DIV name="quoted-content">Come autore dell'articolo sui biomarcatori che è
stato pubblicato ieri,<BR>il cui comunicato stampa ha suscitato una piccola
tempesta mediatica,<BR>desidero confermare quanto scritto in questo blog da
Daniela sul termine<BR>"test", che si presta a interpretazioni sbagliate.
Innanzitutto, le<BR>famiglie che hanno già una diagnosi non hanno bisogno di
ulteriori esami<BR>per la conferma. Poi, le analisi di cui si parla sono alla
portata di<BR>pochissimi laboratori e quindi non si prestano, per il momento,
a un<BR>utilizzo diagnostico. Infine, ma forse è la cosa più importante
da<BR>sottolineare, come viene detto nell'articolo e ripreso dal
comunicato<BR>stampa, prima di parlare di un vero e proprio test bisogna
valutare un<BR>numero molto più elevato di soggetti, vedere se le analisi sono
in grado<BR>di discriminare tra diverse patologie neurologiche e tra queste e
altre<BR>patologie non neurologiche che determinano stress ossidativo;
infine,<BR>sono ancora da valutare questi parametri in bambini di età
inferiore ai<BR>5 anni.<BR><BR>Tuttavia questa scoperta ha ugualmente un
impatto importante perché<BR>segna una piccola tappa nella comprensione delle
cause biologiche che<BR>sottendono all'autismo, in particolare in quei casi,
che sono la<BR>maggioranza, in cui non è stato possibile identificare
mutazioni<BR>genetiche. I biomarcatori non sono infatti solo uno strumento
per<BR>agevolare una diagnosi o per seguire la sua evoluzione in seguito
a<BR>trattamenti e terapie: essi ci possono aprire una piccola finestra
dalla<BR>quale sbirciare e cercare di capire qualcosa in una patologia
che<BR>presenta ancora tanti lati incomprensibili. Se non capiamo gli
aspetti<BR>biologici, non facciamo passi in avanti nel cercare dei rimedi.
Non<BR>solo, ma evidenziare una particolare alterazione (in questo caso
lo<BR>stress ossidativo) giustifica la ricerca di trattamenti
"palliativi",<BR>che potrebbero alleviare i sintomi.<BR><BR>Ancora una volta,
quindi, sottolineo l'importanza della ricerca<BR>biologica e spezzo una lancia
per il suo finanziamento<BR><BR>Marina Marini, Bologna<BR><BR><BR>Il
19/02/2018 16:18, daniela@autismo33.it ha scritto:<BR>> Esce oggi sulla
prestigiosa rivista Molecular Autism (2018) 9:3 l’articolo<BR>> “Advanced
glycation endproducts, dityrosine and arginine transporter<BR>> dysfunction
in autism - a source of biomarkers for clinical diagnosis”<BR>> Attia
Anwar1† , Provvidenza Maria Abruzzo2,4† , Sabah Pasha1 , Kashif<BR>>
Rajpoot3 , Alessandra Bolotta2,4, Alessandro Ghezzo2 , Marina
Marini2,4,<BR>> Annio Posar5,6, Paola Visconti5 , Paul J. Thornalley1,7 and
Naila<BR>> Rabbani1,7,8*<BR>><BR>> Il lavoro é frutto della
collaborazione tra l’Universitá e l’Istituto<BR>> delle Scienze
Neurologiche di Bologna e l’Universitá di Warwick, a<BR>> riprova della
vitalitá, delle competenze e della capacitá di<BR>> collaborazioni
internazionali di tante Universitá e Istituti di Ricerca<BR>> italiani, tra
cui Bologna, che meriterebbero ben altri riconoscimenti e<BR>> ben altri
finanziamenti.<BR>><BR>> L’Universitá di Bologna ha diramato oggi un
comunicato stampa per<BR>> dimostrare quanto é orgogliosa dei suoi
ricercatori.<BR>> Prima di copiare tale comunicato vorrei tuttavia
precisare, dopo avere<BR>> parlato con gli autori, che il temine “test” del
comunicato potrebbe<BR>> essere mal interpretato.<BR>> Si tratta di
analisi biochimiche molto raffinate e che non sono alla<BR>> portata di
tutti i laboratori. Invece da valorizzare i seguenti contenuti<BR>> del
comunicato stampa:<BR>><BR>> -Un risultato che potrebbe portare in
futuro a fare luce su cause non<BR>> ancora identificate alla base dei
disturbi dello spettro autistico,<BR>> contribuendo così a mettere a punto
nuove terapie, che saranno tanto più<BR>> efficaci quanto più precocemente
applicate.<BR>> - mette in luce il ruolo dello stress ossidativo in
una patologia del<BR>> Neurosviluppo e identifica alterazioni biochimiche
comuni in bambini che<BR>> hanno sicuramente background genetici diversi.
Ipotizziamo che sia<BR>> l’instaurarsi di queste disfunzioni durante il
periodo prenatale o nei<BR>> primi mesi di vita che, alterando
l’epigenetica delle cellule nervose,<BR>> provoca alterazioni simili a
quelle dovute a mutazioni genetiche”.<BR>> -In particolare, nei bambini
affetti da disturbi dello spettro autistico<BR>> sono stati riscontrati
livelli più elevati di uno specifico marcatore di<BR>> ossidazione, la
di-tirosina (DT), e di composti denominati “Advanced<BR>> Glycation
Endproducts” (AGEs).<BR>> -Dai risultati della ricerca, inoltre, è arrivata
anche la conferma che<BR>> nei disturbi dello spettro autistico è coinvolta
un’alterazione dei<BR>> trasportatori di aminoacidi, già identificata in
una rara mutazione<BR>> genetica che determina autismo. Nei bambini
studiati, però, le cause<BR>> dell’alterazione potrebbero essere di tipo
epigenetico e non genetico,<BR>> quindi potenzialmente
modificabili.<BR>> -potrebbe portare a una diagnosi e a interventi
terapeutici più precoci.<BR>> Speriamo, inoltre, che questo tipo di studi
possa mettere in luce nuovi<BR>> fattori causativi: nuove ricerche
potrebbero infatti rivelare specifici<BR>> profili plasmatici e urinari di
composti che portano traccia di<BR>> modificazioni dannose. Non solo,
quindi, si potrà migliorare la diagnosi,<BR>> ma anche individuare nuove
cause dell’ASD”.<BR>> -Sarà necessario ora ampliare lo studio a nuovi
gruppi di bambini con<BR>> l’obiettivo di confermarne l’efficacia e
valutare se i biomarcatori<BR>> individuati sono in grado di discriminare
non solo tra bambini affetti e<BR>> sani, ma anche tra diverse patologie
del Neurosviluppo o che comportano<BR>> stress ossidativo, e per valutare,
inoltre, la sua capacità di<BR>> identificare l’ASD anche in età molto
precoce.<BR>><BR>> Ed ecco il comunicato stampa
dell’Universitá<BR>><BR>> Autismo nei bambini:<BR>> trovati
biomarcatori che possono portare a diagnosi più precoci<BR>><BR>> Un
team di ricerca italo-britannico ha messo a punto un nuovo test – il<BR>>
primo di questo tipo – basato sull’individuazione di specifici danni
alle<BR>> proteine plasmatiche. Uno strumento che può rivelarsi utile per
arrivare a<BR>> identificare i disturbi dello spettro autistico anche in
età molto precoce<BR>> e aprire la strada a nuovi
trattamenti<BR>><BR>><BR>> Bologna, 19 febbraio 2018 - Un team di
ricercatori di Università di<BR>> Bologna, Istituto delle Scienze
Neurologiche di Bologna (IRCCS),<BR>> Università di Warwick e Università di
Birmingham ha messo a punto un nuovo<BR>> test – il primo di questo tipo –
che potrebbe portare a diagnosi più<BR>> precoci nei bambini affetti da
disturbi dello spettro autistico, favorendo<BR>> così trattamenti più
tempestivi.<BR>><BR>> Il test – pubblicato sulla rivista Molecular
Autism – si basa<BR>> sull’individuazione, attraverso biomarcatori nel
sangue e nelle urine, di<BR>> specifici danni alle proteine plasmatiche. Un
risultato che potrebbe<BR>> portare in futuro a fare luce su cause non
ancora identificate alla base<BR>> dei disturbi dello spettro autistico,
contribuendo così a mettere a punto<BR>> nuove terapie, che saranno tanto
più efficaci quanto più precocemente<BR>> applicate.<BR>><BR>> Cosa
sono i disturbi dello spettro autistico<BR>> I disturbi dello spettro
autistico (ASD) sono disturbi del Neurosviluppo<BR>> che impattano
principalmente sulle interazioni sociali e che possono<BR>> comprendere
un’ampia gamma di problemi comportamentali, tra cui anomalie<BR>> nella
comunicazione, comportamenti ripetitivi o compulsivi, iperattività,<BR>>
ansietà, difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti, disturbi sensoriali e,
in<BR>> molti casi, disabilità intellettiva. I sintomi possono essere
molto<BR>> eterogenei e, soprattutto in età precoce, molto sfumati. Per
questo motivo<BR>> è spesso difficile ottenere una diagnosi certa prima di
24-36 mesi di età.<BR>><BR>> Le cause di questo tipo di disturbi sono
ancora poco chiare. Mentre in<BR>> circa un terzo dei casi (30–35%) possono
essere riconosciute motivazioni<BR>> genetiche, per il restante 65–70% dei
soggetti colpiti si ritiene che<BR>> l’autismo sia causato da una
combinazione di fattori ambientali, mutazioni<BR>> multiple e varianti
genetiche rare.<BR>><BR>> Nuovi indizi e utili conferme<BR>> Nuovi
indizi per fare luce sulle cause di questi disturbi possono arrivare<BR>>
ora grazie al nuovo test messo a punto dal team di ricerca<BR>>
italo-britannico. Gli studiosi hanno infatti individuato un legame tra
ASD<BR>> e un particolare danno alle proteine plasmatiche dovuto a fenomeni
di<BR>> ossidazione e di glicazione.<BR>><BR>> “Questa ricerca –
spiega Marina Marini, docente al Dipartimento di<BR>> Medicina
Specialistica Diagnostica e Sperimentale dell’Alma Mater, che<BR>> ha
coordinato il gruppo bolognese – mette in luce il ruolo dello stress<BR>>
ossidativo in una patologia del Neurosviluppo e identifica alterazioni<BR>>
biochimiche comuni in bambini che hanno sicuramente background
genetici<BR>> diversi. Ipotizziamo che sia l’instaurarsi di queste
disfunzioni durante<BR>> il periodo prenatale o nei primi mesi di vita che,
alterando l’epigenetica<BR>> delle cellule nervose, provoca alterazioni
simili a quelle dovute a<BR>> mutazioni genetiche”. In particolare, nei
bambini affetti da disturbi<BR>> dello spettro autistico sono stati
riscontrati livelli più elevati di uno<BR>> specifico marcatore di
ossidazione, la di-tirosina (DT), e di composti<BR>> denominati “Advanced
Glycation Endproducts” (AGEs).<BR>><BR>> Dai risultati della ricerca,
inoltre, è arrivata anche la conferma che nei<BR>> disturbi dello spettro
autistico è coinvolta un’alterazione dei<BR>> trasportatori di aminoacidi,
già identificata in una rara mutazione<BR>> genetica che determina autismo.
Nei bambini studiati, però, le cause<BR>> dell’alterazione potrebbero
essere di tipo epigenetico e non genetico,<BR>> quindi potenzialmente
modificabili.<BR>><BR>> “La nostra scoperta – spiega Naila Rabbani,
Reader di Experimental Systems<BR>> Biology all’University of Warwick, che
ha guidato la ricerca biochimica –<BR>> potrebbe portare a una diagnosi e a
interventi terapeutici più precoci.<BR>> Speriamo, inoltre, che questo tipo
di studi possa mettere in luce nuovi<BR>> fattori causativi: nuove ricerche
potrebbero infatti rivelare specifici<BR>> profili plasmatici e urinari di
composti che portano traccia di<BR>> modificazioni dannose. Non solo,
quindi, si potrà migliorare la diagnosi,<BR>> ma anche individuare nuove
cause dell’ASD”.<BR>><BR>> I protagonisti dello studio e i prossimi
passi<BR>> Per realizzare lo studio, il Centro Disturbi dello Spettro
Autistico<BR>> dell'Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna ha
realizzato una<BR>> valutazione clinica su 38 bambini affetti da disturbi
dello spettro<BR>> autistico (29 maschi e 9 femmine) e un gruppo di
controllo composto da 31<BR>> bambini a sviluppo normotipico (23 maschi e 8
femmine), tutti di età<BR>> compresa tra 5 e 12 anni. Il team
dell’Università di Warwick, guidato da<BR>> Naila Rabbani, ha poi studiato
campioni di sangue e di urina, evidenziando<BR>> le differenze chimiche tra
i due gruppi. Un ricercatore dell’Università di<BR>> Birmingham ha invece
combinato i dati relativi ai cambiamenti dei diversi<BR>> composti,
elaborando un algoritmo di machine learning: un'intelligenza<BR>>
artificiale che consente di distinguere tra i soggetti affetti e
quelli<BR>> non affetti. Il risultato è stato un test diagnostico con
ottima capacità<BR>> di distinguere tra veri e falsi positivi e veri e
falsi negativi.<BR>><BR>> Sarà necessario ora ampliare lo studio a nuovi
gruppi di bambini con<BR>> l’obiettivo di confermarne l’efficacia e
valutare se i biomarcatori<BR>> individuati sono in grado di discriminare
non solo tra bambini affetti e<BR>> sani, ma anche tra diverse patologie
del Neurosviluppo o che comportano<BR>> stress ossidativo, e per valutare,
inoltre, la sua capacità di<BR>> identificare l’ASD anche in età molto
precoce.<BR>><BR>> La studio è stato pubblicato sulla rivista Molecular
Autism con il titolo<BR>> “Advanced glycation endproducts, dityrosine, and
arginine transporter<BR>> dysfunction in autism — a source of biomarkers
for clinical diagnosis”. A<BR>> realizzarlo sono stati ricercatori della
Scuola di Medicina<BR>> dell’Università di Warwick (in particolare del
Warwick Systems Biology<BR>> Group), dell’Università di Birmingham,
dell’Università di Bologna,<BR>> dell’IRCCS Istituto di Scienze
Neurologiche di Bologna e della Fondazione<BR>> Don Carlo Gnocchi
ONLUS.<BR>><BR>> La ricerca è stata finanziata da Warwick Impact Fund
Award a Naila<BR>> Rabbani, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e
Fondazione Nando<BR>> Peretti a Marina Marini. I ricercatori ringraziano
l’ANGSA (Associazione<BR>> Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e tutti i
bambini coinvolti e le<BR>> loro famiglie.<BR>><BR>> Ufficio Stampa
Alma Mater - Via Zamboni 33 - 40126 Bologna tel.<BR>> 051-2088664 -
HYPERLINK<BR>>
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_______________________________________________<BR>> Lista di discussione
autismo-biologia<BR>> autismo-biologia@autismo33.it<BR>> ANGSA
(Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).<BR>> Fondazione
Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.<BR>> Per cancellarsi dalla
lista inviare un messaggio a:
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di discussione autismo-biologia<BR>autismo-biologia@autismo33.it<BR>ANGSA
(Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).<BR>Fondazione Augusta
Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.<BR>Per cancellarsi dalla lista
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