[autismo-biologia] Ancora sull'inclusione

Angela Ottaviani AngelaOttaviani a NigelBrooks.com
Dom 19 Maggio 2024 23:22:35 CEST


Grazie, molto lusingata e felice di far parte di ANGSA e di queste 
liste. Sono contenta se il mio contributo può essere di una qualche 
utilità. Grazie ai genitori e ai professionisti che partecipano molto 
più di me ai dibattiti e grazie a voi che mantenete vive associazionismo 
e liste di discussione, col vostro impegno politico (in senso lato) e 
incessante lavoro di ricerca.

Angela

On 19/05/2024 18:18, ANGSA RAVENNA wrote:
>  Grazie infinite ad Angela Ottaviani per questa relazione! Nel 
> confronto possono nascere riflessioni utili  a tutti e,  
> personalmente, condivido le conclusioni a cui è giunta attraverso le 
> due esperienze. Forse anche altre famiglie che ci leggono hanno 
> maturato le stesse idee?
> Buon lavoro Angela, spero che il contesto in cui lavori attualmente si 
> renda conto del valore aggiunto dato dalla tua esperienza.
>
> Noemi
>
> Il dom 19 mag 2024, 18:47 Angela Ottaviani 
> <angelaottaviani47 a gmail.com> ha scritto:
>
>     Vorrei condividere con voi la mia esperienza inglese.
>
>     In Inghilterra il concetto di 'protezione' è sempre stato più
>     consolidato e accettato, a fronte di quello di inclusione.
>
>     Vivo e lavoro nella regione di Essex da oltre vent'anni, nel campo
>     dell'autismo, come insegnante per bisogni speciali, prima in una
>     scuola
>     speciale statale e poi in una scuola semi privata o 'independent',
>     dipendente da una fondazione, le cui rette per i ragazzi venivano
>     comunque pagate dal 'pubblico' (LEA, Local Educational Authority).
>     Ora
>     l'Inghilterra si sta muovendo un po' di più verso l'inclusione e
>     mentre,
>     fino a 8-10 anni fa, i bambini autistici high functioning , ora
>     chiamati
>     di Livello 1, frequentavano la scuola normale (Mainstream), mentre i
>     bambini bisognosi di supporto sostanziale (di Livello 3) andavano
>     nelle
>     scuole speciali, negli ultimi anni c'è  stata una inversione di
>     tendenza
>     e anche i gravi e gravissimi hanno iniziato ad essere 'dirottati'
>     verso
>     il Mainstream.
>
>     Negli ultimi due anni ho lasciato il settore 'speciale' e lavoro come
>     educatrice in una scuola elementare Mainstream. Laddove in Italia era
>     stato più un movimento culturale e una battaglia anche dei genitori
>     arrivare alla chiusura delle scuole speciali, qua in Inghilterra la
>     sensazione è che si vada verso l'inclusione più per risparmiare
>     risorse
>     che per le nobili ragioni che l'inclusione porta con sè. Nelle scuole
>     normali inglesi, gli insegnanti hanno poco o nulla a che vedere con i
>     bambini portatori di bisogni speciali che sono invece totalmente
>     affidati agli educatori, i quali vengono pagati a 'minimum wage' o
>     salario minimo. Nella scuola normale esiste la figura della SENDCO
>     (special educational needs coordinator), il più delle volte una ex
>     insegnante curricolare che poi fa un training per i BES, mentre già
>     ricopre il proprio incarico, ma che si occupa più che altro di
>     paperwork, della documentazione necessaria a supporto delle
>     'segnalazioni' e che tiene i rapporti con le authorities e le
>     famiglie.
>     Ogni bambino segnalato ha un EHCP Educational Health Care Plan, il
>     vecchio statements of Special Educational Needs, dove si riassumono i
>     bisogni educativi del singolo bambino e il tipo di supporto che ne
>     deve
>     derivare.
>
>     Le LEA hanno Logopedisti che visitano i bambini nelle scuole e danno
>     suggerimenti per il piano educativo individuale e consulenti che
>     anche
>     vedono i singoli e che hanno iniziato a fare training nelle scuole
>     (quelli sull'autismo sono in genere mutuati da Autism Education
>     Trust).
>     Si, perchè spesso gli educatori sono diplomati ma senza formazione in
>     campo educativo, spesso ex mamme che vengono in contatto con la
>     scuola
>     tramite i figli o ex dinner ladies o aiuto cuoche.
>
>     Nella scuola dove lavoro siamo partiti con i bambini all'interno
>     della
>     classe (una prima elementare più giovane perchè qua si inizia a 4
>     anni
>     nell'anno zero o Reception, quindi un anno ultimo di scuola
>     dell'infanzia. I bambini erano 22, ora 28 e tra questi i 6 piccoli
>     autistici non riuscivano a vivere ogni giorno di scuola in modo
>     sereno:
>     tanti compagni, ambienti pieni di stimoli e tutto a portata di
>     mano per
>     incoraggiare l'indipendenza. I compagni dal canto loro faticavano nei
>     loro compiti per il livello di rumore o i comportamenti problema.
>     A poco
>     a poco le due aule che avevamo a disposizione si sono separate e
>     abbiamo
>     creato un'aula per loro con meno clutter, un ambiente su modello
>     TEACCH
>     e oggetti desiderabili non accessibili per stimolare la comunicazione
>     attraverso il PECS.
>
>     I momenti di inclusione ci sono e sono differenziati. uno dei nostri
>     bambini è verbale ma abbiamo dovuto lavorare molto sul comportamento
>     prima che potesse fare 10-15 minuti di lezione coi compagni
>     (Apprendimento dei fonemi). Gli altri bambini non verbali hanno
>     condiviso momenti di gioco per poter utilizzare il PECS coi
>     compagni che
>     prendevano a turno lì'oggetto desiderato, diventando partner di
>     comunicazione e stimolando ogni bambino a usare il PECS. Tutti
>     insieme
>     hanno fatto la recita di Natale e ora faranno Sports day e i nostri
>     piccoli partecipano per uno o più aspetti dell'evento a seconda delle
>     abilità. Ogni giorno condividono il gioco all'aperto in cortile e le
>     interazioni dei bimbi autistici coi compagni normodotati non mancano.
>
>     Il sistema ha molte pecche, prima fra tutte la formazione molto
>     limitata
>     degli educatori. Io venivo da un ruolo precedente di insegnante
>     speciale
>     e dalle formazioni che, in Italia, avevo trovato grazie a Carlo,
>     Daniela, Paola Visconti e l'ANGSA. Così la scuola è stata molto
>     aperta e
>     mi ha consentito di introdurre il TEACCH, il PECS e un approccio che
>     sviluppa l'attenzione condivisa che si chiama Attention Autism. Per
>     poter continuare a lavorare con l'autismo ho dovuto lasciare un ruolo
>     meglio remunerato (insegnante) e ricoprire quello di educatore di
>     supporto perchè qua la figura dell'insegnante di sostegno nella
>     scuola
>     normale non esiste. Poi le realtà non sono tutte uguali. Alcune
>     scuole
>     hanno già un Autism hub come il mio; in altre ci sono singoli bambini
>     inseriti in classi normali ma sempre molto numerose. Ci sono
>     authorities
>     (LEA) avanzate e con più soldi, come nella mia zona e LEA con meno
>     risorse come in certe zone di Londra, ma in queste, proprio perchè le
>     LEA hanno risorse limitate, l'ABA è più diffuso e i genitori
>     ottengono
>     almeno un educatore ABA sostenuto dalle LEA. Nella mia zona ABA non è
>     supportata, in parte perchè danno spazio ad altri approcci e in parte
>     perchè mal vista (che è il motivo per cui mi sono fermata alla
>     qualifica
>     RBT e non ho intrapreso il master BCBA).
>
>     Scusate il lungo e tardivo intervento. Tutto per dire che la nostra
>     inclusione è un patrimonio di valori inestimabile e tuttavia abbiamo
>     anche noi in Italia avuto le nostre ingenuità in campo di
>     integrazione,
>     pensando all'inizio che bastasse inserire i BES a scuola per fare
>     integrazione. Abbiamo poi capito l'importanza di interventi
>     specifici e
>     speciali nei nostri ambienti normali, nel nostro 'sfondo
>     integratore',
>     come diceva il grande e compianto Andrea Canevaro. Forse la via di
>     mezzo, un sistema misto dove non si demonizzino contesti speciali per
>     consentire interventi speciali, all'interno di un contesto normale
>     dove,
>     sia in modo spontaneo (tipo gioco all'aperto), che in modo
>     strutturato,
>     con momenti specifici di intervento si possa promuovere
>     l'apprendimento
>     del singolo e il contatto sociale coi compagni, senza dimenticare
>     quelle
>     lezioni, come ginnastica, che anche si prestano a momenti inclusivi.
>
>     Grazie e buona Domenica
>
>     Angela
>
>     On 19/05/2024 08:22, daniela wrote:
>     > La Queen’s University Belfast ha reso pubblica la tesi di dottorato
>     > della Dottoressa Elena Clò dal titolo
>     >
>     > “Establishing conditioned reinforcers and socio-communicative
>     > behaviours in toddlers with a high probability of autism spectrum
>     > disorders”
>     >
>     > “Sostenere le abilità sociocomunicative nella prima infanzia”
>     >
>     >
>     https://pure.qub.ac.uk/en/studentTheses/establishing-conditioned-reinforcers-and-socio-communicative-beha
>
>     >
>     >
>     > Un’anticipazione della tesi ci è stata data al convegno lions ANGSA
>     > del 6 aprile scorso, dove la relatrice ha mostrato i filmati di due
>     > mamme che praticavano strategie finalizzate all’apprendimento di
>     > abilità socio-comunicative da parte dei figli di 8 e 12 mesi a
>     rischio
>     > di diagnosi di autismo
>     > Queste interazioni giocose sono il tentativo di trasferire alla
>     vita
>     > reale una vasta mole di ricerca sull’analisi del comportamento
>     > applicata allo spettro autistico, condizione che si sta rivelando
>     > sempre più frequente.
>     > Tra gli scopi della ricerca c’era quello di verificare la
>     fattibilità
>     > e l’accettabilità di queste strategie, che dovrebbero essere
>     praticate
>     > dalle mamme nel loro contesto di vita sotto la guida della
>     > ricercatrice esperta.
>     >
>     > Le diapositive della relazione sono al link
>     >
>     >
>     https://apriautismo.it/wp-content/uploads/2024/04/2024-4_abilita_socio_comunicative_prima_infanzia_ANGSA_CLO.pdf
>
>     >
>     >
>     > Ora in rete si puo’ leggere la versione integrale della tesi
>     >
>     >
>     https://pureadmin.qub.ac.uk/ws/portalfiles/portal/586271901/Establishing_conditioned_reinforcers_and_socio-communicative_behaviours_in_toddlers_with_a_high_probability_of_autism_spectrum_disorders.pdf
>
>     >
>     >
>     > Più che leggerla, la tesi va studiata in quanto, oltre alla ricerca
>     > sperimentale di cui sopra, essa fa una rassegna aggiornata e
>     > approfondita della letteratura sullo spettro autistico (Autism
>     > Spectrum Disorder), sulla scienza del comportamento nelle
>     ricerche di
>     > laboratorio e nella vita reale (The Science of Behaviour from the
>     > Laboratory to the Real World and Back), sui rinforzi
>     condizionanti (A
>     > Systematic Review of Conditioning Reinforcers), sulle pratiche
>     basate
>     > sull’evidenza delle prove riferite al trattamento dell’autismo
>     > (Evidence-Based Practice and Autism Interventions ) e in
>     particolare
>     > sugli interventi comportamentali basati sull’evidenza delle prove
>     > (Evidence-Based Behavioural Interventions for Autism Spectrum
>     Disorders).
>     >
>     > Un aspetto che mi ha colpito è il rigore e, direi, la severità
>     con la
>     > quale viene classificata la qualità della "evidence" nelle ricerche
>     > pubblicate.
>     >
>     > Ben lungi sia dal trionfalismo sia dallo scetticismo che
>     caratterizza
>     > il giudizio di molti professionisti di opposti schieramenti nei
>     > confronti dell’ABA, per pochissimi degli studi citati la qualità
>     > dell’evidenza viene ritenuta forte. Per molti essa viene giudicata
>     > moderata e per alcuni debole.
>     > Intervenire precocemente con le strategie che al momento la
>     ricerca,
>     > pur con i limiti evidenziati, ci suggerisce è doveroso in quanto
>     non
>     > sarebbe etica una inerte attesa.  La tesi si conclude con
>     l’invito a
>     > intensificare la ricerca: una ricerca, sia di base che
>     applicata, che
>     > porti a trattamenti sempre più “evidence based”
>     > “increased research effort that conjugates evidence from several
>     > sources to make effective interventions available”
>     >
>     > L’autrice mi ha promesso di pubblicare prossimamente la tesi
>     > integrale, o parte di essa, in italiano, in quanto ritengo che
>     il tema
>     > interessi non solo i professionisti, ma anche i genitori, che
>     non sono
>     > tenuti a leggere correntemente l’inglese
>     >
>     >     Daniela Mariani Cerati
>     >
>     >
>     > _______________________________________________
>     > Lista di discussione autismo-biologia
>     > autismo-biologia a autismo33.it
>     > Autismo-biologia e' una lista di discussione promossa dall'
>     A.P.R.I.,
>     > Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di
>     Down,
>     > l'autismo e il danno cerebrale.
>     > www.apriautismo.it <http://www.apriautismo.it>
>     >
>     > Per cancellarsi inviare un messaggio a:
>     valerio.mezzogori a autismo33.it
>     _______________________________________________
>     Lista di discussione autismo-biologia
>     autismo-biologia a autismo33.it
>     Autismo-biologia e' una lista di discussione promossa dall'
>     A.P.R.I., Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla
>     sindrome di Down, l'autismo e il danno cerebrale.
>     www.apriautismo.it <http://www.apriautismo.it>
>
>     Per cancellarsi inviare un messaggio a: valerio.mezzogori a autismo33.it
>
>
> _______________________________________________
> Lista di discussione autismo-biologia
> autismo-biologia a autismo33.it
> Autismo-biologia e' una lista di discussione promossa dall' A.P.R.I., Associazione Cimadori per la ricerca italiana sulla sindrome di Down, l'autismo e il danno cerebrale.
> www.apriautismo.it
>
> Per cancellarsi inviare un messaggio a:valerio.mezzogori a autismo33.it
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/attachments/20240519/cdff1a0f/attachment-0001.html>


Maggiori informazioni sulla lista autismo-biologia