[autismo-biologia] prospettive terapeutiche
daniela
daniela a autismo33.it
Dom 28 Gen 2024 18:14:58 CET
Negli ultimi anni ci sono state per l’autismo molte proposte
terapeutiche basate su diverse ipotesi teoriche, a volte supportate da
modelli animali.
Vi sono state anche alcune sperimentazioni sull’uomo che però si sono
fermate alle fasi prima o seconda senza arrivare alla fase finale,
quella che permette agli enti regolatori di dichiarare che una terapia
puo’ uscire dalla fase sperimentale e diventare terapia raccomandata a
tutti coloro che si trovano in quella condizione.
Un’esigenza molto sentita è quella di formare dei sottogruppi omogenei
sui quali individuare dei target su cui possano agire terapie
farmacologiche o non farmacologiche.
Al link
https://www.mdpi.com/ijms/ijms-24-01819/article_deploy/html/images/ijms-24-01819-g005.png
si trova una figura che presenta molte delle terapie proposte, per
nessuna delle quali si è giunti all’evidenza delle prove di efficacia,
ma per le quali sarebbe razionale fare sperimentazioni randomizzate
controllate.
Si menzionano vecchie terapie come le vitamine ( vitamine B6, B12, D e
acido folico), gli acidi grassi omega 3 e i probiotici. Viene ricordata
la iperomocisteinemia per la quale sarebbe indicato l’acido folico e la
disbiosi intestinale per la quale sarebbero indicati alcuni probiotici.
Viene ricordato che questi supplementi dietetici, praticamente privi di
effetti indesiderati, hanno dato dei miglioramenti comportamentali in
alcune sperimentazioni.
Per le condizioni monogeniche si menziona la terapia genica, che al
giorno d’oggi non fa più parte solo della fantascienza. Tra queste
condizioni vengono menzionate: X fragile, sclerosi tuberosa, MECP2,
SHANK3, Neurexine e Neuroligine.
La stimolazione cerebrale ha dimostrato una buona tollerabilità e un
miglioramento comportamentale e cognitivo agendo presumibilmente sulla
regolazione della eccitabilità corticale.
Gli esosomi possono modulare l’attività sinaptica.
Nella figura ci sono anche le terapie che sono considerate non più
sperimentali, anche se con preoccupanti effetti indesiderati (tremori e
aumento del peso corporeo) come gli antipsicotici, di cui si dice che
mitigano l’autoaggressività e riducono i comportamenti ripetitivi, e
l’intervento comportamentale, di cui si dice che migliora l’interazione
sociale, il linguaggio comunicativo e la regolazione emotiva.
Vengono inoltre menzionate altre potenziali terapie, che gli autori
ritengono meritevoli di essere sperimentate.
Trovo interessante il lavoro di sintesi delle conoscenze che gli autori
hanno fatto, ma nelle conclusioni loro stessi dicono che prima di potere
fare qualche cosa bisogna chiarirsi le idee sul trovare gruppi omogenei
su cui poi fare sperimentazioni che rispettino le regole condivise dalla
comunità scientifica.
Fonte: Wang L, Wang B, Wu C, Wang J, Sun M. Autism Spectrum Disorder:
Neurodevelopmental Risk Factors, Biological Mechanism, and Precision
Therapy. International Journal of Molecular Sciences. 2023; 24(3):1819.
https://doi.org/10.3390/ijms24031819
Daniela Mariani Cerati
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