[autismo-biologia] cannabis

daniela daniela a autismo33.it
Sab 7 Ott 2023 11:04:42 CEST


L’autismo è una condizione che ha una base biologica. E’ quindi 
razionale cercare per una condizione biologica, che comporta in molti 
casi una grave disabilità spesso accompagnata da comportamenti 
dirompenti, dei farmaci o, più in generale, degli approcci biochimici e 
non solo abilitativi.

Purtroppo al presente la medicina ufficiale offre molto poco: farmaci 
psicotropi per i comportamenti dirompenti, che non sempre sono efficaci 
e che provocano spesso effetti indesiderati anche gravi nel breve e nel 
lungo periodo.

E’ quindi comprensibile che i genitori cerchino rimedi alternativi, 
rivolgendosi a medici incuranti della evidence based medicine, o 
passando da testimonianze di altri genitori a terapie fai da te.

Una terapia che viene praticata da molti genitori col metodo fai da te è 
la somministrazione di cannabis anche e soprattutto a bambini in età 
prescolare.

Questi atteggiamenti sono, al momento attuale, molto pericolosi per le 
persone con autismo.

Cosa sappiamo:
La pianta di cannabis contiene centinaia di composti e tra questi sono 
stati isolate, negli anni 60 del secolo scorso, due sostanze, 
cannabidiolo (CBD) and Δ9-tetrahydrocannabinolo (THC,) che hanno i 
requisiti per essere sperimentate come farmaci.
Già esistono delle indicazioni, ammesse anche dal Servizio Sanitario 
Nazionale, per la cannabis terapeutica: sclerosi multipla,  dolore 
oncologico e cronico, vomito e inappetenza da chemioterapici, cachessia 
(in anoressia, HIV, chemioterapia), glaucoma, sindrome di Tourette, 
epilessia farmaco resistente.

Le premesse per fare una sperimentazione sull’autismo, e in particolare 
sui comportamenti dirompenti, ci sono. Ma parliamo di premesse per la 
sperimentazione, non di terapia.

Adi Aran e colleghi hanno scritto su questo tema un articolo 
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7000154/
da cui traduco quanto segue:
“Numerosi studi di larghe dimensioni hanno dimostrato che grossi rischi 
di diminuita motivazione, dipendenza, leggero declino cognitivo e 
schizofrenia sono direttamente correlati alle concentrazioni di THC e 
CBD nella preparazione usata, nel senso che maggiore era il rapporto di 
THC rispetto a CBD, maggiore era il rischio”

“Gli studi sull’epilessia nei bambini hanno incluso pochissimi bambini 
di età inferiore a 5 anni”

“Gli studi sugli animali indicano che l’uso di CBD e del suo analogo  
cannabidivarin (CBDV) durante lo sviluppo precoce è relativamente 
sicuro, mentre è stato trovato che l’uso di THC, con o senza CBD, 
durante lo sviluppo precoce altera la struttura e la funzione del 
cervello.”

“Il trattamento con cannabinoidi è associato con un effetto placebo 
relativamente alto, paragonato con altri trattamenti farmacologici. Si 
suppone che l’effetto placebo possa essere anche maggiore negli studi 
sull’autismo che utilizzano valutazioni comportamentali soggettive. Da 
qui si ricava che studi controllati con placebo sono necessari anche per 
una valutazione preliminare di efficacia”

“Molte famiglie sono interessate all’uso di prodotti con un contenuto 
relativamente alto di THC, che comporta un rischio maggiore di severe 
comorbilità neurocomportamentali in questa popolazione vulnerabile 
rispetto alla popolazione generale”

E conclude
“L’uso di cannabis medica nell’autismo dovrebbe essere al momento 
limitata alle sperimentazioni cliniche e a casi selezionati di severa 
irritabilità resistente ad altri trattamenti”

Negli Stati Uniti è in corso una sperimentazione che dovrebbe 
concludersi nel luglio 2024

https://beta.clinicaltrials.gov/study/NCT03202303

Si auspica che anche in Italia partano sperimentazioni che chiariscano i 
reali benefici e rischi della cannabis.

    Daniela Mariani Cerati







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