[autismo-biologia] il modello DAMA all'ONU

daniela daniela a autismo33.it
Mer 14 Giu 2023 17:55:09 CEST


Il 2023-06-14 17:25 buzzacca a libero.it ha scritto:
> Buonasera l'incontro di questa sera in streaming mi interessa ma . ho
> visto che sarà in lingua inglese ed io non sono in grado di seguire
> mi sa dire se viene tradotto
> Grazie
> --
> 

Dall’articolo che segue copio “Nell’ambito della Conferenza, l’Italia ha 
organizzato due eventi collaterali, promossi insieme ad altri Paesi. Il 
primo, co-sponsorizzato da Italia e Austria, porterà come best practice 
italiana il “modello DAMA”: l’evento intitolato "Ensuring accessibility 
and inclusion for persons with disabilities in health and support 
services. Italy's DAMA” può essere seguito online mercoledì 14 giugno, 
dalle 13.15 alle 14.30, con interpretariato inglese, italiano e spagnolo

Ed ecco l’articolo completo

Dama, l’ospedale disability friendly che l’Italia ha portato all’Onu 
come best practice
Vita del 14/06/2023
Che succede quando una persona con una disabilità intellettiva si 
ammala? Quando non è in grado di comunicare adeguatamente i sintomi o di 
collaborare per sottoporsi ad esami? Sono 20 in Italia gli ospedali che 
offrono un percorso dedicato a queste persone, chiamato DAMA: la 
ministra Locatelli lo ha scelto come best practice da presentare oggi a 
New York nella 16a Conferenza annuale degli Stati parti alla Convenzione 
Onu sui diritti delle persone con disabilità
In principio fu un esperimento, avviato nel 2000 all’Ospedale San Paolo 
di Milano: un reparto dedicato alla cura e all’accoglienza 
medica-ospedaliera delle persone con grave disabilità intellettiva e 
neuromotoria, persone per cui anche solo affrontare un prelievo o 
gestire il tempo in sala d’attesa non è una cosa banale. Oggi sono 20 
gli ospedali d’Italia che hanno un percorso DAMA e un’équipe dedicata 
all’accoglienza delle persone con grave disabilità, con difficoltà di 
comunicazione o incapaci di collaborare ad esami clinici e strumentali: 
una rete nazionale che oggi la ministra per le Disabilità Alessandra 
Locatelli e Filippo Ghelma, dirigente medico dell’Asst Santi Paolo e 
Carlo di Milano e coordinatore della rete DAMA, presenteranno all’Onu, 
nel corso della 16ma Conferenza annuale degli Stati parti alla 
Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (clicca qui per 
seguire la Conferenza).
La Conferenza si è aperta ieri a New York, al quartier generale delle 
Nazioni Unite. In Italia la Convenzione (CRPD) è legge dal 2009. La 
ministra Locatelli, nella seduta plenaria di ieri ha illustrato gli 
impegni dell’Italia in merito all’inclusione delle persone con 
disabilità e al nuovo frame che il Paese sta disegnando con la riforma 
sulla disabilità, che declina i principi cardine della Convenzione Onu. 
«Stiamo attuando tutti i principi della Convenzione attraverso norme, 
misure, riforme, coinvolgendo direttamente i diversi livelli 
istituzionali e in particolare il mondo delle associazioni e del Terzo 
settore», ha detto la ministra. «Ma quello che mi preme esprimere oggi è 
il grande impegno dell’Italia nel voler invertire l’ordine delle 
priorità politiche, mettendo al centro le persone e le famiglie e 
dimostrando che per rafforzare le nostre comunità è indispensabile 
investire sui talenti e sulle capacità di tutti: offrire e garantire 
occasioni e opportunità nella formazione e nel lavoro, nello sport, 
nella vita ricreativa e anche affettiva e relazionale. Il grande salto 
di qualità che siamo tenuti a fare, tutti, velocemente, è quello di 
sviluppare il progetto di vita per ogni persona con disabilità, per dare 
continuità, dignità e possibilità di scelta a ciascuna di esse».
Nell’ambito della Conferenza, l’Italia ha organizzato due eventi 
collaterali, promossi insieme ad altri Paesi. Il primo, co-sponsorizzato 
da Italia e Austria, porterà come best practice italiana il “modello 
DAMA”: l’evento intitolato "Ensuring accessibility and inclusion for 
persons with disabilities in health and support services. Italy's DAMA” 
può essere seguito online mercoledì 14 giugno, dalle 13.15 alle 14.30, 
con interpretariato inglese, italiano e spagnolo. Il secondo evento, dal 
titolo “Living Independently. The Network Model for persons with autism 
in adulthood” è realizzato in collaborazione Argentina e Cuba: Roberto 
Keller, direttore del Centro Regionale Disturbi spettro autistico in età 
adulta dell’Asl Città di Torino, presenterà il modello di rete italiano 
per la presa in carico delle persone nello spettro dell’autismo in età 
adulta, mentre i promotori del “Progetto Filippide” racconteranno le 
iniziative su sport e autismo realizzate in alcuni Paesi centroamericani 
grazie al finanziamento della cooperazione allo sviluppo. «Mi aspetto 
che l’Italia diventi sempre più protagonista in campo internazionale sui 
temi della disabilità», dice la ministra Locatelli, «certamente nel 
nostro Paese dobbiamo migliorare norme e attualizzare leggi, ma il 
modello della coprogrammazione e della coprogettazione tra Istituzioni e 
Terzo settore ha dato vita a servizi, progetti e attività straordinarie 
che possono diventare un esempio di azione per molti altri Paesi».
Torniamo a DAMA quindi. L’acronimo sta per Disabled Advanced Medical 
Assistance ed è un modello organizzativo in grado di superare le 
difficoltà che le persone con disabilità hanno nell’affrontare 
l’ospedale, attraverso una presa in carico dei bisogni. Il DAMA utilizza 
competenze e risorse già presenti in un moderno ospedale, con una 
personalizzazione dell’intervento che tiene conto dei bisogni di ognuno: 
persona con disabilità, famigliari e caregivers, personale sanitario. 
Importantissimo l’apporto dei volontari, formati e spesso a loro volta 
genitori ådi persone con grave disabilità. Dal modello di accoglienza e 
di assistenza medica nato nel 2000 all’ospedale San Paolo di Milano sono 
state promosse negli anni altre esperienze affini, tra cui il Percorso 
Delfino – DAMA Mantova, DAMA Varese, DAMA Bologna, DAMA Empoli, DAMA 
Bolzano, DAMA Cosenza 1 e 2. Oggi i reparti DAMA sono 20, in altrettanti 
presidi ospedalieri (qui l’elenco completo). Erano 15 nel febbraio 2020, 
quando alla vigilia della pandemia da Milano partì il progetto di 
costituire una vera e propria rete ospedaliera DAMA nazionale, che metta 
in comune buone prassi e procedure. Con due sfide: raggiungere più 
ospedali da un lato ma anche passare dall’ospedale al territorio, 
creando percorsi di continuità socio-assistenziale strutturati in hub 
ospedalieri, presidi e servizi territoriali, includendo tutti gli ambiti 
che concorrono nel definire la qualità di vita di ogni persona, dal 
lavoro al tempo libero alla residenzialità.
Nel 2007 alcuni medici e professionisti del DAMA di Milano e alcune 
famiglie si sono uniti nella Fondazione Mantovani Castorina: insieme 
hanno deciso di impegnare le proprie competenze ed energie per generare 
un cambiamento culturale nel modo in cui la società affronta la 
disabilità.
di Sara De Carli




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