[autismo-biologia] Dopo i 45 anni
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 12 Giu 2023 23:15:39 CEST
E’ stato pubblicato il 6 giugno scorso l’articolo
“Liu S, Larsson H, Kuja-Halkola R, Lichtenstein P, Butwicka A, Taylor
MJ. Age-related physical health of older autistic adults in Sweden: a
longitudinal, retrospective, population-based cohort study. Lancet
Healthy Longev. 2023 Jun 6:S2666-7568(23)00067-3. doi:
10.1016/S2666-7568(23)00067-3. Epub ahead of print. PMID: 37295448.
https://www.thelancet.com/journals/lanhl/article/PIIS2666-7568(23)00067-3/fulltext
L’autismo è quasi sempre riferito ai bambini e, al massimo, agli
adolescenti e ai giovani adulti, ma ben poco si sa dell’età matura e
meno ancora dell’età anziana.
Gli autori hanno utilizzato i registri nazionali dell’intera popolazione
della Svezia (Total Population Register and the National Patient) e
hanno preso in considerazione le coorti dei nati dal gennaio 1932 al
dicembre 1967 per seguirli dall’età di 45 anni in poi fino al 31
dicembre 2013.
Su 4 200 887 adulti dai 45 anni e oltre 5291 (0·1%) avevano la diagnosi
di autismo ricavata dal National Patient Register.
I dati si riferiscono agli anni che vanno dal 1957 al 2013 per cui non
si parla di spettro autistico ma di autismo, la cui prevalenza è
risultata di 1 su 1000. La forma di autismo a cui si riferisce
l’articolo è verosimilmente quella che con il DSM5 si chiamerebbe
disturbo dello spettro autistico di livello 2 e 3
Il punto di forza di questo studio sta nella dimensione del campione che
ricopre tutta la popolazione svedese di quegli anni.
I risultati hanno mostrato diverse condizioni morbose presenti negli
autistici anziani in misura statisticamente superiore a quella dei
coetanei non autistici.
Quella che è maggiormente rappresentata è la presenza di lesioni fisiche
(In autistic individuals, the highest cumulative incidence was observed
for bodily injuries): al capo, alle spalle, ai polsi eccetera (for
example, injuries to the head, shoulder, wrist etc.). Le lesioni
derivano prevalentemente dalla autoaggressività (Intentional self-harm).
La prevalenza di autoaggressione è risultata 7,08 volte maggiore
rispetto a quella della popolazione generale.
L’avvelenamento è un’altra condizione molto presente: 4,63 volte
maggiore rispetto alla popolazione generale. Si tratta di avvelenamento
da farmaci, da sostanze biologiche (Incluse overdose o sostanze date o
prese per errore) solventi, sostanze corrosive, gas eccetera.
La disregolazione glicidica ha una prevalenza 2,96 volte rispetto alla
popolazione generale.
Risultano inoltre maggiormente presenti: scompenso cardiaco (HR 1,89),
cistite (2,03) e anemia sideropenica (3,12).
Contrariamente a quanto si aspettavano gli autori, non è stata rilevata
una prevalenza delle suddette condizioni diversa tra i due sessi e tra
autismo con disabilità intellettiva e autismo senza disabilità
intellettiva.
Alcune di queste condizioni sono legate alla patologia, come
l’autoaggressività, spesso presente in età giovanile, e che risulta
persistere anche in età anziana.
La disregolazione glicidica è verosimilmente in rapporto con
l’assunzione di psicofarmaci.
Per lo scompenso cardiaco mi viene da pensare che probabilmente non sono
state trattate le condizioni predisponenti, come l’ipertensione
arteriosa e, più in generale, i fattori di rischio per le malattie
cardiovascolari.
Questi dati richiamano i professionisti della Sanità e la società tutta
a prendersi maggiore cura della salute psichica e fisica delle persone
con autismo e a non abbandonarle quando viene a mancare chi si prende
cura di loro fino all’ultimo respiro, ovvero i genitori.
Daniela Mariani Cerati
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