[autismo-biologia] Nuovo possibile target per terapie innovative

daniela daniela a autismo33.it
Mar 6 Giu 2023 09:15:02 CEST


Mi è stato segnalato da Enrico Toffolo il seguente articolo

Tripathi MK, Ojha SK, Kartawy M, Hamoudi W, Choudhary A, Stern S, Aran 
A, Amal H. The NO Answer for Autism Spectrum Disorder. Adv Sci (Weinh). 
2023 May 22:e2205783. doi: 10.1002/advs.202205783. Epub ahead of print. 
PMID: 37212048.

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/advs.202205783

Lo ritengo molto importante e promettente come punto di partenza per la 
sperimentazione di terapia innovative.

Gli autori hanno documentato un aumento dei livelli di ossido nitrico 
(NO) in due modelli murini di autismo: Shank3 e Cntnap2, nonchè un 
aumento significativo dei biomarcatori di una via di sintesi di NOnel 
plasma di pazienti ASD low-functioning.
L’uso di un reagente sperimentale che si comporta come inibitore della 
sintesi NOS (l’enzima che porta alla sintesi di NO) neuronale (nNOS) in 
entrambi i modelli ha portato alla inversione dei fenotipi molecolari, 
sinaptici e comportamentali.
Simili effetti terapeutici sono stati documentati anche in neuroni 
corticali derivati da cellule staminali riprogrammate (iPSC-derived 
cortical neurons) di pazienti con mutazione di SHANK3.

NO è una piccola molecola gasosa prodotta in diversi organi e tessuti, 
incluso il sistema nervoso centrale, dove gioca tra le altre cose un 
ruolo importante, forse determinante, nella memoria e il sistema nervoso 
periferico, ma anche a livello vasale, dove partecipa alla modulazione 
della pressione arteriosa.
Ai normali livelli fisiologici la produzione e la degradazione di NO 
sono bilanciate e sono coinvolte nelle normali segnalazioni cellulari e 
nella regolazione di numerose funzioni fisiologiche.
A concentrazioni più elevate NO diventa tossico e porta a segnali 
cellulari anormali e a morte cellulare.

Ne ho discusso con l’amico farmacologo il quale ha così commentato

“Che NO fosse implicato nella neurplasticità in centro e periferia si 
sapeva
Il punto è la nNOS che in realtà non agisce solo a livello centrale ma 
anche in periferia (es vasi)
L’altro punto è la specificità dell’antagonista che usano, che è 
considerato un reagente sperimentale, nemmeno per ora un farmaco
Tutti gli antagonisti “specifici” sono sostanze o farmaci molto 
difficili da usare, perché, come sappiamo da tanti altri esempi, è quasi 
impossibile che siano specifici e in questo caso
A) specifici per nNOS e non blocchino anche iNOS (Nos inducibile) e eNOS 
(NOS endoteliale),
B) che colpiscano solo NOS e non altri enzimi
Tutto funziona bene in vitro, dove tutte le condizioni (o quasi) sono 
controllabili…
Detto ciò, l’idea sarebbe anche percorribile"

    Daniela Mariani Cerati





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