[autismo-biologia] SNAP-25 Single Nucleotide Polymorphisms, Brain Morphology and Intelligence in Children With Borderline Intellectual Functioning: A Mediation Analysis

daniela daniela a autismo33.it
Lun 27 Set 2021 11:05:47 CEST


Sulla prestigiosa rivista “Frontiers in Neuroscience” è stato pubblicato 
recentemente un interessante lavoro firmato da un gruppo di autori, 
alcuni dei quali sono iscritti a questa lista.

L’articolo è il seguente

Blasi V, Bolognesi E, Ricci C,
Baglio G, Zanzottera M, Canevini MP,
Walder M, Cabinio M, Zanette M,
Baglio F, Clerici M and Guerini FR
(2021) SNAP-25 Single Nucleotide
Polymorphisms, Brain Morphology
and Intelligence in Children With
Borderline Intellectual Functioning: A
Mediation Analysis.
Front. Neurosci. 15:715048.
doi: 10.3389/fnins.2021.715048

Franca Guerini, coautrice dell’articolo, che ringrazio a nome degli 
iscritti, ci ha gentilmente inviato il resoconto che segue


Lo studio dal titolo “SNAP-25 Single Nucleotide Polymorphisms, Brain 
Morphology and Intelligence in Children With Borderline Intellectual 
Functioning: A Mediation Analysis” , condotto presso l’IRCCS Fondazione 
Don Gnocchi di Milano, su bambini con funzionamento intellettivo limite 
(FIL) descrive per la prima volta un’associazione multimodale tra la 
componente genetica, l’intelligenza e le caratteristiche morfologiche 
del cervello.

Il FIL è una condizione a cavallo tra la normalità e la disabilità 
caratterizzato da un livello intellettivo ai limiti inferiori della 
norma con difficoltà in ambito cognitivo, di pianificazione motoria e di 
tipo affettivo-relazionale. I bambini con FIL sono maggiormente esposti 
a condizioni di svantaggio socio-economico e/o di stress ambientale . 
Partendo dalle evidenze scientifiche che indicano l’importanza sia dei 
fattori genetici che di quelli ambientali nello sviluppo 
dell’intelligenza, gli autori hanno fatto uno studio per cercare di 
capire l’interazione di questi fattori con le caratteristiche 
morfologiche del cervello.
Nello specifico sono stati arruolati nello studio 33 bambini di età 6-11 
anni in cui sono  stati indagati:
1) l’assetto genetico di polimorfismi responsabili della sintesi della 
proteina sinaptosomiale SNAP-25 coinvolta nella produzione di vescicole 
sinaptiche e quindi nella plasticità neurale. In coerenza con la 
funzione della proteina evidenze scientifiche hanno mostrato come i 
polimorfismi genetici di SNAP-25 siano coinvolti sia nello sviluppo 
intellettivo che in differenti disturbi del neurosviluppo dall’Autismo 
all’iperattività.
2)l’assetto neuropsicologico tramite test di valutazione del Quoziente 
Intellettivo (QI)  mediante le scale WISC-III e WISCIV che hanno 
permesso di definire i punteggi relativi al QI totale e relativi indici 
per valutare la comprensione verbale, il ragionamento visuo-percettivo, 
la velocità di elaborazione e la memoria di lavoro
3) l’assetto morfologico del cervello è stato indagato mediante 
risonanza magnetica nucleare (RM). Attraverso lo studio RM sono stati 
indagati gli aspetti morfologici del cervello, in particolare lo 
spessore della corteccia cerebrale ed i volumi delle strutture 
sottocorticali, mediante l’acquisizione di un’immagine 3D dell’intero 
encefalo ad alta risoluzione (risoluzione spaziale di 1x1x1 mm).
4) Infine Il contesto socioeconomico e lo stress ambientale sono stati  
considerati come covariate fondamentali per il loro impatto sullo 
sviluppo neuro cognitivo del bambino.
I risultati hanno dimostrato che bambini recanti l’allele raro del  
polimorfismo rs363043 localizzato nella regione regolatoria del gene 
SNAP25,  avevano uno score  di capacità di ragionamento più basso 
rispetto agli altri.
Successivamente, un analisi statistica disegnata per valutare la 
possibile mediazione tra  polimorfismi genetici, la morfologia cerebrale 
e la scala del QI ha dimostrato che la suddetta associazione tra il 
polimorfismo rs363043 di SNAP25,  e la capacità di ragionamento 
visuo-percettivo era mediata da un ridotto spessore della corteccia 
parietale inferiore e dal girus sopramarginale. Entrambe queste aree 
fanno parte del  lobulo parietale inferiore, una regione multimodale 
coinvolta nell’integrazione di informazioni provenienti da diverse aree 
del nostro cervello con differenti modalità sensoriali e che per questo 
motivo è considerata un vero e proprio “hub”, uno snodo importante per 
il “trasporto” e la rielaborazione delle informazioni. Il lobulo 
parietale inferiore è quindi coinvolto in processi mentali fondamentali 
per lo sviluppo dell’intelligenza.
Da non tralasciare il fatto che tutti i bambini coinvolti nello studio 
appartenevano ad un  ambiente socio economico basso e si trovavano in 
condizioni di stress ambientale che potrebbero avere a loro volta 
influenzato lo sviluppo cerebrale, ecco perché è stato tenuto conto 
anche  di questi aspetti nell’analisi  statistica di mediazione.  I dati 
riportati nello studio suggeriscono che il background genetico, al netto 
della correzione per i fattori ambientali e quindi insieme ad essi,  
contribuisce allo sviluppo della corteccia cerebrale in aree importanti 
per l’intelligenza come il lobulo parietale inferiore.

Si tratta di uno studio esplorativo in cui sono stati reclutati un 
numero relativamente piccolo di bambini ma che può rappresentare un 
nuovo modello di  approccio, che tenga presente la complessità dei 
molteplici fattori coinvolti nei disturbi del neurosviluppo.






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