[autismo-biologia] R: dieta senza glutine e caseina

Angsa Ragusa angsaragusa a gmail.com
Ven 30 Ott 2020 01:32:22 CET


ciao, quando avrai energie e tempo, se e quale consigli alimentari trarre
per Luca e altri dai 2 artt. seguenti?

Il Gio 29 Ott 2020, 18:09 Marina Marini <marina.marini a unibo.it> ha scritto:
>
>> entro anch'io volentieri nel dibattito sulle diete di esclusione con
>> questo contributo. Marina Marini, Unversità di Bologna
>>
>> Diete prive di glutine e di caseina nell’autismo
>>
>> Prendo spunto dalle annotazioni della dottoressa Mariani-Cerati per un
>> ulteriore approfondimento del problema della dieta senza glutine e/o
>> caseina nell’autismo, un problema che si trascina da almeno trent’anni.
>>
>> In particolare, dalla trattazione della dott.ssa Mariani è restato fuori
>> un “protagonista” che trent’anni fa era ignoto e che rende l’argomento
>> molto più interessante e pertinente al tema dell’autismo di quanto non lo
>> fosse allora: infatti trent’anni fa il microbiota intestinale non era
>> ancora balzato così prepotentemente alla ribalta come mediatore tra
>> intestino, cervello e sistema immunitario. Specificatamente, diversi studi
>> hanno messo in evidenza alterazioni del microbiota intestinale in un’ampia
>> varietà di malattie autoimmuni, dal diabete di tipo I all’artrite
>> reumatoide e al morbo di Crohn; hanno poi evidenziato una stretta relazione
>> tra la disbiosi intestinale e diverse patologie neuropsichiatriche, incluse
>> la depressione e la schizofrenia (1) e sono già 463 gli articoli elencati
>> su PubMed che trattano le alterazioni del microbiota intestinale
>> nell’autismo. Valga per tutti la rassegna del 2018 di uno dei maggiori
>> studiosi di autismo, Paul Ashwood (2), che tra l’altro anticipava la
>> possibilità di terapia mediante “trasferimento di microbiota”. Ebbene,
>> questa terapia è già applicata e sta dando risultati positivi e duraturi
>> nel tempo (3)!
>>
>> I primi studi ritenevano che l’intestino del neonato fosse colonizzato
>> dai batteri materni al momento del passaggio attraverso il canale del
>> parto, mentre adesso si fa strada l’ipotesi che la colonizzazione possa
>> avvenire già in utero, in particolare in condizioni di reazioni immunitarie
>> della madre (4,5). Del resto, già nel 2013 uno studio pubblicato dalla
>> prestigiosa rivista “Cell” (6) aveva descritto la “Attivazione Immunitaria
>> Materna (MIA)”; sperimentalmente essa si ottiene simulando un’infezione
>> virale con l’iniezione di una breve catena di acido nucleico in femmine di
>> ratto gravide; ciò causa nei ratti neonati alterazioni comportamentali
>> simili all’autismo, accompagnate da disbiosi intestinale, la cui correzione
>> porta a un alleviamento dei sintomi.
>>
>> D’altro canto, diversi ricercatori (si veda la rassegna (7)) hanno
>> evidenziato un alto tasso di disturbi gastrointestinali nei pazienti
>> affetti da autismo, con una prevalenza che, a seconda degli studi, è stata
>> stimata dal 23 al 70%. Molto interessante la correlazione osservata (8) tra
>> gravità dei disturbi funzionali del tratto gastroenterico e gravità dei
>> sintomi caratteristici dell’autismo.
>>
>> A questo punto è spontaneo domandarsi se la disbiosi ha un correlato
>> anatomo-patologico e in effetti risultano da diversi lavori alterazioni
>> riconducibili ad un’aumentata permeabilità dell’epitelio intestinale, che
>> determina il passaggio nel connettivo sottostante di sostanze presenti
>> all’interno del lume intestinale e che dovrebbero essere bloccate da una
>> barriera epiteliale integra. Queste sostanze, che comprendono microrganismi
>> intestinali e molecole provenienti dagli alimenti, determinano uno stato di
>> infiammazione a livello basso-medio e possono anche favorire l’instaurarsi
>> di fenomeni auto-immuni. Marcatori di permeabilità intestinale (“leaky
>> gut”) sono la permeabilità al lactulosio e la presenza nel plasma di una
>> componente delle giunzioni serrate (la zonulina), mentre la calprotectina
>> fecale è indice di infiammazione. È stata trovata una correlazione tra
>> un indice di gravità della sintomatologia autistica (CARS score) e la
>> calprotectina e tra sintomi gastrointestinali e aumentata permeabilità al
>> lactulosio (9). La perdita funzionale della barriera epiteliale si verifica
>> tipicamente in caso di celiachia, ma, come giustamente notato dalla
>> dott.ssa Mariani, queste stesse alterazioni, anche se meno profonde, sono
>> riconoscibili in diverse condizioni determinate da disbiosi intestinale o
>> da “sensibilizzazione” a sostanze di origine alimentare. La cosiddetta
>> Non-Celiac Gluten Sensitivity (NCGS) è molto ben discussa da un articolo di
>> Wikipedia (10), che cita l’*associazione* di questa sindrome con
>> un’ampia gamma di disturbi neurologici e neuropsichiatrici, tra cui
>> l’autismo. La scelta dei termini ha un ben preciso significato: il termine
>> “associazione” indica che non è stata dimostrata una *relazione* (es
>> causa-effetto) tra NCGS e disturbi neurologici e neuropsichiatrici (tra cui
>> l’autismo), ma solo una *concomitanza*. È quindi corretto domandarsi
>> (11) se, oltre alla celiachia, possono esistere altre “sindromi
>> dell’intestino permeabile”, che colleghino tra loro microbiota alterato,
>> infiammazione, integrità della barriera intestinale e di quella
>> emato-encefalica e patologie neurologiche e neuropsichiatriche, e se le
>> diete prive di glutine possano essere di giovamento anche in situazioni
>> diverse dalla celiachia.
>>
>> Ma prima di ridiscutere, anche alla luce della ricerca (12) riportata
>> dalla dottssa Mariani, i risultati ottenuti in pazienti autistici, è il
>> caso di esaminare brevemente che cosa rende potenzialmente tossico il
>> glutine e anche l’altro “imputato” che alcuni ritengono dannoso per
>> l’insorgenza dell’autismo: la caseina.
>>
>> Il glutine (principale fonte di proteine dei cereali più diffusi
>> nell’alimentazione umana) è un insieme di due proteine molto voluminose e
>> difficili da digerire, la glutenina e le gliadina; la fermentazione che
>> avviene con una buona lievitazione le frammenta parzialmente, aumentandone
>> la digeribilità, ma il glutine è di per sé tossico, tanto che, se
>> somministrato a colture cellulari, ne induce la morte per apoptosi e
>> altera, tra l’altro, le giunzioni serrate, ossia le connessioni tra cellule
>> su cui si basa la barriera epiteliale dell’intestino (13). Altre proteine
>> contenute nei cereali possono avere effetti dannosi, ad esempio gli
>> inibitori dell’amilasi-α e della tripsina, enzimi necessari per digerire
>> gli amidi e le proteine contenute nei cereali. [Non è insolito che i
>> vegetali contengano degli anti-nutrienti: è la loro difesa nei confronti
>> dei predatori che di essi si nutrono (tra cui noi!)]. L’alimentazione senza
>> glutine non causa di per sé le carenze riportate negli articoli (14,15)
>> citati dalla dott.ssa Mariani, anche se spesso chi ha disturbi alimentari
>> non è in grado di supplire adeguatamente alle limitazioni imposte dai suoi
>> disturbi per mancanza di una corretta guida da parte di medici e dietisti e
>> per l’offerta non ottimale del mercato. Le conclusioni che gli articoli
>> (14,15) traggono risentono quindi di pregiudizi e sono frutto di ignoranza.
>>
>>
>> La caseina costituisce circa l’80% delle proteine del latte bovino. A
>> seconda della razza delle mucche, la caseina prodotta può appartenere alla
>> variante A1 o A2. Nel primo caso, essa viene trasformata in
>> beta-casomorfina-7 (BCM7); mentre l’analogo umano non da ovviamente
>> problemi, la BCM7 bovina agisce come un oppiaceo e per alcune persone può
>> costituire un problema, innalzando i livelli di istammina-5 (mediatore
>> dell’infiammazione). Alti livelli di BCM7 sono stati anche *associati*
>> ad aumentata produzione di muco (problematico in caso di asma), aumentato
>> rischio di diabete, aumentata ossidazione del colesterolo-LDL, patologie
>> coronariche e sindromi neuropsichiatriche come autismo (16).
>>
>> Mi sembra così di aver mostrato chiaramente che i dati scientifici
>> dimostrano che a) la disbiosi intestinale (= microbiota in cui sono carenti
>> componenti utili e/o sono in eccesso quelle dannose)  può instaurarsi
>> addirittura in epoca prenatale; b) è causa e/o effetto di alterazioni del
>> sistema immunitario (infiammazione, allergie, fenomeni autoimmuni); c) è
>> associata a diverse patologie neurologiche e neuropsichiatriche; d) può
>> causare infiammazione intestinale e disturbi gastroenterici; e) può essere
>> causa e/o effetto di aumentata permeabilità intestinale. Inoltre, ho
>> dimostrato che nei soggetti affetti da autismo: f) è molto frequente la
>> disbiosi intestinale (anche se non è stata riconosciuta una specifica
>> “firma”); g) c’è un aumento di sintomatologie gastrointestinali; h) ci sono
>> frequentemente casi di aumentata permeabilità intestinale. Inoltre aggiungo
>> che nei soggetti autistici i) vi sono prove di alterazioni del sistema
>> immunitario, in particolare un’aumentata sintesi di inflammasoma NLRP3 e di
>> citochine infiammatorie (17, 18). Ovviamente queste situazioni non
>> colpiscono in ugual misura tutti i pazienti autistici. Ho inoltre
>> dimostrato che glutine e caseina possono essere causa di problemi, in
>> particolare causare infiammazione e aumento della permeabilità intestinale,
>> il che rende il suggerimento di diete senza glutine e/o senza caseina
>> quanto meno fondato e non frutto di pensiero magico. Infine, mi sembra che
>> il quadro risultante sia multidimensionale, con influenze spesso reciproche
>> dei diversi componenti; ho inoltre omesso per semplicità, ma non posso
>> esimermi da citare, un importante aspetto, quello della regolazione
>> epigenetica, che risente sia del quadro infiammatorio, sia dello stato
>> nutrizionale, sia degli stimoli nervosi, neuroendocrini e dei relativi
>> mediatori, su cui il microbiota intestinale svolge un ruolo importante.
>>
>> Veniamo adesso alla valutazione dei risultati, su cui condivido la
>> delusione espressa dalla dott.ssa Mariani per lo studio (19). Tuttavia, uno
>> studio precedente (20), in cui la dieta si era protratta per 12 e non per 6
>> mesi, aveva dato risultati decisamente incoraggianti (miglioramento nel
>> 100% dei casi).
>>
>> La conclusione più prudente da trarre è, a mio parere, quella di una
>> cautela per quanto riguarda l’applicazione indiscriminata delle diete di
>> esclusione e un’attenzione molto viva per l’approccio nutrizionale, che
>> andrebbe comunque consigliato in maniera personalizzata e dopo la
>> valutazione di parametri che lo giustifichino. L’obbiettivo da perseguire è
>> comunque sempre la riduzione dei parametri di infiammazione e l’attenta
>> valutazione delle sintomatologie gastro-intestinali. Lo studio che stiamo
>> per intraprendere, parzialmente finanziato dalla FIA, si propone, tra
>> l’altro, la simultanea valutazione del microbiota intestinale, di parametri
>> indicativi di permeabilità intestinale e di infiammazione, del metaboloma.
>> Ci auguriamo che un quadro di insieme così completo come quello che
>> raccoglieremo sia in grado di indicarci quali aspetti siano più utili da
>> monitorare per arrivare, sperabilmente, a consigli personalizzati che
>> includano l’aspetto alimentare.
>>
>>
>>
>> (1) From gut dysbiosis to altered brain function and mental illness:
>> mechanisms and pathways.    G B Rogers, D J Keating, R L Young, M-L
>> Wong, J Licinio & S Wesselingh. Mol Psychiatry 21, pp738–748(2016).
>>
>> (2) The Gut Microbiota and Dysbiosis in Autism Spectrum Disorders. Hughes
>> HK, Rose D, Ashwood P. Curr Neurol Neurosci Rep.18(11):81 (2018).
>>
>> (3) Long-term benefit of Microbiota Transfer Therapy on autism symptoms
>> and gut microbiota. Kang DW, Adams JB, Coleman DM, Pollard EL, Maldonado J,
>> McDonough-Means S, Caporaso JG, Krajmalnik-Brown R. Sci Rep.9(1):5821
>> (2019).
>>
>> (4) The prenatal gut microbiome: Are we colonized with bacteria in utero?
>> Ryan W Walker, Jose C Clemente, Inga Peter, and Ruth JF Loos, Pediatr Obes.
>> 12: 3–17 (2017).
>>
>> (5) The Prenatal Microbiome: A New Player for Human Health Valeria
>> D’Argenio. High Throughput. 7(4): 38 (2018).
>>
>> (6) Microbiota modulate behavioral and physiological abnormalities
>> associated with neurodevelopmental disorders.  Elaine Y Hsiao, Sara W
>> McBride, Sophia Hsien , Gil Sharon, Embriette R Hyde , Tyler McCue, Julian
>> A Codelli, Janet Chow, Sarah E Reisman, Joseph F Petrosino, Paul H
>> Patterson, Sarkis K Mazmanian. Cell; 155(7):1451-63 (2013).
>>
>> (7) Microbiota and gut-brain axis dysfunction in autism spectrum
>> disorder: Evidence for functional gastrointestinal disorders. I
>> Lasheras, P Seral, E Latorre, E Barroso, P Gracia-García, J Santabárbara
>> Asian J Psychiatr; 47:101874 (2020).
>>
>> (8) Exploiting the Zonulin Mouse Model to Establish the Role of Primary
>> Impaired Gut Barrier Function on Microbiota Composition and Immune
>> Profiles. Alba Miranda-Ribera, Maria Ennamorati, Gloria Serena, Murat
>> Cetinbas, Jinggang Lan, Ruslan I. Sadreyev, Nitya Jain, Alessio Fasano, and
>> Maria Fiorentino. Frontiers in Immunology, 10 (2019).
>>
>> (9) Intestinal Dysbiosis and Yeast Isolation in Stool of Subjects with
>> Autism Spectrum Disorders. Iovene MR, Bombace F, Maresca R, Sapone A,
>> Iardino P, Picardi A, Marotta R, Schiraldi C, Siniscalco D, Serra N, de
>> Magistris L, Bravaccio C. Mycopathologia. 182(3-4):349-363 (2017).
>>
>>  (10) https://en.wikipedia.org/wiki/Non-celiac_gluten_sensitivity
>>
>> (11) Leaky Gut, Leaky Brain? Obrenovich MEM. Microorganisms. 6(4):107
>> (2018).
>>
>> (12) Influence of a Combined Gluten-Free and Casein-Free Diet on Behavior
>> Disorders in Children and Adolescents Diagnosed with Autism Spectrum
>> Disorder: A 12-Month Follow-Up Clinical Trial. Pablo José
>> González-Domenech, Francisco Díaz Atienza, Carlos García Pablos, María
>> Luisa Fernández Soto, José María Martínez-Ortega, Luis Gutiérrez-Rojas. J
>> Autism Dev Disord 50, 935–948 (2020).
>>
>>  (13) Non-celiac gluten sensitivity: Time for sifting the grain. Luca
>> Elli, Leda Roncoroni, and Maria Teresa Bardella. World J Gastroenterol.
>> 21(27): 8221–8226 (2015).
>>
>> (14) Long term gluten consumption in adults without celiac disease and
>> risk of coronary heart disease: prospective cohort study. Benjamin Lebwohl
>> , Yin Cao, Geng Zong, Frank B Hu, Peter H R Green, Alfred I Neugut, Eric B
>> Rimm, Laura Sampson, Lauren W Dougherty, Edward Giovannucci, Walter C
>> Willett, Qi Sun, Andrew T Chan. BMJ.357:j1892 (2017).
>>
>> (15) Gluten free diet and nutrient deficiencies: a review. Giorgia Vici,
>> Luca Belli, Massimiliano Biondi, Valeria Polzonetti. Clinical Nutrition,
>> 35 (6),1236–1241 (2016)
>>
>> (16) Kamiński, S., Cieślińska, A., & Kostyra, E. Polymorphism of bovine
>> beta-casein and its potential effect on human health. Journal of applied
>> genetics, 48(3), 189-198. (2007).
>>
>> (17) Multiple inflammasome complexes are activated in autistic spectrum
>> disorders Marina Saresella, Federica Piancone, Ivana Marventano, Martina
>> Zoppis, Ambra Hernis, Michela Zanette, Daria Trabattoni, Matteo Chiappedi,
>> Alessandro Ghezzo, Maria Paola Canevini, Francesca la Rosa, Susanna
>> Esposito, Mario Clerici. Brain Behav Immun. 57:125-133 (2016).
>>
>> (18) Plasma peroxiredoxin changes and inflammatory cytokines support the
>> involvement of neuro-inflammation and oxidative stress in Autism Spectrum
>> Disorder. P M Abruzzo, A Matté, A Bolotta, E Federti, A Ghezzo, T
>> Guarnieri, M Marini, A Posar, A Siciliano, L De Franceschi, P Visconti. J
>> Transl Med 17(1):332 (2019).
>>
>> (19) Influence of a Combined Gluten-Free and Casein-Free Diet on
>> BehaviorDisorders in Children and Adolescents Diagnosed with Autism
>> Spectrum Disorder: A 12-Month Follow-Up Clinical Trial. González-Domenech,
>> P.J., Díaz Atienza, F., García Pablos, C. , Fernández Soto M-L. ,
>> Martínez-Ortega J.M., Luis Gutiérrez-Rojas L. J Autism Dev Disord 50,
>> 935–948 (2020).
>>
>>  (20) Knivsberg AM, Reichelt KL, Høien T, Nødland M. A randomised,
>> controlled study of dietary intervention in autistic syndromes. Nutr
>> Neurosci. 5(4):251-61. (2002)
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> ------------------------------
>> *Da:* autismo-biologia <autismo-biologia-bounces a autismo33.it> per conto
>> di CRISTINA PANISI <cristina.panisi01 a universitadipavia.it>
>> *Inviato:* giovedì 29 ottobre 2020 13:23
>> *A:* Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>
>> *Oggetto:* Re: [autismo-biologia] dieta senza glutine e caseina
>>
>>
>> Ringrazio la dott.ssa Mariani Cerati per avere riproposto in mailing list
>> l’importante tema della dieta di esclusione. Gli aspetti nutrizionali
>> stanno emergendo quale fattore cruciale per rischi e opportunità di salute
>> dell’individuo. Pertanto, richiedono di essere inseriti a pieno titolo
>> nella prospettiva dinamica (dall’epoca preconcezionale alla vita adulta) e
>> sistemica (non limitata ad un solo organo e apparato) di inquadramento
>> della salute e della sua possibile perturbazione.
>>
>> La valutazione del possibile effetto degli alimenti nella patogenesi di
>> numerosi disturbi in aumento negli ultimi decenni, richiede una premessa,
>> che in questa sede limito al un fattore: la permeabilità intestinale.
>>
>> Lo studio dell’aumento della permeabilità intestinale è attualmente
>> oggetto di grande interesse da parte della comunità scientifica. La
>> barriera intestinale è costituita da molteplici elementi (lo spessore di
>> muco, le caratteristiche della flora batterica, le giunzioni che
>> “cementano” le cellule dell’epitelio intestinale ecc). In caso di
>> modificazione della barriera e aumento della permeabilità intestinale, gli
>> antigeni (cioè le molecole in grado di attivare la risposta immunitaria)
>> presenti nel lume intestinale hanno maggiore facilità superare “il
>> confine”, raggiungendo lo strato sottostante (lamina propria), cioè lo
>> strato in cui si trova circa la metà del nostro sistema immunitario. Gli
>> antigeni presenti nel lume intestinale sono rappresentati dalla popolazione
>> microbica (il noto microbiota, di cui spesso sentiamo parlare) e
>> alimentari, tra cui si trovano glutine e caseina. Circa il glutine, si
>> tratta di un complesso di proteine insolubili in acqua. Al contatto con
>> l’acqua, diventano massa collosa (dal latino gluten -tĭnis «colla»), le
>> cui proprietà sono utilmente impiegate nella panificazione, nel “tenere
>> insieme” il pane. Varianti più o meno spugnose di glutine, hanno proprietà
>> diverse, non solo nella resa della panificazione, ma anche sugli effetti in
>> caso di ingestione.
>>
>>
>>
>> Le proteine del glutine hanno molteplici modalità per attivare la
>> risposta immunitaria. Accanto alla forma autoimmunitaria su base genetica
>> rappresentata dalla celiachia, la struttura molecolare della gliadina è
>> fortemente immunogena. Si tratta di effetti aspecifici, potenzialmente
>> presenti in chiunque, a seconda delle caratteristiche della permeabilità
>> intestinale e della diversa possibilità di “attraversamento” da parte della
>> gliadina. Dopo una forma di gastroenterite acuta, per esempio, chiunque di
>> noi può manifestare transitori disturbi legati all’ingestione di glutine,
>> poichè una transitoria infiammazione comporta un aumento della permeabilità
>> intestinale, un maggior passaggio di gliadina verso gli strati più profondi
>> e la conseguente attivazione della risposta immune. Solitamente si tratta
>> di effetti transitori, che si autorisolvono. In altre situazioni persistono
>> e possono divenire sempre più complesse.
>>
>> Questo il link di una interessante panoramica delle numerose condizioni
>> correlate alla sensibilità al glutine
>> https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0016508515000293?casa_token=suF0p3TK0DQAAAAA:1EyNq-MkxdRNiVtglSZZsyrrPg5eRlHYlw0JzH2mU2FdRD3WgwkZg3oEhXQooJs2UIr0EFsmOw
>>
>> Il diagramma in seconda pagina aiuta a comprendere la complessità della
>> questione e il consiglio di evitare autogestioni. Un circolo vizioso tra
>> attivazione immunitaria e aumento della permeabilità può favorire il
>> graduale passaggio da una situazione di tolleranza e benessere a stati di
>> disturbo crescente.
>>
>>
>>
>> La lunga premessa consente di comprendere l’ampia portata della questione
>> e l’attenzione dedicata alla relazione “alimenti-permeabilità
>> intestinale-attivazione immunitaria”, attualmente tra i più studiati.
>> Questo riguarda anche il neurosviluppo e l’insorgenza di condizioni
>> neuropsichiatriche, data la crescente evidenza del ruolo dell’asse
>> intestino-cervello, a partire dalle prime fasi di vita.
>>
>> In sintesi, la multifattorialità della questione aiuta a comprendere per
>> quale motivo sia da scoraggiare l’autogestione degli aspetti nutrizionali e
>> delle diete di esclusione. Gli effetti del singolo fattore (in questo caso,
>> il glutine nella dieta) variano in relazione a differenze inter e
>> intraindividuali (per esempio, differente permeabilità intestinale, le
>> caratteristiche del microbiota, la presenza di infiammazione intestinale,
>> stress ossidativo …) che richiedono necessariamente di essere tenute in
>> conto sia nella pianificazione della ricerca sia nella pratica clinica.
>>
>> La consapevolezza della crescente complessità biologica richiede una
>> metodologia di studio coerente. In tal senso, i modelli di *machine
>> learning* sembrano molto promettenti e in grado di fornire un importante
>> strumento per la medicina personalizzata. E’ un’impostazione alla quale
>> siamo abituati quando ci riferiamo all’ “abito su misura” nella
>> pianificazione degli interventi psicoeducativi. Si tratta ora di estendere
>> la personalizzazione - nella ricerca così come nella pratica clinica –
>> anche agli aspetti biologici, per i quali sarà importante garantire la
>> medesima competenza.
>>
>> Sul piano clinico, oltre all’importanza di una condivisione culturale del
>> paradigma patogenetico complesso, è auspicabile la presenza nel team
>> multidisciplinari di gastroenterologi, immunologi e nutrizionisti esperti
>> su questi temi. Questo è il modello che stiamo costruendo con alcuni degli
>> iscritti a questa lista e che con piacere condivideremo con chi sarà
>> interessato.
>>
>>
>>
>> Anticipo che in novembre verrà proposto un webinar su questi temi da
>> parte di ANGSA Marche, che ha accolto la richiesta di approfondimento da
>> parte delle famiglie, a seguito del seminario del luglio scorso con Laura
>> Villa.
>>
>>
>>
>> Un cordiale saluto
>>
>> Cristina Panisi
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>>
>> Il mer 28 ott 2020, 12:41 daniela <daniela a autismo33.it> ha scritto:
>>
>> Su questa lista abbiamo spesso parlato della dieta priva di glutine e
>> caseina. In un messaggio del settembre 2015 iniziavo citando un
>> messaggio dell’aprile 2007
>>
>> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2015-September/001825.html
>>
>> Pensavo che il discorso fosse chiuso e che ci si dovesse rivolgere ad
>> altre ipotesi e a conseguenti altri approcci terapeutici, invece qualche
>> mese fa è uscito il resoconto di una sperimentazione controllata nella
>> quale 37 soggetti con autismo sono stati reclutati e ciascuno di loro è
>> stato sottoposto per sei mesi a dieta libera e sei mesi a dieta priva di
>> glutine e caseina, nonché a misurazione della concentrazione di beta
>> casomorfina nelle urine. Non sono stati documentati cambiamenti né nel
>> comportamento né nella concentrazione di beta- casomorfina dopo i sei
>> mesi di dieta priva di glutine e caseina.
>> González-Domenech, P.J., Díaz Atienza, F., García Pablos, C. et al.
>> Influence of a Combined Gluten-Free and Casein-Free Diet on Behavior
>> Disorders in Children and Adolescents Diagnosed with Autism Spectrum
>> Disorder: A 12-Month Follow-Up Clinical Trial. J Autism Dev Disord 50,
>> 935–948 (2020).
>>
>> https://doi.org/10.1007/s10803-019-04333-1
>>
>> La dieta senza glutine è la cura base della celiachia e negli ultimi
>> anni sono emerse altre condizioni che beneficiano della dieta senza
>> glutine, tra cui l’allergia al grano e  la sensibilità non celiaca al
>> glutine. Negli ultimi decenni vi è stato anche un movimento di opinione
>> che attribuiva alla dieta senza glutine vantaggi per la salute in
>> generale, ritenendola, fra le altre cose, un fattore di protezione nei
>> confronti delle malattie cardio vascolari, anche in assenza di
>> condizioni patologiche.
>>
>> Questa teoria è nata al di fuori della medicina ufficiale. Ciò
>> nonostante è stata presa in grande considerazione ma, al di fuori di
>> condizioni patologiche ben precise che dovrebbero essere diagnosticate
>> da medici esperti e non autodiagnosticate, si è visto che essa non è un
>> fattore di protezione dalle malattie cardiovascolari. Al contrario uno
>> studio osservazionale fatto su migliaia di individui supporta il
>> contrario.
>>
>> Si tratta dello studio di Lebwohl e colleghi (Long term gluten
>> consumption in adults
>> without celiac disease and risk of coronary heart disease: prospective
>> cohort study.
>> BMJ. 2017;357:j1892.)  che ha esaminato 45303 uomini e 64714 donne non
>> celiaci suddivisi, mediante la compilazione di un diario alimentare, in
>> base al contenuto di glutine nella dieta e seguiti per 26 anni.
>> Gli autori hanno trovato una relazione inversa tra incidenza di malattia
>> coronarica e consumo di glutine. L’ipotesi avanzata dagli autori è che
>> il basso consumo di glutine porti con sé un ridotto consumo di cibi a
>> base di grano integrale, notoriamente benefico per la salute.
>>
>> Vici e colleghi ( “Gluten free diet and nutrient deficiencies: a
>> review,” Clinical Nutrition, vol. 35, no. 6, pp. 1236–1241, 2016) dicono
>> che i cibi privi di glutine, quando paragonati ai cibi equivalenti
>> contenenti glutine, mostrano carenza: di minerali, inclusi calcio,
>> ferro, magnesio e zinco; di vitamine, incluse B12, folato e vitamina D,
>> nonchè di fibre.
>>
>> La dieta senza glutine e senza latticini è stata molto utilizzata per
>> gli individui con  Disturbo dello Spettro Autistico  a partire dagli
>> anni’ 90 del secolo scorso.
>> Ha creato grandi speranze, anche se la sua realizzazione creava non
>> pochi problemi organizzativi soprattutto per i pasti fuori casa, come la
>> mensa scolastica e le festicciole tra gli amici. Forse proprio le
>> difficoltà favoriscono l’effetto placebo. Ma in medicina vale sempre il
>> principio che ciò che non fa bene fa male.
>>
>> Negli anni sono stati fatti vari studi per valutarne l’EFFICACIA, fra i
>> quali alcuni in doppio cieco, che non hanno evidenziato una superiorità
>> rispetto al placebo .
>> Tuttavia alcuni genitori riferiscono un beneficio sull’aspetto delle
>> feci che risultano più formate dopo l’inizio della dieta mentre prima
>> riferivano sia una frequenza superiore di evacuazione, sia una vera e
>> propria diarrea . A questo associano anche un miglioramento del
>> comportamento , nel senso di minore irritabilità e ipercinesia.
>>
>> Credo pertanto che quanto segnalato su soggetti adulti e sani vada
>> tenuto in grande considerazione, anche e soprattutto rispetto ad una
>> tendenza generale anche fra i normotipici ad evitare il consumo di
>> questa o quella sostanza , spesso con scarse prove di evidenza
>> scientifica .
>>
>> Al tempo stesso, come ci ricordava un bel po’ di anni fa il Prof.
>> Reichelt , il primo ad ipotizzare un collegamento fra dieta e
>> sintomatologia autistica ( anni 90),  si può eventualmente provare
>> questo approccio, come a volte  richiedono alcuni genitori,  ma solo per
>> sei mesi ( in assenza di celiachia conclamata) poiché, trascorso tale
>> termine e in mancanza di risultati, potrebbe essere controproducente e
>> comunque impegnativo rispetto alla qualità della vita familiare.
>>
>> Daniela Mariani Cerati
>>
>> PS L’articolo citato è stato da me discusso con un gruppo di farmacologi
>> e Neuropsichiatri di cui il commento contenuto nel messaggio rispecchia
>> le opinioni
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>> ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
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