[autismo-biologia] dieta senza glutine e caseina

ANGSA RAVENNA angsaravenna a gmail.com
Mer 28 Ott 2020 20:42:56 CET


Grazie Daniela, diffondiamo alle famiglie queste considerazioni molto
utili, come già detto. I genitori che hanno avuto una diagnosi recente sono
meno informati e  , ancora più di altri, facilmente influenzati ed
attratti  da ogni tipo di intervento, di cui trovano traccia su internet.
Portare i risultati di sperimentazioni serie non solo informa, ma abitua a
dare una valutazione più razionale delle varie proposte .
Noemi


Il mer 28 ott 2020, 12:41 daniela <daniela a autismo33.it> ha scritto:

> Su questa lista abbiamo spesso parlato della dieta priva di glutine e
> caseina. In un messaggio del settembre 2015 iniziavo citando un
> messaggio dell’aprile 2007
>
> http://autismo33.it/pipermail/autismo-biologia/2015-September/001825.html
>
> Pensavo che il discorso fosse chiuso e che ci si dovesse rivolgere ad
> altre ipotesi e a conseguenti altri approcci terapeutici, invece qualche
> mese fa è uscito il resoconto di una sperimentazione controllata nella
> quale 37 soggetti con autismo sono stati reclutati e ciascuno di loro è
> stato sottoposto per sei mesi a dieta libera e sei mesi a dieta priva di
> glutine e caseina, nonché a misurazione della concentrazione di beta
> casomorfina nelle urine. Non sono stati documentati cambiamenti né nel
> comportamento né nella concentrazione di beta- casomorfina dopo i sei
> mesi di dieta priva di glutine e caseina.
> González-Domenech, P.J., Díaz Atienza, F., García Pablos, C. et al.
> Influence of a Combined Gluten-Free and Casein-Free Diet on Behavior
> Disorders in Children and Adolescents Diagnosed with Autism Spectrum
> Disorder: A 12-Month Follow-Up Clinical Trial. J Autism Dev Disord 50,
> 935–948 (2020).
>
> https://doi.org/10.1007/s10803-019-04333-1
>
> La dieta senza glutine è la cura base della celiachia e negli ultimi
> anni sono emerse altre condizioni che beneficiano della dieta senza
> glutine, tra cui l’allergia al grano e  la sensibilità non celiaca al
> glutine. Negli ultimi decenni vi è stato anche un movimento di opinione
> che attribuiva alla dieta senza glutine vantaggi per la salute in
> generale, ritenendola, fra le altre cose, un fattore di protezione nei
> confronti delle malattie cardio vascolari, anche in assenza di
> condizioni patologiche.
>
> Questa teoria è nata al di fuori della medicina ufficiale. Ciò
> nonostante è stata presa in grande considerazione ma, al di fuori di
> condizioni patologiche ben precise che dovrebbero essere diagnosticate
> da medici esperti e non autodiagnosticate, si è visto che essa non è un
> fattore di protezione dalle malattie cardiovascolari. Al contrario uno
> studio osservazionale fatto su migliaia di individui supporta il
> contrario.
>
> Si tratta dello studio di Lebwohl e colleghi (Long term gluten
> consumption in adults
> without celiac disease and risk of coronary heart disease: prospective
> cohort study.
> BMJ. 2017;357:j1892.)  che ha esaminato 45303 uomini e 64714 donne non
> celiaci suddivisi, mediante la compilazione di un diario alimentare, in
> base al contenuto di glutine nella dieta e seguiti per 26 anni.
> Gli autori hanno trovato una relazione inversa tra incidenza di malattia
> coronarica e consumo di glutine. L’ipotesi avanzata dagli autori è che
> il basso consumo di glutine porti con sé un ridotto consumo di cibi a
> base di grano integrale, notoriamente benefico per la salute.
>
> Vici e colleghi ( “Gluten free diet and nutrient deficiencies: a
> review,” Clinical Nutrition, vol. 35, no. 6, pp. 1236–1241, 2016) dicono
> che i cibi privi di glutine, quando paragonati ai cibi equivalenti
> contenenti glutine, mostrano carenza: di minerali, inclusi calcio,
> ferro, magnesio e zinco; di vitamine, incluse B12, folato e vitamina D,
> nonchè di fibre.
>
> La dieta senza glutine e senza latticini è stata molto utilizzata per
> gli individui con  Disturbo dello Spettro Autistico  a partire dagli
> anni’ 90 del secolo scorso.
> Ha creato grandi speranze, anche se la sua realizzazione creava non
> pochi problemi organizzativi soprattutto per i pasti fuori casa, come la
> mensa scolastica e le festicciole tra gli amici. Forse proprio le
> difficoltà favoriscono l’effetto placebo. Ma in medicina vale sempre il
> principio che ciò che non fa bene fa male.
>
> Negli anni sono stati fatti vari studi per valutarne l’EFFICACIA, fra i
> quali alcuni in doppio cieco, che non hanno evidenziato una superiorità
> rispetto al placebo .
> Tuttavia alcuni genitori riferiscono un beneficio sull’aspetto delle
> feci che risultano più formate dopo l’inizio della dieta mentre prima
> riferivano sia una frequenza superiore di evacuazione, sia una vera e
> propria diarrea . A questo associano anche un miglioramento del
> comportamento , nel senso di minore irritabilità e ipercinesia.
>
> Credo pertanto che quanto segnalato su soggetti adulti e sani vada
> tenuto in grande considerazione, anche e soprattutto rispetto ad una
> tendenza generale anche fra i normotipici ad evitare il consumo di
> questa o quella sostanza , spesso con scarse prove di evidenza
> scientifica .
>
> Al tempo stesso, come ci ricordava un bel po’ di anni fa il Prof.
> Reichelt , il primo ad ipotizzare un collegamento fra dieta e
> sintomatologia autistica ( anni 90),  si può eventualmente provare
> questo approccio, come a volte  richiedono alcuni genitori,  ma solo per
> sei mesi ( in assenza di celiachia conclamata) poiché, trascorso tale
> termine e in mancanza di risultati, potrebbe essere controproducente e
> comunque impegnativo rispetto alla qualità della vita familiare.
>
> Daniela Mariani Cerati
>
> PS L’articolo citato è stato da me discusso con un gruppo di farmacologi
> e Neuropsichiatri di cui il commento contenuto nel messaggio rispecchia
> le opinioni
>
> _______________________________________________
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