[autismo-biologia] metaboloma urinario
daniela
daniela a autismo33.it
Lun 28 Dic 2020 09:59:44 CET
E’ stato pubblicato lo scorso 23 novembre l’articolo
“The Urine Metabolome of Young Autistic Children
Correlates with Their Clinical Profile Severity”
Michele Mussap , Martina Siracusano, Antonio Noto , Claudia Fattuoni ,
Assia Riccioni , Hema Sekhar Reddy Rajula , Vassilios Fanos , Paolo
Curatolo , Luigi Barberini and Luigi Mazzone
Metabolites 2020, 10, 476; doi:10.3390/metabo10110476
Gli autori hanno esaminato 57 bambini dai 2 agli 11 anni, di cui 31 con
autismo idiopatico e 26 normotipici.
I bambini con autismo sono stati ulteriormente suddivisi in base alla
gravità dei sintomi propri dell’autismo, alla presenza di selettività
alimentare e di disturbi gastrointestinali.
A tutti è stato esaminato il metaboloma urinario mediante “gas
chromatography-mass spectrometry (GC-MS)”
Il metaboloma urinario dei bambini con autismo è risultato largamente
distinguibile da quello dei bambini normotipici. La selettività
alimentare a sua volta era in relazione con ulteriori differenze
metaboliche significative. Alti livelli di metaboliti risultanti dalla
dieta, dalla disbiosi intestinale e dallo stress ossidativo
caratterizzavano le urine dei bambini con i sintomi “core” dell’autismo
più severi.
Ritengo che questo studio sia importante e che possa essere la base per
altri studi dove le variabili potrebbero essere più controllate, ad
esempio dieta, microbioma (la relazione con il microbioma che loro
indicano andrebbe provata, anche per capire eventualmente come
intervenire). Ci sono tanti suggerimenti per ulteriori approfondimenti
e soprattutto per la sperimentazione di terapie innovative.
Sarebbe importante, anche senza affinare lo studio, vedere se i dati si
mantengono nel tempo, per verificare se chi è diverso oggi lo è anche
tra un mese e se nello stesso modo. Se così fosse, la ricerca avrebbe un
valore diagnostico-predittivo maggiore
Date queste incertezze, in attesa di altri lavori di conferma che
tengano conto di tutte le variabili, ritengo che al momento dobbiamo
considerare questo lavoro e questi dati un importante fonte di
incoraggiamento a studiare in questa direzione, ma che l’approccio non
possa rappresentare uno strumento utilizzabile nel quotidiano e
nemmeno “ad personam”.
Siamo ancora , ed è bene sottolinearlo, a livello di RICERCA e la
ricerca dà buoni frutti quando si avvale di collaborazioni
multicentriche e multidisciplinari, come è avvenuto in modo esemplare
per questo importante lavoro
Daniela Mariani Cerati
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