[autismo-biologia] dalla diagnosi dei sintomi alladiagnosi funzionale

Avv. Ida Iaquinta avv.iaquinta a tiscali.it
Gio 30 Apr 2020 12:52:25 CEST


Anche lo sarei per entambi i miei bimbi.
  ----- Original Message ----- 
  From: Margherita Ranalli 
  To: Autismo Biologia 
  Sent: Wednesday, April 29, 2020 1:45 PM
  Subject: Re: [autismo-biologia] dalla diagnosi dei sintomi alladiagnosi funzionale


  Io sarei disponibilissima affinché mia figlia partecipasse al progetto per capire meglio ,se possibile l,e cause dei suoi deficit e per trovare terapie personalizzate piu efficaci.


  Il mercoledì 29 aprile 2020, 10:41:56 CEST, convegni <convegni a autismo33.it> ha scritto: 




  Nel lavoro  di cui al link 

  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6050263/   si afferma una 

  ipotesi di cui sentivamo il bisogno da almeno trent’anni e cioè che la 

  classificazione diagnostica, anche sul cervello,  deve essere 

  strumentale; in altre parole per affermare che è in corso una polmonite 

  ci vuole la lastra e per affermare che c’è un deficit in una funzione 

  cerebrale ci deve essere una fMRI che lo evidenzia: viviamo in tempi in 

  cui questo approccio può ormai entrare nell’uso grazie agli studi di 

  mappatura del cervello (quanta strada dalle aree di Brodmann!) ed alle 

  numerose tecniche di neuroimaging.

  Di questo articolo, che ritengo molto interessante, traduco l’abstract



  " Le diagnosi fatte sui sintomi come nei manuali  DSM e ICD (le bibbie 

  degli psichiatri)  sono reputate sempre più inadeguate a descrivere le 

  disfunzioni  presenti in ASD e ADHD.

  Questo studio è stato fatto su  1305 partecipanti tra soggetti  

  normotipici (652) e soggetti diagnosticati (653) .  Soltanto con le 

  immagini  fMRI abbiamo riconosciuto tre sottotipi di pazienti che 

  avevano treni d’onda e connessioni caratteristiche nella corteccia 

  temporo-parietale tra le aree denominate default mode network-DMN, 

  dorsal attention network-DAN e salience network-SN.

  Tali caratteristiche elettroencefalografiche (onde e connessioni) 

  rendevano conto delle disfunzioni neurali (sintomi) particolari di 

  ciascun paziente e permettevano di fare diagnosi in tutte e due le 

  patologie ASD e ADHD.  La cosa dirimente però è l’accuratezza delle 

  diagnosi nei pazienti nuovi:  67,33%(+/-3.07) della fRMI contro 

  46,73(+/-3.97)%  dei manuali psichiatrici sopra detti."



    Fin qui dunque l’articolo pubblicato in rete a luglio 2018 (Received: 

  3 February 2018 Revised: 3 May 2018 Accepted: 11 May 2018) per dire 

  qual’è lo stato dell’arte.



  Tra i nostri ricercatori ci sono quelli che hanno studiato, accanto alla 

  RM, lo EEG  e sono arrivati ad un grado di affidabilità pari a quello 

  della RM: tra questi Camillo Porcaro di cui esiste una corposa 

  bibliografia in rete. Comunque l'EEG è un sistema diretto di rilevazione 

  del segnale elettrico emesso dal cervello ed è reputato preferibile 

  proprio perché è diretto; invece con la RM deve essere operata una 

  trasformazione .



  Questi scienziati che si sono occupati dei segnali elettrici emessi dal 

  cervello sono bioingegneri, matematici e fisici ed hanno dimostrato ai 

  medici che da un elettroencefalogramma si può risalire all’area 

  cerebrale di provenienza con una accuratezza di 1,5/2cm (1 voxel).  Ed 

  hanno anche individuato da tempo le differenze patologiche di forma, 

  periodo e simmetria dei vari treni d’onda, nonché le reciproche 

  connessioni tra le aree di provenienza del segnale.



  Ad oggi però questi EEG-HD, detti ad alta densità, si praticano nei 

  laboratori di ricerca e non per i pazienti ordinari in ospedale.

  Alcuni di noi, tra cui la sottoscritta,  Camillo Porcaro, ed il 

  Neurologo  Giovanni Assenza, dell’Università Campus Biomedico, siamo 

  convinti che si possa fare con un EEG-HD a 64 canali, ciò che è stato 

  fatto e descritto sopra con fRM, e che ci sia quindi una possibilità più 

  concreta di poter studiare, tra i nostri soggetti ASD e ADHD, anche 

  quelli che non sopporterebbero la risonanza.  Infatti lo EEG-HD si fa 

  indossando un caschetto su cui sono applicati gli elettrodi ed il 

  collegamento al sistema computerizzato elaboratore può essere anche 

  wireless per cui. per pazienti "difficili",  potrebbe anche non essere 

  necessaria una sedazione, l’esame sarebbe molto più veloce ed i costi 

  decisamente più contenuti. Comunque è ancora tutto da vedere: noi 

  portatori di questa idea approfittiamo di questo periodo funesto di 

  sospensione delle attività ordinarie anche nei reparti ospedalieri per 

  definire reclutamento, percorso, trattamento dei dati EEG, diagnosi, 

  proposte terapeutiche in un progetto  di ampio respiro che dovrebbe 

  iniziare nella provincia di Roma, nel giro di un anno, se va bene .



  Da voi vorremmo sapere cosa pensate di questa iniziativa: sareste 

  favorevoli a sottoporre un soggetto ASD/ADHD ad un EEG-HD per rifare una 

  diagnosi strumentale al fine di dibattere su una terapia ad personam?

  Auguri a tutti di buona salute

                          Aurelia Gargiulo







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