[autismo-biologia] Fwd: Sempre detto che è bello!

Carlo Hanau hanau.carlo a gmail.com
Dom 2 Giu 2019 11:26:10 CEST


La RAI 5, canale 23, ha trasmesso l'ottimo film "Pulce non c'è" lunedi
scorso in seconda serata.
Cogliamo l'occasione per trasmettere la recensione del Dr.Zaccagnini di un
utile libro del Prof.Bonati, che ne parla con favore nella sua rassegna di
film sull'autismo.
E' essere utile quando si deve scegliere un film per presentare l'autismo.




---------- Forwarded message ---------
Da: Viola <viola.oggero a gmail.com>
Date: dom 2 giu 2019 alle ore 10:14
Subject: Sempre detto che è bello!


  L'autismo nel cinema Autore: Edoardo Zaccagnini Fonte: Città Nuova
https://www.cittanuova.it/wp-admin/admin-ajax.php?id=137274&action=seed_download_download&type=pdf


*Maurizio Bonati, nel suo libro “Attraverso lo schermo”*, elenca un numero
consistente di film e documentari sull’argomento, elogiandone alcuni e
bocciandone altri
Quando un'opera – letteraria, teatrale o cinematografica – tocca un tema
delicato come quello della disabilità, bisogna sempre valutare con prudenza
ogni analisi interpretativa, stare molto attenti a riportare un corretto
giudizio circa il risultato del progetto. Non basta, in questo caso, che il
lavoro funzioni da un punto di vista narrativo, che scorra, che emozioni e
che coinvolga. È necessario che sia prima di tutto rispettoso del tema
trattato, che sia di aiuto principalmente alle persone che vivono tale
condizione, alle loro famiglie, ed essere informativo, sanamente – e
preziosamente – divulgativo, educativo per gli altri. È necessario evitare
ogni fine speculativo, di guadagno in senso lato, di gratuita e conveniente
spettacolarizzazione o distorsione dell'argomento. Il lavoro del lettore, o
dello spettatore nel caso di un'opera teatrale o di un film, non è mai
facile davanti a certi prodotti perché non è detto, anzi, è piuttosto
improbabile, che egli possegga una preparazione specifica a riguardo.
Allora, questo spettatore, anche nel caso in cui sia esperto di
letteratura, di teatro o di cinema, avverte l'esigenza di una consulenza
esterna, tecnica, meglio dire scientifica: avrebbe voglia di confrontarsi
con un esperto, per dirgli, magari: «Guarda, espressivamente la cosa
funziona, arriva, ma dice il vero? È autentica la sostanza di questo
racconto? È utile o fuorviante? C'è della buona fede o il suo contrario?».
Ecco allora che per orientarsi dentro il tema dell'autismo, per esempio,
anche se sarebbe meglio dire della sindrome dello spettro autistico –
materia piuttosto trattata negli ultimi anni da film e serie televisive – è
utile un libro dal titolo Attraverso lo schermo - Cinema e autismo in età
evolutiva, edito di recente dalla casa editrice Il pensiero scientifico e
scritto dal medico Maurizio Bonati, già autore o coautore di alcune
centinaia di pubblicazioni scientifiche. Il suo lavoro elenca un numero
massiccio di film – quasi 180 – divisi tra opere di finzione (sia per il
cinema che per la televisione), serie televisive (ovvero prodotti a puntate
per il piccolo schermo) e documentari sull'argomento. Per ogni lavoro,
viene descritta brevemente la trama, e poi – aspetto prezioso del testo –
viene offerto un punto di vista circa il modo in cui il tema della sindrome
dello spettro dell'autismo – e in qualche caso più in generale della
disabilità – è affrontato. Se prima di iniziare a scandagliare i numerosi
testi filmici da tutto il mondo – recenti o distanti nel tempo – ci sono
capitoli introduttivi su cinema e psichiatria e su cinema e
neuropsichiatria, è certamente importante la sezione in cui l'autore
descrive le caratteristiche proprie della sindrome, a partire dai sintomi
manifestati dalla persona. Una spiegazione propedeutica al nocciolo del
tema trattato: il rapporto tra cinema e autismo, appunto, vero cuore del
libro. Nel passare in rassegna moltissimi titoli, elogiandone alcuni e
bocciandone altri (parecchi!), il lettore può continuare ad approfondire la
conoscenza del disturbo – anzi dei disturbi – legati all'autismo, visto che
questi, come spiega Bonati, possono manifestarsi a diversi livelli, e si
può parlare di alto, medio o basso funzionamento, a seconda della gravità
della condizione. Uno dei film citati come meritevoli dallo studioso, il
cui primo merito è quello di aver svolto un lungo lavoro di ricerca e di
visionamento, è l'italiano Pulce non c'è, del 2012, diretto dal regista
Giuseppe Bonito e tratto dal romanzo omonimo di Gaia Rayneri. È basato su
una storia vera e parla anche della solitudine in cui una famiglia può
trovarsi quando vive una situazione così particolare e complessa, a causa
della scarsa preparazione o della superficialità con cui le istituzioni
possono accostarsi all'argomento. Bonati recensisce il film come «una
storia raccontata con sensibilità, pudore e senza pietismi», e segnala, tra
le tante cose, anche alcuni documentari didattici interessanti, come
quello, per esempio, di Gianni Minelli, dal titolo La sfida, che documenta
un progetto per il quale 9 ragazzi con autismo hanno viaggiato in nave per
5 giorni da Livorno a La Spezia, come equipaggio di un brigantino della
Marina Militare. Oppure il 1 / 2 lavoro di Giuseppe Cacace, Lo sguardo
degli aspie, che partendo dalla passione per il cinema di alcuni ragazzi
con la sindrome di Asperger, racconta il loro coinvolgimento nella gestione
del cineclub Detour di Roma, il tutto documentato attraverso le riprese
effettuate dai ragazzi stessi. C'è molto altro nel libro di Bonati, spunti
ulteriori, approfondimenti, riflessioni e considerazioni che aiutano a
illuminare un argomento di cui si è iniziato a parlare abbastanza, ma non
sempre in modo preciso. Un buon libro, insomma.
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