[autismo-biologia] antipsicotici

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mar 4 Ott 2016 12:37:53 CEST


Segnalo un articolodi Giuseppe Tibaldi
“Il gioco vale lacandela? Riconsiderare l’uso degli antipsicotici alla luce delleevidenze sugli esiti derivanti dal loro utilizzo a lungo termine”,RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA La rivista della salute mentaleVOL. CXL - N° 2, 2016"che viene riassuntonell’editoriale come segue
“Giuseppe Tibaldiaffronta, nel suo articolo, il tema dei dubbi benefici che i farmaciantipsicotici producono a medio e a lungo termine; vengonoevidenziati i rischi specifici che derivano dall’uso prolungato diantipsicotici, così come vengono illustrati i recenti studi chemettono a confronto trattamenti continuativi di antipsicotici contrattamenti sospesi che sembrano garantire tassi di guarigione alungo termine più elevati. Vengono messe in evidenza le potenzialitàdi interventi che valorizzino il ruolo dei pazienti, “esperti peresperienza”, in grado di accettare scelte terapeutiche, che pureincludono gli psicofarmaci, in una forma ed in una misura condivisa”
Tibaldi parla dischizofrenia, ma il problema degli antipsicotici a medio e lungotermine riguarda anche l’autismo. L’indagine compiuta da Serono,Censis e ANGSA mostra come l’uso di farmaci antipsicotici aumentaprogressivamente con l’etá. Dal 3% nei bambini dai 3 ai 7 anni sipassa al 46% negli ultraventenni. 
https://www.fondazioneserono.org/disabilita/la-centralita-della-persona/lindagine-sulle-persone-con-autismo-disabilita/tipologia-di-trattamento/
Esiste poi unamalefica forza d’inerzia per la quale questi trattamenti, chenell’autismo hanno un’efficacia anche nel breve termine moltoinferiore che nella schizofrenia, una volta iniziati, vengonoprotratti a tempo indefinito, spesso per tutta la vita.
Molto interessantenell’articolo la notizia che, confrontando i dati dei paesi poverie dei paesi ricchi, si é constatato che nei paesi poveri lecondizioni degli schizofrenici nel lungo periodo erano moltomigliori. Meno recidive di episodi psicotici, minore declinocognitivo con l’avanzare dell’etá. In questi paesi gliantipsicotici venivano usati solo nel periodo dell’acuzie e poisospesi per motivi economici. Si é visto cosí che la sospensione eraun fattore positivo e non negativo.
La situazionedell’autismo é diversa e merita una osservazione longitudinaleprolungata specifica. Questa é urgente in considerazione non solodel larghissimo uso di questi farmaci che si fa nelle persone conautismo, ma anche del fatto che essi vengono iniziati spesso in etáprecocissime e, se non sospesi, il danno iatrogeno si accumula nelcorso di numerosi decenni. Quanto poi alle“potenzialità di interventi che valorizzino il ruolo dei pazienti,“esperti per esperienza”,  per quanto riguarda l’autismo moltigenitori diventano “esperti per esperienza”, un’esperienza cheinizia quando i figli hanno tre anni e finisce con lamorte degli “esperti”Non é poi esclusoche tra le persone con autismo ad altissimo funzionamento gli“esperti per esperienza” possano essere anche i pazienti stessi. 
 
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