[autismo-biologia] R: dall'età prescolare all'età scolare: studio prospettico svedese

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Dom 28 Ago 2016 22:15:23 CEST


In medicina e ingenere nella scienza non esistono dogmi. Ogni credenza che si ritieneben consolidata puo’ essere contraddetta dai fatti e puo’cambiare le affermazioni che sono state fatte fino a quel momento. La prognosidell’autismo é poco conosciuta e molte credenze sono basate sucasi aneddotici o su ricerche retrospettive, nelle quali c’ésempre un bias di selezione.Le ricerche valideper studiare la storia naturale di una condizione, o la storiacorretta da terapie piú o meno incisive, sono quelle prospettichenelle quali si segue nel tempo un gruppo ben diagnosticato e bencaratterizzato partendo dall’inizio, in questo caso dalladiagnosi, e cercando di raggiungere tutti i casi: quelli che vannobene e quelli che vanno male.Lo studio svedese hadei limiti, soprattutto il fatto di basarsi esclusivamente su unaintervista ai genitori, anche se fatta da operatori esperti nellasomministrazione di detta intervista, ma ha il pregio di studiarebambini di 11 anni tutti diagnosticati nello stesso centro prima dei4 anni e mezzo e suddivisi per quoziente intellettivo. Se i genitori sonostati diligenti nel rispondere al questionario (che era anonimo e nondava nessun premio in caso di risposte non veritiere), si evince chenel tempo una minoranza di bambini che prima dei 4 anni hanno deisintomi di qualitá e quantitá tali da soddisfare ai criteri per ladiagnosi di spettro autistico, a 11 anni non hanno piú questisintomi. Alcuni di loro hanno altri sintomi che soddisfano ai criteriper fare altre diagnosi nell’ambito del neurosviluppo. Unaminoranza ancora piú ristretta non ha sintomi di nessuno deidisordini indagati. Essendo la ricerca in divenire, sarebbeinteressante vedere nelle prossime pubblicazioni se questi bambinisono stati poi visti di persona da specialisti neuropsichiatri e segli specialisti confermano l’assenza dei disturbi indagati e se nonne rilevano altri, non compresi nella ricerca. A presto     Daniela MC

Il Domenica 28 Agosto 2016 19:19, "paola.mazzetto a libero.it" <paola.mazzetto a libero.it> ha scritto:

 Scusate, forse sto fraintendendo quanto letto, ma...
io ho sempre sentito la semplice affermazione che dallo spettro autistico, in ogni caso, NON si esce, in quanto si tratta di una condizione e non di una malattia.
Se nasco di razza caucasica, a 11 anni posso aver preso la tintarella, ma certamente non sono diventata un'africana!
Perdonate l'esempio, ma il tema mi sembra fondamentale: 
le terapie sono essenziali per sviluppare al massimo il potenziale delle persone nello spettro, è certamente possibile che una persona adulta ben seguita e supportata conduca un'esistenza piena e autonoma, e questo è l'obiettivo di tutti noi care giver. Ma autistici si resta per tutta la vita!



----Messaggio originale----
Da: "daniela marianicerati" <marianicerati a yahoo.it>
Data: 19/08/2016 22.23
A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>
Ogg: [autismo-biologia] dall'età prescolare all'età scolare: studio prospettico svedese

Segnalol’articolo ” Preschoolto School in Autism: Neuropsychiatric Problems 8 Years After Diagnosis at 3Years of Age, M. Barnevik Olsson1,2 • S. Lundstro ¨m1 • J. Westerlund1,3 • M.B. Giacobini2 • C. Gillberg1 • E. Fernell1, J Autism Dev Disord (2016)46:2749–2755 DOI 10.1007/s10803-016-2819-0”L’ articolo si inserisce in uno studio prospettico che seguenegli anni un gruppo di bambini a cui era stata fatta diagnosi di disturbodello spettro autistico prima dell’età di 4 anni e mezzo e trattati da unCentro di eccellenza di Stoccolma, “ a specialized habilitation center inStockholm, the Autism Center for Young Children (ACYC)”Al momento della diagnosi il quoziente intellettivo andavadalla normalità (superiore a 84), al border line (tra 84 e 70), alla disabilitàintellettiva ( inferiore a 70). Dopo 8 anni dalla diagnosi, quando i bambini avevano comeetà mediana 11 anni, i genitori di  128bambini, dei 313 nati tra il 2002 e il 2006 e diagnosticati nello spettro autisticonella contea di Stoccolma,  sono staticontattati  telefonicamente. L’intervista è consistita in un questionario strutturato chemirava a constatare se a 11 anni erano ancora presenti gli elementi per farediagnosi di spettro autistico. Il questionario indagava anche se erano presentielementi per fare diagnosi di altri disordini e precisamente: ADHD (deficitdell’attenzione e iperattività); disabilità intellettiva; disordine oppositivoprovocatorio-sfidante (ODD: Oppositional defiant disorder); disordine dello sviluppo della coordinazionemotoria (DCD: Developmental coordination disorder).I dati raccolti riguardano solo i disordini sopra elencati .Non si puo’ pertanto escludere che i bambini avessero altre comorbiditàpsichiatriche non comprese nel questionario, perché i bambini non sono stativalutati direttamente da medici, ma soltanto attraverso questionari presentatiai genitori  da parte di operatoriesperti nella somministrazione di questi questionari. I risultati sono i seguenti:dei 34 bambini con AIF “average intellectual function” (QImaggiore di 84):6 (18%) non presentano sintomi di nessuno dei disordinisopra elencati24 (71 %) presentano ancora un quadro di disturbo dellospettro autistico20 (59 %) presentano ADHD12 (35 %) presentano ODD17 (50 %) presentano DCD11 (32 %) presentano disturbi dell’apprendimento/disabilitàintellettiva. Questo rappresenta un peggioramento in quanto stiamo esaminandoil gruppo di bambini che prima dei 4 anni avevano un QI superiore a 84.  Dei 58 bambini con ID “intellectual disability”, ovvero conQuoziente intellettivo inferiore a 70 il quadro che emerge dalla ricerca è ilseguente:2 (3%) non presentano sintomi di nessuno dei disordini sopraelencati 55 (95 %) presentano ancora un quadro di disturbo dellospettro autistico46 (79 %) presentano ADHD26 (45 %) presentano ODD25 (43 %) presentano DCD54 (93 %) presentano Disabilità intellettiva. Questosignifica che 4 (7%) sono migliorati in quanto facevano parte del gruppo cheprima dei 4 anni e mezzo avevano un QI inferiore a 70. Prima di commentare questi dati, ribadisco i limiti dellaricerca, basata soltanto su interviste telefoniche con i genitori, che talvoltatendono a presentare i figli meglio di quello che sono. Fatte queste premesse,commenterei i dati come segue.Tra i 34 bambini conQI superiore a 84:10 (29%) non presentano più il quadro dello spettroautistico, però di questi soltanto 6 (18%) non presentano nessuno dei  sintomi riferibili ai disordini indagati. Daqui si evince che 4 bambini hanno sintomi riferibili agli altri disordini dellosviluppo sopra riferiti.11 (32 %) presentano disturbi dell’apprendimento/disabilitàintellettiva che non erano presenti prima dei 4 anni e mezzo.  Una notevole percentuale presenta deficit diattenzione, comportamenti oppositivi sfidanti e problemi di coordinazionemotoria.Tra i 58 bambini conautismo e disabilità intellettiva diagnosticati prima dei 4 anni e mezzo ( QIinferiore a 70):3 (5%) non presentano più sintomi riferibili allo spettro autisticoe 2 non hanno sintomi riferibili a nessuno dei disordini indagati4 (7%) non hanno disabilità intellettivaNei restanti casi è pesante il cumulo di  sintomi riferibili a disattenzione,iperattività, disordine oppositivo sfidante e coordinazione motoria.Questa ricerca ci ricorda che la prognosi dell’autismorimane severa anche dopo un trattamento precoce praticato in centri dedicati.Ci ricorda inoltre che non bisogna focalizzarsi soltanto sulla valutazionedell’autismo in quanto tale, ma anche sugli altri disturbi del neurosviluppo,molto spesso presenti in comorbilità. Documenta anche una minoranza di bambiniche migliorano sensibilmente nel tempo.Per quanto riguarda l’insegnamento che si puo’ trarre, lapresente la ricerca ci dice che i servizi preposti all’assistenza dei minoricon autismo non devono ridurre le risorse dopo l’età scolare perché purtroppo,pur con qualche eccezione, i problemi restano, talvolta cambiano e a volteaumentano e le famiglie non devono essere lasciate sole ad affrontare questiproblemi.Per il futuro questa ricerca ci dice che l’abilitazione, purdoverosa, non basta e che bisogna promuovere una ricerca ben supportata perapprofondire la patogenesi al fine di trovare cure biologiche innovative permigliorare la prognosi dello spettro autistico.




   
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