[autismo-biologia] Altered gut microbiota in Rett syndrome

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mer 17 Ago 2016 21:16:20 CEST


E’stato pubblicato il 30 luglio scorso l’articolo

Altered gut microbiota in Rett syndrome

·        Francesco Strati,

·        Duccio Cavalieri,

·        Davide Albanese,

·        Claudio De Felice,

·        Claudio Donati,

·        Joussef Hayek,

·        Olivier Jousson,

·        Silvia Leoncini,

·        Massimo Pindo,

·        Daniela Renzi,

·        Lisa Rizzetto,

·        Irene Stefanini,

·        Antonio Calabrò and

·        Carlotta De Filippo 

Microbiome 2016 4:41

DOI: 10.1186/s40168-016-0185-y

Published: 30 July 2016


 
Il lavoro affronta uno dei temi caldidella ricerca biologica: le modificazioni del microbiota nell’ambito dipossibili alterazioni della funzione cerebrale a partenza dalle complesse relazionientero – cerebrali. 

“A strict relationshipbetween the gut microbiota and the central nervous system (CNS) has beenobserved, and numerous studies have shown alterations of the gut microbiota inthe heterogeneous group of neurological disorders belonging to the autismspectrum disorders (ASDs) [14]. In addition, the gutmicrobiota may modulate CNS activities through neural, endocrine, metabolic andimmune pathways [15] affecting complexphysiological and behavioural states of the host [15, 16] “

Partireda una condizione monogenica ben caratterizzata come la sindrome di Rett è unastrada meno problematica per passare dalle ipotesi teoriche all’evidenza deidati, ma un ostacolo non piccolo è dato dalla rarità di tali condizioni e dallaconseguente difficoltà ad avere campioni numericamente significativi.

Questoed altri ostacoli sono stati superati da un gruppo multidisciplinare emulticentrico di ricercatori italiani, a dimostrazione delle grandi risorsedella ricerca biologica italiana e delle grandi capacità  organizzative che uno studio di questo tiporichiede. 

Perentrare nel merito del lavoro copio il comunicato stampa gentilmente inviatomida uno degli autori, Antonio Calabrò dell’ Università di Firenze 

COMUNICATOSTAMPA

Alterazionidel microbiota intestinale nella sindrome di Rett


 
Numerosi studi, condotti nell'ultimodecennio, dimostrano con chiarezza che  l'essereumano è  a tutti gli effetti daconsiderare una specie di "superorganismo"  in cui una moltitudine di specie batteriche -il cosiddetto microbiota intestinale -  quantizzabili  in circa 1014, coesistecon le cellule umane che lo compongono, superandole in termini numerici di10-100 volte. Una alterazione di questo complesso ecosistema è stata chiamatain causa nel determinismo di molteplici patologie, non solo di ordinegastroenterologico ma interessanti anche numerosi altri organi ed apparati. Inuno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Microbiome, un gruppo diricercatori dell'Università di Firenze, dell'Istituto di Biometeorologia(IBIMET) del CNR e dell'Università di Trento, in collaborazione con laneuropsichiatria infantile dell'Ospedale Le Scotte di Siena e di uno staff dibiologi computazionali della Fondazione EdmundMachdi San Michele all'Adige (TN), ha per la prima volta documentato importantialterazioni nel microbiota intestinale delle pazienti con s. di Rett, undisordine neurologico progressivo generalmente legato a mutazioni del gene methyl-CpG binding protein 2 (MeCP2).  Le bambine affette da questa complessa patologiapresentano disturbi gastrointestinali con elevata frequenza, fino al 70-85% deicasi. L'aumento nell'abbondanza  relativadi alcune specie batteriche (bifidobatteri, clostridi) e fungine (candida)documentato nello studio, permette di spiegare lo stato di  cronicainfiammazione e la genesi dei disturbi intestinali, in particolare della stipsia volte veramente ostinata, che affligge queste bambine. Lo studio, promossodalla Gastroenterologia Clinica dell'Università di Firenze (Prof. AntonioCalabrò) e brillantemente coordinato dalla Dr.ssa Carlotta de Filippo del CNR apreimportanti prospettive terapeutiche per i soggetti affetti da questa gravemalattia. 


 

 
Link lavoro:

Strati et al, Microbiome 2016


 
https://microbiomejournal.biomedcentral.com/articles/10.1186/s40168-016-0185-y

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