R: [autismo-biologia] integratori
Marina Marini
Marina.marini a unibo.it
Sab 26 Set 2015 11:43:58 CEST
Sono una ricercatrice e come tale mi sto occupando da qualche anno di
alcuni aspetti biologici dell'autismo. Questa mia relativamente recente
expertise e soprattutto il fatto che la mia formazione non sia quella di
una nutrizionista fa sì che entri in questo dibattito in punta di
piedi: prendete quindi quanto segue come un'opinione più che altro di
"buon senso informato". Vorrei in primo luogo chiarire che il dibattito
sugli integratori, sui fabbisogni minimi giornalieri di vitamine,
minerali e altri micronutrienti non ha, a mio parere, molto a che vedere
con l'ottima ricerca della dott.ssa Betto (cui va la mia stima e il mio
incoraggiamento), come spero si capisca dal seguito di questo intervento.
Detto dibattito peraltro non riguarda solo i portatori di patologie ma
la popolazione in generale. Infatti il nostro ambiente è oggi
profondamente antropizzato e inquinato, e non c'è angolo del pianeta che
non sia alterato da questi cambiamenti. L'aria che respiriamo, i cibi, e
financo l'acqua che giornalmente introduciamo ci mettono a contatto con
molecole "nuove" e con forme fisiche nuove (es. nanoparticelle) in cui
molecole "vecchie" ci vengono presentate; il nostro mondo è permeato di
segnali elettromagnetici, per lo più deboli, ma pervasivi./Come stiamo
reagendo a questo ambiente al quale non ci siamo ancora //evolutivamente
//adeguati ?/ Anche al netto dell'incremento impressionante della
longevità, sembra ci sia un aumento di patologie degenerative acquisite,
dai tumori alle patologie neurodegenerative del sistema nervoso (es.
Alzheimer). Non sappiamo se vi sia in realtà un aumento (a livello
mondiale) dell'incidenza dell'autismo e di altri disturbi del
neurosviluppo, ma non possiamo non fare immediatamente un collegamento
tra di esso e l'alterazione del nostro ambiente.
Perché quanto sopra affermato non sia bollato come una "faciloneria",
chiarisco che mi riferisco al fatto che sempre più composti con cui
entriamo quotidianamente in contatto sono "interferenti" sia del
sistema endocrino sia di quello immunitario e /probabilmente alterano
anche la capacità dell'organismo di utilizzare correttamente i
micronutrienti/. Il messaggio che il grande pubblico sta recependo è
quello che il "semplice cibo", per quanto abbondante e relativamente
vario, non basta più al nostro fabbisogno: da qui il ricorso (abilmente
sfruttato dall'industria) a integratori di ogni tipo, senza una precisa
indicazione terapeutica. Ma la ricerca ufficiale non è certo scevra
dalle pressioni delle lobby, che, in modo diretto o indiretto, la
finanziano, e per di più è caratterizzata da un inconsapevole
conservatorismo. Come si fa a sostenere, ad esempio, che "/I
micronutrienti che venivano piu' consumati con la dieta erano gli stessi
che piu' frequentemente si trovavano negli integratori/." se non
ASSUMENDO che gli alimenti presenti OGGI sul mercato siano gli stessi su
cui furono fatte - quaranta anni fa - le valutazioni sui loro contenuti
in micro e macro nutrienti?
/Riassumendo il mio pensiero:/**DIAGNOSI: non sappiamo più cosa
mangiamo, sicuramente viviamo in un ambiente profondamente adulterato,
le malattie degenerative sono in effettivo aumento; RISPOSTA SBAGLIATA:
assumiamo integratori in assenza di comprovate necessità (integratori
quindi per lo più inutili, se non dannosi); RISPOSTE CORRETTE: a)
dobbiamo incrementare la ricerca, anche quella apparentemente non
finalizzata, e vigilare a che sia prevalentemente finanziata da fonti
trasparenti e pubbliche; b) come individui e come società dobbiamo
contrastare con ogni mezzo l'inquinamento, il consumo di energia non
rinnovabile, gli allevamenti e l'agricoltura non rispettosi del
benessere animale e dell'ambiente, l'adulterazione dei cibi; COROLLARI
RELATIVI ALLA RICERCA E IN PARTICOLARE ALLA RICERCA SULL'AUTISMO: 1) un
maggior flusso di risorse economiche verso la ricerca consentirebbe
anche quella ricerca che si definisce "spinta dalla curiosità" e che
oggi è praticamente sparita, a favore di una ricerca organizzata su basi
che potrei definire "industriali"; è da essa che forse potrebbero venire
soluzioni o nuove aperture sul problema dell'autismo; 2) quando si
arrivano a formulare ipotesi e nessi causali, è necessario aderire alle
regole della "evidence-based medicine" per poterli comprovare, e bisogna
quindi favorire trial clinici di ampio respiro, di cui non vedo traccia
né in Italia né nei progetti europei; 3) l'individuazione di
biomarcatori dell'autismo (o al limite la dimostrazione che essi non
possano esistere) resta a mio parere un prerequisito anche per trovare
nessi tra parametri clinici e parametri biologici e per poter monitorare
meglio l'esito di eventuali trial, anche se dobbiamo probabilmente
rassegnarci al fatto che i massimi goal siano quelli dell'alleviamento
(non della piena scomparsa) dei sintomi e, sperabilmente, della prevenzione.
Marina Marini
/-- //
Marina Marini Associate Professor of Applied Biology Department of
Experimental, Diagnostic and Specialty Medicine- University of Bologna,
Italy voice (+39)0512094-116/094/100; fax (+39)0512094110; cellulare
(+39)3474045806; e-mail //marina.marini a unibo.it/
<mailto:marina.marini a unibo.it>
**
Il 24/09/2015 10:14, Paola Fidani ha scritto:
>
> A proposito di magnesio, segnalo una breve intervista ad una
> ricercatrice del CNR di Milano, sostenuta dalla Fondazione Veronesi,
> al seguente link:
> http://www.fondazioneveronesi.it/sostegno-alla-ricerca/i-nostri-ricercatori2/il-magnesio-come-aiuto-nel-trattamento-dei-disturbi-dello-spettro-autistico
> La ricercatrice sta indagando sui rapporti fra livelli cerebrali di
> magnesio, e funzionalità, oltre che morfologia, dei neuroni coinvolti
> nel determinismo dell'autismo, proponendosi di chiarirne i meccanismi
> molecolari.
> Cordiali saluti
> Paola Fidani
>
> ----Messaggio originale----
> Da: marianicerati a yahoo.it
> Data: 23-set-2015 15.02
> A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>
> Ogg: [autismo-biologia] integratori
>
> Sta diventando sempre piu' frequente il ricorso alla medicina
> cosiddetta naturale, vale a dire l' uso di sostanze che si trovano
> normalmente in natura, e in particolare nei cibi, a scopo di
> integrare l'alimentazione, ma anche per curare i sintomi piu'
> disparati.
> Tra gli integratori un posto di rilievo occupano vitamine e
> minerali. I prodotti che contengono vitamine e minerali vengono in
> parte acquistati direttamente dagli utenti in modo tradizionale o
> via Internet, in parte prescritti dai medici, talora con l'intento
> di sfruttarne l'effetto placebo, nella convinzione che tali
> sostanze siano quanto meno innocue e che la prescrizione rispetti
> la regola del “Primum non nocere”
> In USA il consumo di integratori e' notevole anche nei bambini
> sani (31% ) e aumenta nei bambini con disturbi dello spettro
> autistico (56%). Verosimilmente la situazione non e' molto diversa
> per i bambini con autismo italiani . Non saprei se il consumo di
> integratori sia diffuso anche per i bambini senza particolari
> problemi in Italia.
> Stewart PA. E colleghi ( Dietary Supplementation in Children with
> Autism Spectrum Disorders: Common, Insufficient, and Excessive.
> /Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics/. 2015. June 4)
> hanno impostato uno studio finalizzato a documentare assunzioni
> carenti o eccessive di vitamine e minerali da parte dei bambini
> con disturbi dello spettro autistico.
> L'ipotesi di partenza e' che i bambini con autismo possano avere
> una dieta squilibrata a causa del grande consumo di integratori da
> un lato e delle frequenti abitudini alimentari selettive e
> monotone dall'altro. Nello studio sono stati arruolati 288 bambini
> con autismo dai 2 agli 11 anni provenienti da diversi stati USA.
> Gli integratori piu' frequentemente somministrati sono risultati
> polivitaminici e minerali.
>
> Lo studio e' consistito nel fare compilare a tutti gli adulti che
> somministravano il cibo ai bambini un diario di tre giorni
> consecutivi sia degli alimenti che degli integratori. Uno staff di
> nutrizionisti deduceva dal diario alimentare la dose media
> giornaliera delle singole vitamine e dei singoli minerali e la
> confrontava con i limiti inferiori e superiori degli standard
> consigliati (Dietary Reference Intakes (DRIs) ) .
> Lo studio ha evidenziato che i supplementi portavano ad una
> eccessiva introduzione: di vitamina A, folato e zinco in tutto il
> campione; di vitamina C e rame nei bambini dai due ai tre anni e
> di manganese e rame nei bambini dai 4 agli 8 anni.
> Vi era invece una assunzione insufficiente di: vitamina D, calcio,
> potassio, acido pantotenico e colina.
> I micronutrienti che venivano piu' consumati con la dieta erano
> gli stessi che piu' frequentemente si trovavano negli integratori.
>
> Gli autori dicono che poco e' stato pubblicato sugli effetti a
> lungo termine di una eccessiva assunzione di micronutrienti sulla
> salute e sul comportamento. Una sostanza che pero' desta
> particolare preoccupazione e' la vitamina A, soprattutto quando
> somministrata come retinolo, i cui effetti indesiderati possono
> essere: nausea, cefalea, stanchezza, perdita dell'appetito,
> disturbi psichiatrici, osteoporosi e irritabilita'.
>
> Per quanto riguarda i micronutrienti assunti in quantita'
> inferiori a quelle minime raccomandate, gli autori ritengono che
> siano preoccupanti soprattutto le insufficienze di calcio e
> vitamina D, ma mettono in guardia contro l'assunzione di
> integratori, soprattutto per la vitamina D, di cui e' nota la
> possibilita' di ipervitaminosi.
> Per sopperire alle carenze sono opportuni aggiustamenti dietetici
> e, per la vitamina D, l'esposizione al sole.
>
> Commenti miei
>
> L' articolo mi ha deluso in quanto dal titolo mi aspettavo che,
> oltre al monitoraggio dell' assunzione dei micronutrienti, gli
> autori avessero indagato anche le eventuali ripercussioni
> biochimico – cliniche della scarsa o eccessiva presenza dei
> micronutrienti nell' organismo. In particolare, trattandosi di
> bambini con una disfunzione cerebrale piu' o meno estesa, mi
> aspettavo che si cercasse una correlazione tra anomalie
> nutrizionali e disturbi in ambito psichico, come ad esempio
> irritabilita', insonnia o disattenzione, se non proprio a carico
> dei sintomi propri dello spettro autistico.
> Sarebbe stato ancora piu' interessante monitorare l'eventuale
> regressione dei sintomi con la correzione degli squilibri biochimici.
> Lo studio si e' limitato a fare una fotografia dell'alimentazione
> e a confrontarla con i parametri di riferimento standardizzati per
> eta'.
> Non si fa cenno all'ipotesi che alcuni sottogruppi di bambini con
> autismo possano beneficiare di dosi di micronutrienti superiori a
> quelle standard.
> Da decenni studiosi autorevoli dicono che la somministrazione di
> dosi farmacologiche di vitamina B6 e Magnesio merita di essere
> indagata con sperimentazioni randomizzate controllate, in quanto
> ci sono numerose testimonianze aneddotiche di miglioramenti e
> alcune sperimentazioni con risultati positivi, ma eseguite con una
> metodologia non soddisfacente.
> La Cochrane Collaboration ha fatto numerose revisioni di tali
> sperimentazioni, ritenendo promettente tale terapia, per cui a
> conclusione di ogni revisione raccomanda di progettare
> sperimentazioni di buona qualita' metodologica. /Further research
> using larger, well-designed trials is
> needed./http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD003497.pub2/abstract?userIsAuthenticated=false&deniedAccessCustomisedMessage=
>
>
>
>
>
>
> _______________________________________________
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> ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).
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