[autismo-biologia] Re: tosse e compulsioni

Sonia Zen soniazen.rusticali a gmail.com
Sab 7 Feb 2015 18:13:19 CET


Mi auguro che questa storia fatta di intolleranza, ignoranza ed errori,
finisca presto.
Dice bene Daniela -*“Sbagliando si impara” dice un vecchio adagio. “Ma
quanto bisogna sbagliare per imparare? E a spese di chi?”* -
Vi è un altro detto "sbagliare è umano perseverare è diabolico"
Auspico che l'interesse della Senatrice Dr. Paola Binetti faccia finire
questa brutta storia perché  A. ritorni a casa dalla mamma e dal fratello
presto.
Sonia Zen Presidente Angsa Veneto

Il giorno 6 febbraio 2015 13:06, daniela marianicerati <
marianicerati a yahoo.it> ha scritto:

> Ho raccontato questa incredibile storia perché mi pare che dalle sue tante
> criticità (chiamiamole così!!) si possano trarre molti insegnamenti.
> “Sbagliando si impara” dice un vecchio adagio. “Ma quanto bisogna
> sbagliare per imparare? E a spese di chi?” Dico io.
> Ho apprezzato la sensibilità e la disponibilità dell’onorevole Binetti che
> ho messo in contatto diretto con la mamma. La quale  è iscritta a questa
> lista di discussione e, in risposta ai messaggi comparsi sul tema, mi ha
> scritto quanto segue
> “La ringrazio per la pubblicazione che ha fatto sulla nostra storia. La
> ringrazio per l’interesse, la sensibilità e la solidarietà dimostrata ad A.
> Con l’auspicio che questa situazione incredibile che è capitata a mio
> figlio A e di riflesso anche al fratellino che, senza capire perché, si è
> visto portare via il fratello, e anche a me, possa finire presto”
> E allora ritorno su uno degli elementi messi in luce dalla storia: la
> grande ignoranza che la società e, cosa gravissima,  molti professionisti
> hanno in merito alle manifestazioni della patologia neuropsichiatrica
> infantile. Parlo di neuropsichiatria e non di autismo, perché il
> protagonista della storia non ha diagnosi né di autismo né di ritardo
> mentale. Ha questi comportamenti esplosivi, che sono frequenti nello
> spettro autistico, ma che esistono anche al di fuori di tale condizione.
>
> Un mezzo per combattere l’ignoranza è l’informazione attraverso i mass
> media. Ma esiste una regola per raggiungere i mass media. Ci devono essere
> le tre S: sangue, sesso, soldi.
> Se non ci sono questi ingredienti, raramente i giornali,  la radio o la TV
> accettano di trasmettere una notizia o di parlare di una problematica.
> Questa regola ha però delle eccezioni. Marialba Corona, Presidente di
> ANGSA Bologna, è riuscita ad ottenere un servizio al TG3 dell’Emilia
> Romagna sull’autismo.
> Chi ha perso questo TGR lo puo’ vedere su youtube al link
> https://www.youtube.com/watch?v=FE9UVzlIl1A
>
>
>
>   Il Martedì 3 Febbraio 2015 21:02, daniela marianicerati <
> marianicerati a yahoo.it> ha scritto:
>
>
> Un bambino che ha la tosse costituisce un disturbo anche per i vicini, se
> si tengono le finestre aperte o se i muri sono sottili, ma non mi risulta
> che sia mai successo che un bambino venga sottratto alla mamma perché ha la
> tosse.
> Un bambino che, invece di avere i bronchi deboli, ha una disfunzione
> cerebrale a causa della quale ha dei comportamenti esplosivi, viene
> sottratto brutalmente a una mamma che ha fatto di tutto per curarlo ma,
> come spesso succede in Neuropsichiatria infantile, inutilmente.
> E’ successo in una città italiana che non nomino nel timore che la
> famiglia venga riconosciuta.
> I comportamenti esplosivi compulsivi sono un problema enorme e irrisolto
> di cui si dovrebbero occupare di più medici, psicologi, assistenti sociali
> e giudici.
> Nel caso in questione il neuropsichiatra consultato dalla madre aveva
> capito bene che si trattava di un sintomo di malattia, tanto che era
> partito subito con il risperidone.
> Dimenticando però una cosa fondamentale: che gli psicofarmaci nei bambini
> spesso danno effetti paradossi. Così è stato. Sotto l’effetto del
> risperidone i sintomi preesistenti sono peggiorati e ne sono comparsi
> altri: allucinazioni, opistotono, enuresi.
> All’atto della prescrizione il medico NPI non ha lasciato nessun numero
> telefonico utile e, quando la madre ha chiamato l’ospedale per dire che il
> bambino (otto anni) stava malissimo, il medico non era reperibile e
> l’infermiera ha detto, con non si sa quale autorità, di continuare il
> farmaco fino al ritorno del medico, dopo il fine settimana.
> Era chiaro che il farmaco andava sospeso, ma la madre, scrupolosa, ha
> voluto farlo con il consenso di uno, anzi di tre medici pediatri da lei
> consultati.
> Ma nella catena perversa che ha portato all’allontanamento coatto del
> bambino dalla famiglia è risultato soltanto che la madre non ha seguito la
> prescrizione del medico NPI.
> Ci risiamo: l’antico adagio. Non si pensa alla serotonina, alla dopamina o
> alle sinapsi. “Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio
> tempo”
> Al minimo sintomo di origine non chiara scatta la colpa. E la colpevole è
> sempre lei: la mamma.
> La quale ha tutta la documentazione della sua innocenza, ma per lei non
> vale la presunzione di innocenza finché non si dimostra il contrario.
> Il bambino, che ovviamente continua con le sue crisi compulsive,
> inspiegabilmente, continua a vivere lontano da casa, in una comunità di
> estranei. Lei lo puo’ vedere un paio di ore alla settimana, sempre con un
> “secondino” che ascolta e che pretende che i due parlino ad alta voce
> perché potrebbero dirsi non si sa quali segreti.
>
>
>
>
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