[autismo-biologia] tosse e compulsioni

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Mar 3 Feb 2015 21:02:31 CET


Un bambino che ha la tosse costituisce un disturbo ancheper i vicini, se si tengono le finestre aperte o se i muri sono sottili, ma nonmi risulta che sia mai successo che un bambino venga sottratto alla mamma perchéha la tosse.

Un bambino che, invece di avere i bronchi deboli, ha unadisfunzione cerebrale a causa della quale ha dei comportamenti esplosivi, vienesottratto brutalmente a una mamma che ha fatto di tutto per curarlo ma, comespesso succede in Neuropsichiatria infantile, inutilmente. 

E’ successo in una città italiana che non nomino neltimore che la famiglia venga riconosciuta. 

I comportamenti esplosivi compulsivi sono un problemaenorme e irrisolto di cui si dovrebbero occupare di più medici, psicologi,assistenti sociali e giudici. 

Nel caso in questione il neuropsichiatra consultato dallamadre aveva capito bene che si trattava di un sintomo di malattia, tanto cheera partito subito con il risperidone.

Dimenticando però una cosa fondamentale: che glipsicofarmaci nei bambini spesso danno effetti paradossi. Così è stato. Sotto l’effettodel risperidone i sintomi preesistenti sono peggiorati e ne sono comparsialtri: allucinazioni, opistotono, enuresi.

All’atto della prescrizione il medico NPI non ha lasciatonessun numero telefonico utile e, quando la madre ha chiamato l’ospedale perdire che il bambino (otto anni) stava malissimo, il medico non era reperibile el’infermiera ha detto, con non si sa quale autorità, di continuare il farmacofino al ritorno del medico, dopo il fine settimana.

Era chiaro che il farmaco andava sospeso, ma la madre,scrupolosa, ha voluto farlo con il consenso di uno, anzi di tre medici pediatrida lei consultati.

Ma nella catena perversa che ha portato all’allontanamentocoatto del bambino dalla famiglia è risultato soltanto che la madre non haseguito la prescrizione del medico NPI. 

Ci risiamo: l’antico adagio. Non si pensa allaserotonina, alla dopamina o alle sinapsi. “Sei ancora quello della pietra e dellafionda, uomo del mio tempo”

Al minimo sintomo di origine non chiara scatta la colpa.E la colpevole è sempre lei: la mamma.

La quale ha tutta la documentazione della sua innocenza,ma per lei non vale la presunzione di innocenza finché non si dimostra ilcontrario. 

Il bambino, che ovviamente continua con le sue crisicompulsive, inspiegabilmente, continua a vivere lontano da casa, in unacomunità di estranei. Lei lo puo’ vedere un paio di ore alla settimana, semprecon un “secondino” che ascolta e che pretende che i due parlino ad alta voce perchépotrebbero dirsi non si sa quali segreti.


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