R: RE: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione

sandroghezzo a libero.it sandroghezzo a libero.it
Ven 28 Ago 2015 11:33:22 CEST


A proposito del convegno di Settembre a Firenze vi segnalo un’iniziativa che penso possa essere di interesse per chi si occupa di persone adulte con Disabilità Intellettiva. L' NTG-Early Detection Screening for Dementia  (NTG-EDSD-I)  è un questionario nato per lo screening precoce della demenza nelle persone adulte con Disabilità Intellettiva. Può essere scaricato gratuitamente dal sito: http://dad2011.pinp.it/In breve,il progetto consiste nel tradurre in formato elettronico il questionario già esistente (che, al momento, è  disponibile in lingua inglese, italiana e spagnola). Averlo a disposizione come App scaricabile gratuitamente favorirà la diffusione del questionario a livello nazionale e  internazionale; l’obiettivo del progetto è  anche una raccolta di dati epidemiologici su vasta scala. Questa iniziativa, che vede come capofila il dr Tiziano Gomiero dell’ANFFAS di Trento, verrà presentata venerdì 11 nel pomeriggio, in sessione plenaria ( titolo della presentazione: VALIDATION AND PSYCHOMETRIC PROPERTIES OF THE ITALIAN VERSION OF DSQIID (DSQIID-I)).
Alessandro Ghezzo




----Messaggio originale----

Da: aldina.venerosi a iss.it

Data: 27/08/2015 12.21

A: "Autismo Biologia"<autismo-biologia a autismo33.it>

Ogg: RE: [autismo-biologia] ricerca nel campo	della abilitazione/educazione




P {
	MARGIN-BOTTOM: 0px; MARGIN-TOP: 0px
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-->



A questo proposito vorrei segnalare un interessante e molto ricco Convegno internazionale
sulla salute mentale nei disturbi del neurosviluppo
che si terra a Firenza dal 9 all'11 settembre: dove si tratta ampiamente di diagnosi duale e di autismo con disabilità intellettiva (o viceversa).

link: (www.mhid.org)

 

Aldina Venerosi


 


Section of  Neurotoxicology and Neuroendocrinology

Dipartimento di Biologia cellulare e Neuroscienze

Istituto Superiore di Sanità

Viale Regina Elena 299

I-00161 Roma

Tel:+39-06-49903502

Fax: +39-06-4957821

e-mail: venerosi a iss.it
http://www.iss.it/auti







Da: autismo-biologia-bounces a autismo33.it [autismo-biologia-bounces a autismo33.it] per conto di mazzoni.armando a libero.it [mazzoni.armando a libero.it]

Inviato: mercoledì 26 agosto 2015 12.28

A: 'Autismo Biologia'

Oggetto: R: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione







‎Dal limitatissimo dialogo con altri genitori noto delle crepe e incertezze in quella che sembra una diagnosi differenziale collaudata: ritardo mentale e autismo. 





Da questa considerazione nasce una domanda: qual è lo stato dell'arte e la scientificità delle diagnosi differenziali dei disturbi psichici e dell'autismo?





Grazie 













Invio eseguito dallo smartphone BlackBerry 10.





Da: Dott.ssa Stoppioni Marche Nord
Inviato: mercoledì 26 agosto 2015 11:52
A: 'Autismo Biologia'
Rispondi a: Autismo Biologia
Oggetto: R: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione











Credo dovremmo cominciare a organizzare dibattiti relativi a cosa è necessario all’autismo adulto e “a quale autismo adulto è necessario cosa”. Credo che
 il nostro lavoro fatto per l’infanzia, che ha portato risultati e cambiamenti nei quadri clinici, che forse non avremmo visto senza riabilitazione, nel bene e nel male, sia “un po’ sprecato” se non riusciremo a individuare percorsi adatti agli adulti. Ci sono
 alcune cose in giro da guardare, ogni tanto io vengo a conoscenza, per la grande fortuna che ho avuto in questi anni e per il grande privilegio di avere visto moltissimo autismo, magari di una sola cosa interessante e di grande valore che fa un gruppo e mi
 rendo conto che le buone prassi si fanno di tanti pezzetti di prassi già sperimentate da qualcuno, messe insieme con attenzione.
Mi piacerebbe molto partecipare a discussioni e laboratori per ragazzi e adulti, pensati per loro ma anche con loro.
Vera Stoppioni
 


Da: autismo-biologia-bounces a autismo33.it [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it]
Per conto di Cornacchia/Donato

Inviato: mercoledì 26 agosto 2015 10:35

A: Autismo Biologia

Oggetto: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione


 

 Gentilissimi, c


come genitore di figlio autistico con importanti comorbidità psichiatriche, nonchè per l'esperienza ventennale nei contatti con le famiglie, credo che la puntualizzazione
 della D.ssa Stoppioni apra un argomento sul quale i Servizi Psichiatrici dovrebbero lavorare parecchio. Quanti fraintendimenti per questi soggetti! Quante smentite frettolose della diagnosi di autismo perchè la componente psichiatrica, osservata da Operatori
 privi di formazione specifica, ha sviato l'attenzione diagnostica, creando interpretazioni fantasiose dei comportamenti e incidendo negativamente sul progetto di vita/inserimento sociale.



Come dice Visconti, occorrerà molto tempo, ma resta l'imput alle nostre coscienze ( e alle Regioni! ) di creare percorsi chiari e definiti per l'età adulta, spingendo gli
 Operatori ad una formazione approfondita quanto quella per l'età infantile. Il tema resta quello che per troppi anni abbiamo cercato di eludere: di chi vogliamo sia la competenza dell'autismo adulti? A noi starebbe molto bene che potessero esistere
 servizi per l'intero arco di vita, quindi che non vi fossero passaggi, così come apprezzeremmo che foss e uno Psichiatra,  se formato, ad occuparsene. Tuttavia questa soluzione  si scontra con organizzazioni storiche e disfunzionali dei Servizi , nonchè con
 una certa diffidenza del mondo psichiatrico, e le cose restano tal quali. Eppure mi pare che il concetto di riabilitazione psichiatrica portato avanti dai più aggiornati Psichiatri sia abbastanza compatibile con i percorsi chiesti per l'adulto con autismo,
 almeno nelle sue motivazioni.  In questo panorama desolante per l'età adulta, lasciatemi infine ringraziare i pochi che hanno dato la loro disponibilità, sfidando a volte il loro stesso contesto, con la speranza che le loro esprienze riescano a contaminare
 altri territori . 


Grazie per l'attenzione


 


Noemi Cornacchia


----- Original Message ----- 



From:

Dott.ssa Stoppioni Marche Nord 


To:

'Autismo Biologia' 


Sent: Wednesday, August 26, 2015 9:09 AM


Subject: R: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione


 

Si intende a mio avviso quella parte di disturbo ad alto funzionamento che, nel tempo, propone problemi comuni ai disturbi psichiatrici cioè ai disturbi
 psicotici.
Nella mia esperienza questo genere di autismo non è molto frequente, a motivo di un frequentissimo ritardo mentale che da una parte “protegge” le persone
 da questa evoluzione, ma esiste e necessita di una presa in carico specifica perché è caratterizzato, ad una certa età, da un’ansia pervasiva che deve essere curata.
Vera Stoppioni
 


Da:
autismo-biologia-bounces a autismo33.it [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it]
Per conto di mazzoni.armando a libero.it

Inviato: martedì 25 agosto 2015 18:12

A: 'Autismo Biologia'

Oggetto: R: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione


 

Autismo psichiatrico; cosa si intende?


 


Grazie


 


Invio eseguito dallo smartphone BlackBerry 10.







Da:
Dott.ssa Stoppioni Marche Nord


Inviato:
lunedì 24 agosto 2015 14:47


A:
'Autismo Biologia'


Rispondi a:
Autismo Biologia


Oggetto:
R: R: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione






 

Anche io aggiungo un commento alla discussione in atto.
Sono molto d’accordo con Paola Visconti e con Maurizio Arduino.
Forse avevo già scritto tempo fa su questa lista segnalando la necessità di “Diagnosi di funzioni” nell’autismo, più che di diagnosi categoriali, molto accurate
 e riviste nel tempo, lavorando in riabilitazione con il disturbo autistico ci si accorge che, come del resto segnalato nei vari manuali, non solo che è un disturbo differente in individui differenti, ma che è anche differente, (a volte anche in modo consistente)
 nel tempo nello stesso individuo (mi chiedo se la riabilitazione non evidenzi il nucleo di base del disturbo, quindi nel tempo permetta di qualificarlo e classificarlo meglio). Questo per dire che anche a mio avviso è banale ormai mettersi sotto la bandiera
 di “la metodologia efficace”, mentre è indispensabile, molto a lungo, un intervento intensivo, abilitativo ed educativo, che modifichi gli obiettivi in base a quanto viene emergendo in ogni individuo e che abbia come suo obiettivo finale la massima autonomizzazione
 possibile.
In questo senso, credo, vadano formati più gruppi che si occupano di adulti (chi se ne deve occupare? Con quali competenze? Ma anche qui nasce di nuovo il
 problema delle enormi differenze che ci sono tra autismo e autismo, alcuni molto psichiatrici, altri molto disabili) e vadano codificati passaggi e continuità tra chi si occupa di infanzia e chi si occupa di adulti.
Nella nostra esperienza, ora che sempre più frequentemente si cominciano a seguire bimbi nel secondo anno di vita, è difficilissimo, per numero di soggetti
 che accedono al servizio, che lo stesso gruppo faccia tutto. Nella nostra regione (le Marche) mentre il lavoro sui piccoli è cresciuto e, credo, ha creato cultura e competenza sia a scuola che in riabilitazione, non è successa la stessa cosa con glia adulti.
 Questo determina in questo momento un sovraffollamento del nostro Centro.
Penso che per chi come noi si occupa da così tanto tempo e con così tanta attenzione di questo Disturbo, il prossimo obiettivo sia quello di continuare a
 dire alle amministrazioni regionali, perché saranno poi queste a prendere decisioni, che l’autismo e la sua riabilitazione hanno bisogno di grande competenza e professionalità, come credo tutta la disabilità ed in particolare la disabilità grave, quindi di
 grande formazione specifica e controllata. Credo che le regioni dovrebbero avere tecnici che controllano quanto di nuovo si costruisce e che loro comunque pagano, prima di pagarlo.
In questo senso penso che discussioni e poi fronti comuni di operatori, genitori e ragazzi potrebbero essere davvero una buona forza propulsiva.
Cari saluti a tutti.
Vera Stoppioni
 


Da:
autismo-biologia-bounces a autismo33.it [mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it]
Per conto di maurizio arduino

Inviato: sabato 22 agosto 2015 22:40

A: autismo-biologia a autismo33.it

Oggetto: RE: R: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione


 

ringrazio Paola Visconti per i pensieri espressi nella sua mail, che condivido e che penso siano condivisi dalla maggior parte degli operatori che negli ultimi vent'anni hanno lavorato all'interno
 dei servizi e della scuola.

Negli ultimi anni, soprattutto dalla pubblicazione delle linee guida da parte dell'Istituto Superiore di Sanità, in tanti abbiamo sostenuto che la questione cruciale non fosse tanto quella
 di decidere quale tra le metodologie raccomandate (le uniche che dovrebbero essere proposte secondo scienza e coscienza ...) dovesse essere proposta in tutti i casi di bambini/adolescenti/adulti con disturbi dello spettro autistico, quanto piuttosto quali
 "percorsi" diagnostici-terapeutici-assistenziali (aggiungerei "educativi") debbano essere garantiti a tutti i soggetti con disturbi dello spettro autistico, tenendo conto delle specificità e dei bisogni di ciascuno.


Questo modo di pensare ha autorevoli  rappresentanti anche a livello internazionale: in un recente articolo di Ospina e collaboratori, che ha analizzato buona parte della letteratura scientifica
 sul trattamento dell'autismo, tradotto in uno degli ultimi numeri della rivista Autismo, si legge, tra le altre cose
"As no definitive behavioural or developmental intervention improves all symptoms for all individuals with ASD,
 it is recommended that clinical management be guided by individual needs and availability of resources (Dal momento che nessuno specifico intervento comportamentale o evolutivo migliora tutti i sintomi di tutti gli individui affetti da DSA, si raccomanda di
 orientare la gestione clinica dei casi secondo le esigenze individuali e la disponibilità delle risorse). Anche in una autorevole linea guida (quella della Nuova Zelanda) si legge: No
 one model has been shown to meet the needs of all children with ASD. All the models have something to offer in certain situations.The skill of the professional is knowing when to use which model to meet the needs of particular children, situations and skills.
 The most appropriate and efficacious programmes for children with ASD employ a variety of practices, including a systematic and ongoing evaluation of interventions.(Nessun  modello ha mostrato di soddisfare le esigenze di tutti i bambini con autismo. Tutti
 i modelli hanno qualcosa da offrire in certe situazioni. L’abilità del professionista sta nel sapere quando utilizzare quel particolare modello per incontrare le necessità di particolari bambini, situazioni o abilità. I più appropriati ed efficaci programmi
 per i bambini con Disturbi dello spettro autistico impiegano una varietà di pratiche che includono una sistematica e continuativa valutazione degli interventi.)


La nuova Legge, e in particolare il riferimento ai LEA, va in questa direzione. Ci spostiamo, credo, sul terreno dei "diritti" e non su quello delle dispute metodologiche che hanno senso,
 a mio parere, solo all'interno della cornice più ampia rappresentata dal sistema di servizi sanitari e assistenziali e dalla scuola del nostro paese, che è molto diverso da quelli presenti nei paesi in cui la maggior parte delle metodologie di trattamento
 dell'autismo sono nate.


Lo sforzo comune di tutti coloro che hanno a cuore il miglioramento della qualità di vita delle persone con autismo e delle loro famiglie, dovrà essere indirizzato, a mio parere, verso la
 costruzione e la validazione di "percorsi" che dimostrino in che modo (con quali iter formativi, con quale organizzazione dei servizi,  con quali risorse) possono essere implementate nel nostro paese le metodologie che la ricerca scientifica ci ha dimostrato
 essere efficaci.


 


un saluto cordiale a tutti


 


maurizio arduino






Date: Fri, 21 Aug 2015 12:39:22 +0200

From: paola.visconti a ausl.bologna.it

To: autismo-biologia a autismo33.it

Subject: R: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione

La formazione di persone preparate è sicuramente un tema importante , tuttavia senza tralasciare indubbi meriti e competenze di personalità straniere , credo sia anche ormai giusto riconoscere
 che anche in Italia i tempi sono un pò differenti da 10-20 anni fa, anche se come sempre non in maniera uniforme ( ma in quale paese straniero lo è ?) .


 Le persone che si sono formate e hanno qui operato, hanno anche appreso modalità consone alla nostra realta che prevede integrazione , dato unico nel panorama internazionale e alcuni di
 loro sono capaci di integrare modelli differenti, il che può rappresentare una ricchezza se le varie tecniche sono bene conosciute, sperimentate e soprattutto si ha in mente un bambino /adolescente ( e quando possibile anche adulti)  a 360° , e nei vari contesti
 di vita. 


Come ben si sa, la realtà comportamentale e clinica dei soggetti autistici è molto sfaccettata e differisce caso per caso; l'utilizzo di diverse strategie e l'allargamento a diversi contesti
 è prioritario per favorire la crescita della maggior autonomia ed indipendenza possibili ,  elementi cardine dei vari inserimenti lavorativi e sociali in senso più ampio.



Chiaramente la premessa di rigore metodologico è essenziale, le linee guida ISS agevolano il compito e il "sapere"  comportamentale è imprescindibile, ma vanno tenuti in considerazione in
 egual misura  anche gli ambiti dell'intersoggettività, della CAA, dei software, etc. (per citarne alcuni)  per favorire un approccio multidimensionale e ricordando il famoso motto della Schreibman : " No one size fits all" .


Tuttavia se sul versante dei contenuti , di tecniche abilitative abbiamo fatto passi avanti ( con amplissimi spazi di miglioramento) ,  osservo ( come molti di noi credo)  maggiori criticità
 sul versante organizzativo e nella strutturazione di servizi e di percorsi che possano dar seguito a quanto il soggetto affetto da Disturbo dello spettro Autistico  apprende a scuola/ casa , in famiglia, negli ambulatori.


Ma questo ambito è decisamente più complesso, abbisogna di tempi lunghi e rientra forse in una più generale nostra ("italiana")difficoltà ad agevolare e rendere fluidi i percorsi, quali
 essi siano. 


Le leggi sono un primo passo, stiamo a vedere  i loro effetti .  



Paola Visconti


----- Messaggio originale -----

Da: Carlo Hanau <hanau.carlo a gmail.com>

A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>

Inviato: Tue, 18 Aug 2015 22:40:13 +0200 (CEST)

Oggetto: Re: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione


Il problema grosso da risolvere è quello che Paola Visconti cita: la formazione del personale. 

Chi ha inventato l'ESDM impone che questa strategia venga applicata da coloro che hanno fatto almeno 5 anni di esperienza supervisionata dai maestri.


Non è facile trovare qualcuno che possa avere la competenza per importare in Italia questa strategia. Gli italiani che potrebbero farlo non vengono recuperati  in Italia, dove la genericità
 impera e dove il merito non viene riconosciuto.


Occorre incentivare il rientro degli italiani che all'estero ricevono riconoscimenti, oppure occorre il coraggio di chiamare stranieri in Italia, come è stato fatto per la nomina dei direttori
 dei principali musei italiani.


Anche per le strategie basate più esplicitamente sull'ABA applicata all'autismo, come ABA VB e CABAS, occorrerebbe dare un posto di rilevanza a quegli esperti italiani che hanno ottenuto
 un credito internazionale affinchè possa nascere una scuola presso le istituzioni pubbliche universitarie.


Purtroppo la forza di conservazione della nostra accademia e delle strutture di insegnamento del servizio sanitario nazionale rallenterà questa pur necessaria evoluzione, così come ha rallentato
 ed ostacolato per decenni l'ingresso in Italia degli studi e degli studiosi che hanno falsificato la teoria della madre frigorifero e del guscio autistico protettivo.


Prepariamoci a lunghe battaglie.


Carlo Hanau



 

Il giorno 18 agosto 2015 17:30, Visconti Paola <paola.visconti a ausl.bologna.it> ha scritto:

Grazie Daniela , effettivamente l'articolo è molto bene fatto e dettaglia non solo misure di valutazione sui bambini dei gruppi a confronto ma anche il contesto e quanto viene previsto e
 organizzato sia nel gruppo controllo che nel gruppo sperimentale .


Non mi dilungo, la Dott.ssa Mariani Cerati ha ben descritto tutti i meriti  questo lavoro.


 


Mi piace molto il concetto di ambiente  "Autism friendly" . In alcuni asili frequentati da bambini giunti alla nostra osservazione abbiamo riscontrato elementi comuni a quanto descritto
 qui e spesso per un solo bambino. Pur non volendo passare per eccessivamente ottimista credo che anche da noi qui in Italia ci sarebbero le condizioni e le potenzialità per fare interventi di questo genere , sicuramente con maggiore probabilità nei nidi e
 scuole materne, anche se verosimilmente a macchia di Leopardo, in alcune regioni di più, in altre meno.  La differenza credo stia più nelle modalità organizzative che nei contenuti proposte, sempre che ci sia un'adeguata formazione.


 


Utile ed efficace il lavoro di parent training senza il quale credo che anche il miglior intervento in ambito scolastico abbia scarse possibilità di essere generalizzato .


Paola Visconti


 


----- Messaggio originale -----

Da: daniela marianicerati <marianicerati a yahoo.it>

A: Autismo Biologia <autismo-biologia a autismo33.it>

Inviato: Thu, 13 Aug 2015 10:02:13 +0200 (CEST)

Oggetto: [autismo-biologia] ricerca nel campo della abilitazione/educazione





I criteri

che informano la pratica medica dovrebbero avere come base di riferimento la

sperimentazione, la quale ha vari livelli. Il primo livello deve essere attuato

eliminando il piu’ possibile le variabili confondenti e quindi in un ambiente

il piu’ possibile vicino ad un laboratorio, con una attenta selezione dei

partecipanti che devono rispondere a rigidi criteri di inclusione ed

esclusione.


Una volta

superato questo primo livello si pone un altro problema. La terapia che si e’

 dimostrata efficace nella sperimentazione di primo livello e’ efficace e

 fattibile anche nel mondo reale? Come? In quali contesti? 


E’ questo il

quesito che  Giacomo Vivanti e colleghi  si sono posti in merito alla

efficacia e  fattibilita’ nel mondo reale del metodo Early Start Denver

Model. Per rispondere a questo quesito hanno fatto la sperimentazione del

metodo in un ambiente che puo’ essere dato a tutti: alle famiglie colte e

ricche e a quelle povere, a chi abita nella grande citta’ e a chi abita in

provincia: la scuola dell’infanzia.


I dati del

lavoro sono pubblicati nell’articolo


 


Effectiveness and Feasibility

of the Early Start Denver Model


Implemented in a Group-Based

Community Childcare Setting


Giacomo

Vivanti • Jessica Paynter •


Ed Duncan •

Hannah Fothergill • Cheryl Dissanayake •


Sally J. Rogers • the

Victorian ASELCC Team


J Autism Dev Disord


DOI 10.1007/s10803-014-2168-9


Pubblicato

on line il 29 giugno 2014


 


Il lavoro

rispetta uno dei requisiti etici fondamentali della sperimentazione: al gruppo

di controllo deve essere dato tutto cio’ che al momento e’ dimostrato essere

evidence based. Al gruppo sperimentale deve essere dato tutto cio’ che e’

evidence based  piu’ la terapia

sperimentale. 


Prima di

passare a commentare i risultati della sperimentazione vorrei fare alcune

considerazioni sul trattamento educativo/abilitativo che viene dato al gruppo

di controllo, che corrisponde a quanto viene dato di routine in Australia a

tutti i bambini in eta’ prescolare a cui viene fatta diagnosi di disturbo dello

spettro autistico.


In questa

sperimentazione i bambini di entrambi i gruppi vengono  trattati in asili

normali ma in classi speciali con insegnanti specializzati nell’educazione

speciale. Lo staff comprende un team multidisciplinare composto da logopedisti,

terapisti occupazionali e insegnanti di scuole dell’infanzia. Le classi sono

 composte da bambini con lo stesso livello di abilita’  anziche’ con

la stessa eta’. Il rapporto adulti: bambini va da 1: 2 a uno a quattro in

funzione del fabbisogno educativo.


Il programma

del gruppo di controllo puo’ essere definito come un intervento “generico” per

bambini nello spettro autistico, cioe’ un programma che non utilizza un singolo

metodo, una singola “filosofia” o un singolo approccio teorico, ma piuttosto

intende essere onnicomprensivo e offrire un range di strategie di insegnamento

tratte dalle migliori pratiche descritte nelle linee guida. Ogni bambino ha un

programma individuale basato sui suoi punti di forza e di debolezza,

determinati attraverso valutazioni multidisciplinari che tengono conto delle

priorita’ educative della famiglia. La scelta delle strategie educative e’

basata sulla conoscenza delle pratiche evidence based e sulle linee guida

australiane oltre che sul giudizio clinico e sull’esperienza, tenendo sempre in

grande considerazione i valori e le priorita’ delle famiglie. L’intervento

usato   include strategie tratte dal programma TEACCH,  come l’uso di

supporti e programmi visivi per assicurare la prevedibilita’, riducendo la

stress e promuovendo l’apprendimento in autonomia. Strumenti di comunicazione

aumentativa vengono utilizzati quando indicati come utili dalla valutazione.

L’approccio predominante comporta la creazione di un ambiente ‘‘autism-friendly’’ (attraverso supporti visivi, attivita’

strutturate e  attivita’ routinarie ben prevedibili) per facilitare

l’apprendimento in quattro aree fondamentali: sociale ed emozionale,  linguistica

e  comunicativa, motoria e cognitiva.


Oltre all’insegnamento strutturato, l’insegnamento avviene anche durante

tutta la giornata nei contesti naturali come il gioco libero, i pasti, il gioco

all’aperto, le attivita’ di autonomia  personale, il gioco in cerchio e i

tempi passati in compagnia con i pari. Il tutto avendo come riferimento le

linee guida del centro nazionale per l’autismo emesse nel 2009.


La consulenza dei logopedisti e dei terapisti occupazionali avviene all'interno della classe.


Il training ai componenti della famiglia consiste in regolari incontri di

formazione ai genitori da parte dello  staff sanitario ed educativo e copre

 un’ampia gamma di argomenti, quali le abilita’ di  gioco, la

gestione dei comportamenti dirompenti,  le transizioni e le strategie di

comunicazione.


La famiglia in entrambi i gruppi paga la stessa retta dei bambini

normodotati, che comprende anche il vitto, senza costi supplementari per la

“terapia”.


 


Questa descrizione, cosi’ dettagliata, del trattamento che viene dato al

gruppo di controllo, e’ interessante per diversi motivi.


Uno riguarda il rigore della sperimentazione. Chi sperimenta un metodo nuovo

avrebbe il desiderio di mostrarne la superiorita’ rispetto ai metodi gia’ in

uso e avrebbe quindi l’interesse a confrontare il proprio metodo con qualcosa

di mediocre in modo che emerga la superiorita’ del suo metodo. Questo non

sarebbe corretto ne’ dal punto di vista scientifico ne’ da  quello etico e

 gli autori non cadono in questa tentazione.


Un'altra considerazione e’ la seguente. Se a tutti i bambini australiani

 in eta’ prescolare viene dato quanto sopra descritto senza spese

aggiuntive per le famiglie, mi pare che l’Australia sia un modello da conoscere

e in parte da imitare.


Per quanto riguarda il pagamento della terapia,

il meccanismo si basa su un sistema assicurativo i cui dettagli sono al link 
http://www.ndis.gov.au/


 


 


In altri messaggi faro’ altri commenti all’interessante e utile articolo. A

presto


   Daniela






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ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici).


Fondazione Augusta Pini ed Istituto del Buon Pastore Onlus.


Per cancellarsi dalla lista inviare un messaggio a: 
valerio.mezzogori a autismo33.it







-- 


Prof. Carlo Hanau

docente di Statistica medica

e di Programmazione e organizzazione dei servizi sociali e sanitari

Dipartimento di Educazione e Scienze umane

Università di Modena e Reggio Emilia

via Allegri, 9

42121 Reggio Emilia

Università di Modena e Reggio Emilia, tel.0522 523137

 





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