R: [autismo-biologia] alla c.a.nonorevole Binetti

Anna Saito anna.saito a fastwebnet.it
Mer 28 Mar 2012 08:47:07 CEST


Cara Noemi,

leggendo la sua lettera ho provato un senso di vergogna per appartenere ad
una categoria di professionisti definita medica. Sì perché è vergognoso
sentire dopo tante sofferenze ancora qualche voce che ripropone delle
nefandezze di questo genere. Io sono una psichiatra, e per fortuna non mi
sono macchiata di “ubris” come certi colleghi neuropsichiatri Infantili, ma
lo stesso mi rendo conto di quanta supponenza sono stati in passato capaci
alcuni medici e psicologi. A distanza di anni, nonostante le evidenze
scientifiche, i racconti, i risultati ottenuti e non, questa supponenza
continua a imperversare. Mi chiedo a questo punto: perché? È  questa la
domanda che da quando è riemersa una polemica sterile ma pericolosa, mi
ritorna in continuazione quasi ossessivamente, ho cercato risposte che
avessero una base scientifica, umana; non le ho trovate. Pertanto alla fine
mi sono dovuta arrendere all’idea che dietro tutto questo non vi fosse che
l’interesse di CASTA.

Sì di una casta che vuole un po’ omosessuali gli eterosessuali ad esempio, e
che riesce a trovare il trauma negli omosessuali per convincerli che in
fondo, in fondo, nel “profondo” sono degli  etero. A parte le battute,
appare una casta che vuole cambiare le persone a tutti i costi e che…COSTI! 

È ora di dire basta alla casta! L’onestà intellettuale vuole che le cure
debbano essere riconosciute prima di ogni cosa “appropriate”. Questa
appropriatezza va dimostrata attraverso il metodo scientifico, altrimenti
qualsiasi cura è paragonabile a qualsiasi stregoneria. Sto dicendo delle
ovvietà che qualcuno come l’onorevole Binetti e il suo team sembra non
considerare.

Pertanto mi affianco come professionista del campo alle famiglie che oggi si
ribellano veementemente contro la contraffazione e la probabile difesa di
interessi personali o di CASTA.

Auguro una buona giornata a tutti

Anna Saito

Da: autismo-biologia-bounces a autismo33.it
[mailto:autismo-biologia-bounces a autismo33.it] Per conto di
Cornacchia/Donato
Inviato: mercoledì 28 marzo 2012 1.10
A: autismo-biologia a autismo33.it
Oggetto: [autismo-biologia] alla c.a.nonorevole Binetti 

 

Con rammarico vedo che il passato ritorna ed è quanto mai necessario non
abbassare la guardia.

Siccome credo anche che molti si esprimano a favore o contro senza neppure
conoscere fino in fondo il problema per il quale si schierano, desidero
raccontare una storia. Potrebbe avere per protagonisti uno, nessuno e
centomila di noi, e la trama sarebbe la stessa.

La mia gravidanza, cercata, è arrivata ad un'età  in cui, nel 1987, venivo
definita primipara d'età avanzata.   Come tale, venivo definita ansiosa ogni
volta che riferivo impressioni sul comportamento di mio figlio.

All'età di tre anni, gli venne finalmente diagnosticata una "disarmonia
evolutiva" per la quale fu consigliata dalla ausl una terapia
psicoanalitica. Altrettanto avremmo dovuto fare noi genitori, sia
singolarmente, sia in coppia.

Non potendo garantire il servizio  pubblico altro se non una seduta
quindicinale  a noi come coppia genitoriale, decidemmo di rivolgerci al
privato. Il nome della professionista ci fu consigliato dalla
Neuropsichiatra, che iniziò quindi con questa Psicologa un rapporto di
collaborazione e consulenza sul nostro caso.

Il bambino ( dai tre ai sei anni) si recava due/tre volte la settimana dalla
sua Psicologa.

IO dovevo accompagnarlo nel cortile del condominio e,  a parte  le prime due
volte, evitare anche di salire al piano, per non "inquinare con la mia
presenza il setting terapeutico".

Non capivo, ma mi adeguavo. Stavo facendo tutto quanto potevo per
normalizzarlo, dunque, bando alle prese di posizione. Pensai che la vita mi
stava dando una lezione di umiltà. Ogni due settimane io  e mio marito
andavamo al macello da una NPI che rigirava il coltello nelle carni con
domande tipo:

"Lei è certa di avere desiderato suo figlio? Sappiamo dal personale
dell'asilo nido che suo figlio è stato soprannominato "il Principino" per
essere sempre ben agghindato: sa che spesso un eccesso di maternage nasconde
un rifiuto inconscio? Cosa rimpiange di più della sua vita prima che
nascesse suo figlio?

Quali sensazioni di disagio ha avvertito durante la gestazione? La
infastidiva sentire i movimenti fetali? A questa risposta feci l'errore di
rispondere  che sì, qualche volta i movimenti erano continuati così a lungo,
e addirittura il bimbo aveva il singhiozzo in utero, da crearmi veramente
una sensazione di fastidio. Credevo di essere di fronte ad una persona che,
come me, cercava di capire le motivazioni per cui il mio piccolo non era
come gli altri ed ero dannatamente e disperatamente sincera. 

Stavo invece subendo un processo di cui non conoscevo il capo d'accusa.

Seppi anni dopo che una docente di una  facoltà di Psicologia della mia
regione stava preparando un lavoro sul nesso fra insofferenza della madre ai
movimenti fetali ed incidenza di autismo (!!)

Nei tre anni di "terapia" credo che la Psicologa che aveva in cura mio
figlio abbia fatto anche qualcosa di buono. Ad esempio giochi di ruolo,
intrattenimento con musica, uso di piccoli strumenti musicali, registrazione
della propria voce e riascolto, etcc..,  del resto, come avrebbe potuto fare
una psicoterapia ad un bimbo poco verbalizzante, e comunque incapace di
comunicare, di disegnare?. Alcune di queste cose mi sono state raccontate da
mio figlio anni dopo, altre appena accennate nei colloqui che la Psicologa
stessa aveva con noi periodicamente per riferirci dei progressi. La diagnosi
di autismo le si affacciò alla mente, e si disse molto preoccupata per
questo, ma poi si consultò con alcune colleghe, facendole intervenire in
studio durante le sedute ( e senza avvisarci ), e i dubbi furono fugati.

Ricordo che mi venne chiesto di comperare una bambola Barbie, possibilmente
somigliante a me  che, allora, curavo abbastanza la mia persona. Feci anche
questo, pur chiedendomi cosa ci fosse di così strano  nell'essere curate,
truccate ed attraenti, da meritare un'attenzione dello psicoterapeuta di mio
figlio, visto che non lo trascuravo comunque.

Dopo tre anni ( e 18 milioni e mezzo di Lire,  correva l'anno 1990) mio
figlio iniziò a non voler più andare nello studio. Si aggrappava alle
portiere dell'auto in cui io ( sempre per non inquinare ) restavo ad
aspettare, estate ed inverno, e urlava disperato. Lo costrinsi una, due
volte a partecipare comunque alle sedute perchè mi veniva detto che questo
era un segno positivo. Stava  avvenendo un cambiamento, troppo faticoso per
lui, quindi la sua ribellione era segno che avevamo scalfito il bozzolo.. 

Allora rialzai la testa, superai il dolore e valutai razionalmente la
situazione. Alla scuola materna mio figlio veniva isolato dal gruppo per
molto tempo, affidato ad una maestra/mamma, che avrebbe dovuto ricostruire
il rapporto carente avuto con me, privilegiando il rapporto a due rispetto a
quello di gruppo . Anni dopo ho visto piangere questa maestra per il dolore
di aver, seppure senza averne colpa, applicato su mio figlio gli approcci
inadeguati che le venivano consigliati. Nessun operatore era autorizzato a
parlarci in privato, nè a stringere rapporti di amicizia, e tantomeno avere
contatti telefonici  con noi. Non eravamo al corrente di cosa si facesse
alla scuola materna, se non per grandi linee, nè fummo mai coinvolti ad
usare a casa metodi analoghi .

Pensai che era giunto il momento di dare fiducia a me stessa ed a mio
figlio, ed antrambi noi sentivamo che non si stava facendo per lui nulla di
buono. La rottura del "contratto terapeutico" con la Psicologa fu una farsa
nella farsa. Si rifiutò di parlarci oltre e stabilì che avremmo avuto
rapporti solo in forma scritta, e rivolgendosi alla NPI dell'AUSL per un
consiglio sulla relazione che le avevamo richiesto, in uno zibaldone di
competenze fra pubblico e privato che oggi meriterebbe una segnalazione.

Solo due anni dopo, in seguito alla visione del film "Rain man" cominciai ad
avere la certezza che mio figlio fosse affetto da questa cosa...chiamata
autismo, di cui non sapevo neppure il significato.

L'incontro con la D.ssa Visconti di Bologna fu l'inizio di un nuovo corso,
purtroppo troppo tardivo. Il bambino geniale che aveva imparato a leggere da
sè, che sapeva fare radici quadrate, aveva perso l'opportunità di modificare
i suoi comportamenti e di imparare una comunicazione efficace proprio negli
anni di maggiore plasticità del cervello, restando segnato anche da adulto
dai problemi comportamentali che minacciano di offuscare anche notevoli
competenze. 

A quel tempo, il Responsabile della NPI della mia città che, vedendo le
valutazioni e la diagnosi della D.ssa Visconti (  appartenente al SSN )
scrisse sulla cartella clinica di mio figlio " si interrompe il rapporto con
la famiglia, che ha effettuato scelte in aperto contrasto con quelle di
questo Servizio" fu molto fortunato. 

Fortunato perchè a quel tempo l'associazionismo non era diffuso come ora, le
conoscenze allora disponibili meno note, anche per la mancanza di internet,
e non lo denunciammo. Perchè per amore, solo per amore, noi genitori  ci
siamo resi complici per qualche anno di tali pratiche assurde.

Però è venuto da anni il tempo della consapevolezza  e mai avrei pensato di
raccontare ancora questa storia.  So che per molti che leggono questa è roba
trita e ritrita, ma l'ho scritta per l'onorevole Binetti, che,
evidentemente, queste cose non le sa. Gli Psicoanalisti che si stanno
coalizzando contro le LG certamente sanno, ma Lei, Onorevole, debbo credere
che non sapesse. Altrimenti.........

Buonanotte a tutti. Domani forse, a mente lucida sembrerà anche a me che
questa storia sia la solita storia..

Noemi

 

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