[autismo-biologia] EEG in bambini con autismo e in bambini a sviluppo tipico

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Sab 30 Giu 2012 13:07:57 CEST


Segnalo l’articolo
“A stable pattern of EEG
spectral coherence
distinguishes children with
autism from neuro-typical
controls – a
large case control study
Frank H. Duffy1* and Heidelise Als2
BMC Medicine 2012, 10:64 doi:10.1186/1741-7015-10-64”
 
Il cui testo integrale č al link
 http://www.biomedcentral.com/content/pdf/1741-7015-10-64.pdf
 
Un resoconto in
italiano si trova al link
http://www.sanitanews.it/quotidiano/intarticolo.php?id=6349&sendid=791
 
Nel commento in italiano viene enfatizzata la possibilitā di fare
diagnosi all’età di due anni grazie all’eeg.
 
Io credo che basti l’osservazione clinica da parte di un occhio esperto
per fare diagnosi. 
 
Ritengo invece che tale studio sia utile per approfondire la patogenesi
dell’autismo, in particolare le alterazioni della connettività in difetto e in
eccesso.
Vi sono infatti degli elementi che avvalorano la teoria di un difetto di
potatura
 (Increased connectivity, as seen in this study, is
primarily represented by long inter-electrode distance factors. This might
represent a
failure of
developmentally appropriate pruning or die-back and, thereby, constitute a
further functional liability……………
 
Failure of
expected die-back of certain cortical-cortical
connections
with the attendant, aberrant over-connectivity might interfere with normal
cortical processing.)
 
Questo č molto
interessante anche in una prospettiva terapeutica. 
La caratteristica
dell’insufficiente pruning è un dato ben documentato nell’X fragile per il
quale sono in avanzata fase di sperimentazione alcuni farmaci innovativi.
 
Proprio le analogie
tra alcune caratteristiche patogenetiche dell’X fragile e dell’autismo
criptogenetico sono alla base della sperimentazione
in atto degli stessi farmaci per le due condizioni.
A questo tema ha dedicato un interessante articolo anche il New York Time
il 19 giugno scorso, dal titolo “Competitors Form Partnership to
Develop Autism Drugs”
Se il farmaco sperimentale si rivelerā superiore al placebo, questo darā
un’ulteriore spinta alla ricerca di terapie biologiche da affiancare a quelle abilitative,
giā oggi disponibili. 
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