[autismo-biologia] translating genomic discoveries into diagnostics

daniela marianicerati marianicerati a yahoo.it
Ven 9 Set 2011 18:17:46 CEST


Segnalo l’articolo
 
“Risk factors for autism: translating genomic discoveries
into diagnostics
Stephen W. Scherer · Geraldine Dawson
Hum Genet.2011 Jul;130(1):123-48. Epub 2011 Jun 24”.
L’abstract si puo’ leggere al link
 
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21701786
 
L’articolo è il resoconto di un convegno tenutosi a Toronto nel settembre 2010.
L’incontro si era incentrato su due temi caldi esposti nella forma di quesiti
(1) Is the science of autism (emphasizing the advances in genetics
and genomics) ready for translation to clinical diagnostics?
and, (2) how can the scientific, industry, government and
advocacy stakeholders work together to accelerate progress
in a way that is ethically responsible?
 
L’articolo è lungo e complesso. 
I quesiti che si pone non sono solo di carattere scientifico e clinico, ma anche organizzativo, politico e soprattutto etico. 
Negli ultimi anni sono emersi tanti dati nuovi dalla genetica, soprattutto nell’ambito delle mutazioni rare e delle variazioni nel numero delle copie (CNV) “rare highly penetrant mutations and copy number variations with  microarrays becoming a ‘standard of care’ test for any ASD diagnostic work-up”.
 
Il quadro si è complicato ulteriormente da quando l’attenzione dei ricercatori si è spostata dalle mutazioni alle  CNV, che sono relativamente frequenti ma non specifiche dell’autismo, si trovano in molte altre patologie e anche in persone sane. Di qui il quesito: il paziente ( o il genitore), sapendo di avere queste peculiarità di significato incerto, non avrà un danno  in termini di maggiore ansia e incertezza?
 
Siamo nel 2011 e sempre bisogna fare i conti con Internet e con la facilità con cui questo mezzo pubblicizza le notizie svisandole
Molti laboratori vendono il microarrays direttamente ai pazienti, senza la mediazione di un clinico, che lo interpreti, che spieghi le zone d’ombra e  le linee di ricerca e distingua i dati irrilevanti da quelli che sono quanto meno promettenti alla luce della ricerca
“the considerable challenges are interpreting the data and delivering clinically useful information with value for people with ASD and their families who seek it”
 
 Che un esame al limite tra ricerca e diagnosi possa essere più dannoso che utile è senz’altro vero quando la famiglia ha un rapporto diretto con un laboratorio che fornisce l’esame senza che un genetista esperto comunichi col paziente.
Puo’ essere utile per la diagnosi, in alcuni casi, e per la ricerca più spesso , quando l’esame viene letto e spiegato senza fretta, con empatia e con linguaggio comprensibile da un medico esperto che sappia spiegare anche le zone di incertezza e i possibili sviluppi futuri della ricerca.
 
Il  medico esperto dovrebbe informare le famiglie anche sui centri di ricerca che stanno studiando queste peculiari anomalie in modo che la famiglia si possa mettere in contatto con essi e contribuire così al progresso della conoscenza.
 
Gli autori dedicano ampio spazio alla genetica in quanto questa è stata molto studiata negli ultimi anni, ma ricordano che, a fronte di poche condizioni monogeniche, verosimilmente la maggioranza degli autismi è data da complesse interazioni tra suscettibilità genetica e ambiente.
 
Tra i fattori ambientali maggiormente studiati gli autori ricordano i seguenti: advanced parental age, maternal infection during pregnancy, prematurity and low birth weight, and pesticides.
 
La francese Catalina Betancur ha riportato la discussione dalla ricerca alla clinica.
Nel suo laboratorio dal 1992, quando i mezzi diagnostici erano molto meno raffinati,  viene fatto uno screening per le malattie genetiche a tutti i bambini con ASD. In questo modo la diagnosi eziologica viene fatta nel 15% dei casi. La Betancur pertanto afferma “Since 1992, laboratory genetic analysis has
included approaches other than arrays, such as karyotype,
FISH, multiple ligation-dependent probe amplification,
methylation of chromosome 15, and targeted assays for
Fragile X syndrome and MECP2 mutations. They found an
etiological diagnosis in up to 15% of families. The number of structural variants and mutations found serendipitously
in individuals with autism with no other specific phenotype supports the need for routine screening of
these individuals. Chromosomal microarrays are now added to the laboratory analysis”
 
L’articolo si conclude con un decalogo: Ten recommended action items.
 
Le raccomandazioni riguardano soprattutto la comunicazione e la collaborazione: informazioni corrette e aggiornate sul web, linee guida di supporto alle decisioni dei clinici, test genetici sempre accompagnati da counseling, collaborazione internazionale soprattutto per interpretare gli effetti delle varianti rare.
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