[autismo-biologia] individuato il neurone

Emanuela Defranceschi emydefranceschi a hotmail.com
Ven 12 Nov 2010 13:33:45 CET


AUTISMO: Individuato il neurone: potrebbe essere usato per diagnosticare e curare la malattia, possibili cure con le staminalipubblicata da Linea Diretta Sanitaria il giorno venerdì 12 novembre 2010 alle ore 11.03È stato replicato per la prima volta in laboratorio il neurone umano dell’autismo che potrebbe essere usato per individuare composti chimici e studiare diagnosi e trattamenti personalizzati per la malattia. Il risultato, annunciato sulla rivista Cell ha dimostrato che «l’autismo è una malattia causata da un difetto di sviluppo delle cellule del cervello» come ha osservato Alysson Muotri, dell’università della California, a San Diego, a capo dello studio. In particolare sono stati replicati i neuroni di persone ammalate di sindrome di Rett, malattia scelta perchè fra i disordini dell’autismo è quella di cui si conoscono meglio i meccanismi genetici coinvolti. È noto infatti che il disturbo è causato da una mutazione del gene MeCP2 che codifica l’omonima proteina. La sindrome è il più invalidante fra i disordini dell’autismo e provoca gravi ritardi nel linguaggio e motori. Per ottenere il neurone dei malati di sindrome di Rett i ricercatori hanno prima prelevato cellule della pelle (i fibroblasti) di pazienti con questa malattia. Le cellule sono state poi immerse in un cocktail di 4 geni che le ha riportate indietro nel tempo per ottenere le staminali pluripotenti indotte, uno stato infantile simile a quello embrionale. A questo punto le staminali sono state riprogrammate per ottenere i neuroni di questa forma di autismo. È stato così osservato che rispetto alle cellule normali del cervello, questi neuroni sono caratterizzati da alcuni difetti fra cui meno sinapsi, dimensioni più piccole e imperfezioni elettrofisiologiche. Sprimentando poi su topi fatti ammalare di sindrome di Rett l’ormone IGF1 è stato anche dimostrato che i difetti nelle sinapsi di questi neuroni potrebbero esser reversibili e che l’ormone potrebbe avere potenzialità per trattare anche nell’uomo la sindrome di Rett e altri disordini neurologici. Cellule staminali, nuova scoperta apre la strada ad una possibile cura per l’autismo Un’applicazione della tecnica delle cellule staminali adulte sta dietro alla sensazionale scoperta di alcuni ricercatori americani, che affermano di poter prevedere una cura per la Sindrome di Rett, una grave forma di autismo. “La sorpresa più grande per me è stata che avremmo potuto riportare il fenotipo autistico [nelle cellule umane] a qualcos di più simile alle cellule normali”, ha detto Alysson Muotri dell’Università di California San Diego.I ricercatori sono arrivati all’importante risultato prima trasformando cellule adulte prelevate da pazienti con la sindrome di Rett in cellule staminali pluripotenti indotte (iPS). Le cellule iPS sembrano e si comportano molto similmente a cellule staminali embrionali. Queste cellule staminali sono state in grado di formare neuroni funzionali nelle cellule in coltura. Tuttavia, i neuroni derivati da pazienti con sindrome di Rett avevano alcune anomalie rispetto a quelli ottenuti nello stesso modo da individui sani.La prima cosa che i ricercatori hanno notato è che le cellule erano più piccole dei neuroni sani. Avevano anche un minor numero di sinapsi e mostravano altri segni di carenza nella comunicazione con gli altri neuroni.Quando le cellule sono state trattate con farmaci che hanno mostrato risultati promettenti per la correzione dei sintomi autistici nei topi, queste anomalie sono state invertite. Infatti a seconda della dose, ha detto Muotri, sembrava che i difetti cellulari potessero effettivamente essere stati “ipercorretti”. I risultati sono particolarmente importanti perché i sintomi della sindrome di Rett in genere non si riescono a diagnosticare fino a quando i bambini non abbiano da 6 a 18 mesi, suggerendo che il gene responsabile non è essenziale per il cablaggio precoce del sistema nervoso, ha spiegato Muotri . Il fatto che i nuovi neuroni derivati in laboratorio mostrano già i segni della malattia suggerisce che ci possano essere ancora aberrazioni sottostanti fin dalle primissime fasi di sviluppo, e questo potrebbe avere importanti implicazioni cliniche.“I nostri dati forniscono la prova di una finestra inesplorata dello sviluppo, prima dell’insorgenza della malattia, nella sindrome di Rett, dove una possibile terapia potrebbe inserirsi con successo”, scrivono i ricercatori.Muotri dice che c’è bisogno di studiare meglio il fenomeno, e con farmaci più specifici di quelli applicati nello studio. Ciò richiederà lo sviluppo di metodi per creare cellule iPS da cellule umane in grandi quantità. Il suo team sta lavorando per derivare cellule iPS e neuroni da bambini con autismo sporadico, le cui cause sono completamente sconosciute. Egli sospetta che almeno alcune delle loro cellule dovrebbero mostrare qualcosa di simile a ciò che è stato osservato nel caso della sindrome di Rett.Più in generale, Muotri spera che questo studio, come altri, faccia luce sulla biologia dell’autismo e di altre malattie neuropsichiatriche,  e inoltre che ciò contribuisca a togliere un po’ la patina di malattia mentale e incurabile a questa sindrome. “C’è pura e semplice biologia dietro a queste malattie,” ha detto. “E possiamo vederlo in un vetrino di coltura [delle cellule neurali]“.  		 	   		  
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: http://autismo33.it/mailman/private/autismo-biologia/attachments/20101112/e76a85b8/attachment.htm


Maggiori informazioni sulla lista autismo-biologia