Re: R: [autismo-biologia] immunità innata

Pier Luigi Fortini fortini a fe.infn.it
Mer 1 Lug 2009 13:11:59 CEST


Il lavoro citato dal Prof. Santi Spampinato - Dip. Di farmacologia- Univ. 
Di Bologna per me e' di somma importanza: in esso si fa una ricerca di 
tipo genetico dalla quale risulta l' importanza della proteina MIF legata 
a processi infiammatori a cui si potrebbe far risalire l' 
autismo.

Non sono versato nella genetica e quindi non posso entrare nei dettagli 
del lavoro, tuttavia la mia esperienza come genitore posso dare alcune 
informazioni:

1 - nel mio piccolo lavoro che si puo' trovare in

http://xoomer.virgilio.it/bioresautism/

si adombra l' autismo come una specie di infiammazione del sistema 
nervoso, TUTTO il sistema nervoso!. In particolare la parte parasimpatica
di tale sistema: questa conclusione deriva dal fatto che TUTTI i nervi 
cranici sono coinvolti dall' autismo (vedi ad esempio la spiegazione della 
Fig 9 che si trova disegnata in blu nella anatomia del Gray, cioe' appunto 
la Fig 9). Insomma: le 26 pagine cercano di giustificare questa ipotesi.

2 - ho interpellato vari autosi a proposito di questa mia ipotesi...pero' 
non ho avuto risposta alcuna (Rutter (UK) a cui si deve la prima conferma 
della natura genetica dell' autismo e Bourgeron del Paster di Parigi)

3 - essendo un fisico, sono particolarmente interessato alla parte 
magnetica delle ricerche sul sistema nervoso. In particolare alla
``stimolazione magnetica" sulla quale e' particolarmente versato il Prof. 
Luciano Fadiga dell' Universita' di Ferrara. A lui ed al Prof. 
Spampinato chiedo in 
particolare se conoscono altre tecniche magnetiche che possano essere 
usate per risolvere questo tipo di problema:

4 - ESAMINARE IL SISTEMA NERVOSO (IN PARTICOLARE IL SISTEMA DEI NERVI 
CRANICI) PER VEDERE SE SI PUO' METTERE IN EVIDENZA LA INFIAMMAZIONE IN 
VIVO. In particolare: il nervo vago e' il nervo piu' esteso del nostro 
corpo e di tipo parasimpatico. La mia attenzione su tale nervo e' stata 
attirata dal fatto che sono ormai 3 morti in giovane eta' di autistici e 
TUTTI per edema polmonare cardiaco...ovvero dovuto al nervo vago (almeno 
cosi' penso). Giustamente andare a stimolare il nervo vago puo' essere 
pericoloso, come mi fece notare in una telefonata il Prof. Fadiga, pero'
e' l' unico modo per sapere se tali nervi sono ``infiammati" negli 
autistici. Esistono altri metodo, chiedo a quelli che mi leggono?

5 - risolvere il problema n.4 a me pare di primaria importanza per 
tagliare la testa al toro per sapere se l' autismo e' veramente 
quella parte del sistema nervoso ``infiammato". Un altra via 
potrebbe essere quella di esaminare il vago che innerva l' intestino: 
infatti tutti (o quasi) i genitori di autistici lamentano disturbi 
intestinali dei loro figli. Quindi e' probabile che sia questa parte del 
nervo vago 
parasimpatico che innerva l' intestino a dare delle indicazioni 
preziose sulla ``infiammazionme". Per questo mi sono rivolto (senza 
avere risposta) a Rutter che raggiunse la conclusione della natura 
genetica dell' autismo esaminando coppie di gemelli omovulari: non si 
potrebbe ripetere tale esperienza con in vista di vedere se gli intestini
di gemelli omovulari sono ``uguali" anche nell' infiammazione?

Non e' possibile iniziare una discussione con i Proff. Spampinato e 
Fadiga? Eventualmente progettare una esperienza sul sistema nervoso in 
vivo?Possibile che non sia possibile sapere se il sistema nervoso e' 
infiammato, con tutte le possibilita' di indagine che esistono oggi?

Pierluigi Fortini



On Wed, 1 Jul 2009, Santi Mario Spampinato wrote:

> Un articolo pubblicato su ?Pediatrics?, sottolinea ancora una volta una
correlazione possibile tra mutazioni di un gene e i disordini delo spettro
dell?autismo. L?artico dal titolo:  "Macrophage Migration Inhibitory Factor
and autism  spectrum disorders" si limita ad un'analisi genetica del
promotore del fattore MIF. Si tratta di una proteina  prodotta nel corso dei
processi infiammatori. Il gene di tale fattore si trova in un locus
cromosomico il cui polimorfismo è stato associato a patologie autoimmuni
infiammatorie.La mutazione riscontrata (in realtà è un'amplificazione di una
regione del promotore del gene MIF) potrebbe aumentare la produzione di
questo fattore che contribuirebbe ad innescare la liberazione di citochine
che a loro volta potrebbero danneggiare il sistema nervoso durante lo
sviluppo fetale o nel periodo neonatale. Sono necessarie molte altre evidenze
sperimentali e cliniche, ma la strada della genetica nell'autismo è ormai
tracciata.  Secondo questi autori, il fattore MIF potrebbe essere aumentato
nel corso dello sviluppo neurale e così attivare fattori prodotti dalle
cellule gliali che poi, assieme alle citochine prodotte dalle cellule
immunitarie, danneggerebbero i neuroni o ne potrebbero alterare le
connessioni sinaptiche. Questo si verificherebbe ben prima che il bambino
conosca i genitori, ma i sintomi dell'autismo potrebbero poi manifestarsi
quando lo sviluppo del sistema nervoso è al suo termine o prossimo alla
maturazione. Tutto, ovviamente andrà confermato ed approfondito, poichè i
dubbi sono ben superiori alle poche certezze che gli studi sullo sviluppo
del sistema nervoso ci offrono.

>
> Santi Spampinato
> Dip. Di farmacologia
> Univ. Di Bologna
>
>
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: autismo-biologia-bounces a autismo33.it per conto di daniela marianicerati
> Inviato: sab 27/06/2009 15.02
> A: lista autismo-biologia
> Oggetto: [autismo-biologia] immunità innata
>
>
> La ricerca biologica sull'autismo è partita molto tardi, dopo che per decenni si era affrontato il problema in modo fantasioso e  irrazionale.
> A cavallo tra l'ultima decade del secolo passato  e il secolo presente alcune Fondazioni create da genitori hanno puntato in modo determinato sulla raccolta fondi per la ricerca biologica .
> Dal momento che la ricerca biologica è possibile solo se ben finanziata, gli sforzi di alcune Fondazioni private si sono uniti tra loro e si sono associati con Istituzioni pubbliche, in primis l'NIH.
> Parallelamente alla raccolta fondi si sono formate alleanze tra Istituti di ricerca a livello internazionale per potere lavorare su campioni sufficientemente numerosi da dare risultati statisticamente significativi.
> La ricerca seria richiede tempo prima di dare dei frutti e, quando i risultati sono negativi, resta la bocca amara per avere fatto ipotesi che non sono state verificate dalla prova dei dati.
> Uno dei primi frutti di questi sforzi congiunti di fondazioni pubbliche e private e di istituti di ricerca multi professionali e multinazionali è la pubblicazione dell'articolo
> Macrophage Migration Inhibitory Factor and Autism Spectrum Disorders,
> Elena L. Grigorenko, PhDa,b,c,d, Summer S. Han, MPhile, Carolyn M. Yrigollen, BSa, Lin Leng, PhDc,f, Yuka Mizue, PhDg, George M. Anderson, PhDa, Erik J. Mulder, MD, PhDh, Annelies de Bildt, MDh, Ruud B. Minderaa, MD, PhDh, Fred R. Volkmar, MDa,b, Joseph T. Chang, PhDe and Richard Bucala, MD, PhDc,f,
> http://pediatrics.aappublications.org/cgi/content/full/122/2/e438
>
> PEDIATRICS Vol. 122 No. 2 August 2008, pp. e438-e445 (doi:10.1542/10.1542/peds.2007-3604)
>
> Al finanziamento della ricerca di cui l'articolo dà il resoconto hanno contribuito:
> Cure Autism Now Foundation,
> National Institutes of Health
> Korczak Foundation for Autism Research
>
> Alla realizzazione della ricerca hanno contribuito Istituti scientifici di quattro nazioni:
> Yale University, New Haven, Connecticut
> Department of Psychology, Moscow State University, Moscow, Russia,
> Sapporo Immuno Diagnostic Laboratory, Sapporo, Japan,
> Accare/University Medical Center Groningen, University Center for Child and Adolescent Psychiatry, Groningen, Netherlands.
> Già questa alleanza multinazionale e multicontinentale è una buona notizia e dà motivate speranze che ai primi timidi risultati ne seguano altri più consistenti.
> Tra le tante ipotesi patogenetiche dell'autismo il lavoro si propone di testare, utilizzando due gruppi di famiglie, uno americano e uno olandese, l'ipotesi di un ruolo dell'immunità,  nella fattispecie di una citochina innata, il MIF (Macrophage Migration Inhibitory Factor)
> I dati hanno evidenziato una correlazione significativa tra alcuni polimorfismi  del gene che codifica per il MIF e l'autismo, in particolare i comportamenti ripetitivi e  stereotipati. Una delle novità dello studio è stato  quello di correlare i polimorfismi del gene non solo con lo stato di autismo o non autismo, ma anche con le singoli componenti sintomatologiche. E questa puo' essere una strada da percorrere anche in altre ricerche.
> L'interpretazione dei dati è fatta di punti interrogativi. Il legame tra MIF e sintomi dello spettro autistico potrebbe essere spiegato  da un movimento immunologico attivo e questo potrebbe rendere razionale la sperimentazione di farmaci che inibiscono tale processo. Potrebbe invece essere testimone di un influsso del MIF in alcune fasi dello sviluppo embrionale del cervello e questa ipotesi  non darebbe spazio ad ipotesi di trattamento.
> Come sempre, nelle conclusioni, gli autori  auspicano che lo studio venga replicato prima di asserire di avere trovato uno dei  fattori che contribuiscono, insieme ad altri, alla patogenesi dell'autismo,
> Quando la ricerca è seria, raramente si hanno motivi di trionfalismo, ma i primi risultati positivi, frutto di collaborazioni multicentriche, sono un invito a proseguire nella ricerca, senza fare economia né di fondi né di lavoro umano rigoroso e qualificato
>
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> _______________________________________________
> autismo-biologia mailing list
> autismo-biologia a autismo33.it
> http://autismo33.it/mailman/listinfo/autismo-biologia
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