[autismo-biologia] ossitocina e autismo

Daniela Mariani Cerati daniela.marianicerati a autismo33.it
Ven 5 Gen 2007 22:22:19 CET


Carissimi,
          desideravo fare con voi alcuni commenti sul seguente articolo
pubblicato da “Le scienze”, che ha avuto un’ampia risonanza
anche sulla stampa non medica.

05.12.2006
Ossitocina e autismo
La sperimentazione ha avuto buoni risultati anche nel migliorare la
capacità di dare un significato emotivo al linguaggio.
La notizia è stata data all’annuale convegno dell’American College of
Neuropsychopharmacology: opportune dosi di ossitocina, quando
somministrate per via intranasale o endovenosa, possono avere
significativi effetti su pazienti autistici adulti.
"Gli studi effettuati sugli animali hanno mostrato che l’ossitocina
svolge un ruolo importante in molti comportamenti, tra cui le
relazioni a due tra genitore-adulto e adulto-adulto, la memoria
sociale, la cognizione sociale, la riduzione dell’ansia e i
comportamenti ripetitivi”, ha spiegato Jennifer Bartz, ricercatrice
della Mount Sinai School of Medicine.
Solo recentemente tuttavia è stata considerata la possibilità di
somministrazione di questa sostanza, in particolare a soggetti
autistici. Questi ultimi, infatti, sembrano mostrare sintomi connessi
proprio con il sistema dell’ossitocina.
Nel corso dello studio una coorte di soggetti affetti dal morbo di
Asperger ha ricevuto dosi di pitocina (ossitocina sintetica) o un
placebo (una soluzione salina) per un periodo di quattro ore. Nel
corso di tale lasso di tempo i partecipanti sono stati monitorati con
particolare interesse per verificare le eventuali variazioni dei
comportamenti ripetitivi, tipici della patologia, tra cui il
domandare/chiedere e il toccare. Sono stati così registrati
cambiamenti clinici statisticamente significativi, con una rapida
riduzione dei comportamenti ripetitivi nel corso della
somministrazione, mentre non si è riscontato alcun effetto nel gruppo
placebo  (  vedi nota in fondo) , il che suggerisce un effettivo impatto
sui sintomi. I  ricercatori hanno poi indagato gli effetti dell’ossitocina
sulla
cognizione sociale. I pazienti autistici sono spesso incapaci di
percepire o leggere gli stati emotivi degli altri mediante
espressioni facciali e vocali, con il risultato di una riduzione
nella capacità di interazione col prossimo.
Anche in questo caso si sono avuti risultati interessanti: dai test è
emerso come i soggetti riuscissero a migliorare la capacità di dare
un significato emotivo al linguaggio.
© 1999 - 2006 Le Scienze S.p.A.

Dopo la pubblicazione dell’articolo  ho ricevuto diverse  mail in cui mi
si chiedeva se la terapia con ossitocina si potesse già praticare alle
persone con autismo. Naturalmente la mia risposta ha molto deluso. I dati
riferiti,   riportati dopo il congresso di cui sopra, sono già stati
pubblicati: nel 2003
 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?db=pubmed&cmd=Retrieve&dopt=AbstractPlus&list_uids=12496956&query_hl=5&itool=pubmed_docsum
e nel 2006
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?db=pubmed&cmd=Retrieve&dopt=AbstractPlus&list_uids=16904652&query_hl=7&itool=pubmed_docsum
Quanto riportato in questi due  articoli assomiglia  più ad un singolo
esperimento sull’uomo, che peraltro ha dato un esito incoraggiante, che ad
una sperimentazione terapeutica. Si tratta di un’infusione per via
endovenosa di ossitocina per quattro ore con la somministrazione di un
test psicometrico prima e dopo l’infusione.
Lo studio del 2003 riferiva di un  esperimento su 15 adulti con autismo ad
alto funzionamento  ai quali era stata somministrata un’infusione
endovenosa di ossitocina per quattro ore. Erano stati testati i
comportamenti ripetitivi prima e dopo l’infusione.
Subito dopo l’uscita dell’articolo ne avevo dato un ampio resoconto  sul
sito www.angsaonlus.org, dove la mia recensione è ancora visibile.
Il bisogno di avere a disposizione terapie farmacologiche è enorme e
questo risultato,  in cui la performance dei 15 soggetti autistici che
avevano ricevuto ossitocina era statisticamente migliore di quella di chi
aveva ricevuto il placebo lasciava sperare che a questa seguisse una
sperimentazione che potesse poi diventare una terapia.
Faccio notare che l’affermazione di Le scienze“. Sono stati così registrati
cambiamenti clinici statisticamente significativi, con una rapida
riduzione dei comportamenti ripetitivi nel corso della
somministrazione, mentre non si è riscontato alcun effetto nel gruppo
placebo” è, come spesso succede, esagerata Nell’articolo originale  viene
detto che:  il 40% dei soggetti ha avuto dei risultati positivi col
placebo, vi è stata una diminuzione nei comportamenti ripetitivi in 13
soggetti sotto ossitocina e in 6 sotto placebo In sei soggetti i
comportamenti ripetitivi sono scomparsi completamente sotto ossitocina e
in due sotto placebo. In un soggetto vi è stato un effetto paradosso, cioè
 un aumento dei comportamenti ripetitivi con ossitocina e una diminuzione
con placebo” , affermazione ben diversa da quella riportata da “Le
scienze”.

A distanza di tre anni viene pubblicato il resoconto di una nuova
sperimentazione, sempre in acuto, con la stessa modalità della precedente,
nella quale si indaga un altro dei deficit dell’autismo: la comprensione
delle emozioni,  una delle componenti della socialità. Anche in questo
caso vi è un miglioramento della performance dopo l’infusione nel gruppo
trattato maggiore di quello di controllo.

L’ossitocina è correlata, chimicamente e per sede di sintesi e secrezione,
alla vasopressina, sulla quale sta facendo studi in rapporto all’autismo,
di cui alcuni già pubblicati su riviste internazionali,  il gruppo di
Psichiatria dell’Università di  Pavia coordinato dal Professor Francesco
Barale
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/entrez/query.fcgi?db=pubmed&cmd=Retrieve&dopt=AbstractPlus&list_uids=17174726&query_hl=1&itool=pubmed_docsum
 Per quanto mi risulta, il gruppo si sta dedicando ad evidenziare
squilibri nel sistema vasopressinergico nei soggetti autistici. Questi
studi potrebbero preludere a terapie innovative.
Quando  c’è a disposizione un nuovo neurolettico, esso fa parte di una
categoria di farmaci di cui conosciamo i limiti, i rischi e la sua
incapacità di influire sui sintomi nucleari dell’autismo.
Una terapia a base di ossitocina o correlati sarebbe totalmente nuova e
dalle premesse si potrebbe sperare che agisse proprio sui sintomi
nucleari. Ma qual è lo stato della ricerca, a prescindere dai dati
pubblicati?
Sono in corso  sperimentazioni con la forma nasale?
O è pensabile che, anche con periodiche infusioni endovenose l’eventuale
effetto terapeutico si potrebbe mantenere  oltre la permanenza della
sostanza nell’organismo? Questo lo dico in quanto nella sperimentazione di
cui si parla la performance di chi faceva il placebo nella seconda prova,
alcuni giorni dopo la prova con ossitocina,  era migliore nel pretest
rispetto a quella di coloro che avevano fatto il placebo nella prima
prova. L’interpretazione degli autori è che l’ossitocina indurrebbe un
apprendimento sociale che, una volta acquisito, si manterrebbe nel tempo
anche dopo l’eliminazione del farmaco.
Spero che qualche iscritto alla lista risponda a queste domande, magari
con altri punti interrogativi, data la novità del tema.
Cordiali saluti
Daniela Mariani Cerati




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